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'E' evidente il disastro organizzativo e logistico di questo Governo nella (non) gestione (a tutto tondo, dall’accoglienza all’integrazione) degli arrivi, che così facendo scarica sugli enti locali tutti i problemi. Dal blocco navale promesso più volte in campagna elettorale ed anche dopo dalla Presidente del Consiglio Meloni come soluzione di tutti i problemi, siamo ora passati alla moltiplicazione degli arrivi, con Roma che si limita a smistarli senza condivisione con i territori, per malizia o per incapacità.
Il Partito Democratico di Modena continua a chiedere al governo quello che il governo continua a non fare. Lo diciamo chiaramente: basta scuse e rinvii. Promettono sicurezza ma nei fatti non danno alle città alcuna risposta, anzi lasciano soli comunità ed enti locali'.
Il PD modenese per voce di Federica Venturelli, segretaria cittadina del partito, e di Antonio Carpentieri, capogruppo in consiglio comunale si difende dagli attacchi dell'opposizione seguiti all'omicidio in Corso Vittorio Emanuele di un 30enne nigeriano, ucciso con tre fendenti da due connazionali in Italia grazie alla protezione speciale ottenuta al termine del loro percorso di accoglienza. Ed è proprio sul modello di accoglienza gestito in Italia che si è concentrata parte del dibattito e lo scontro politico in queste ore.
'Noi sosteniamo pienamente i sindaci nel denunciare l'assenza di risposte da parte del Governo, a fronte della scelta unilaterale di Piantedosi di modificare i criteri di distribuzione. Una decisione che mette in luce una mancanza di pianificazione, rappresentando un ulteriore passo indietro nella gestione di un problema già molto complesso.
L’esclusione sociale è una delle cause principali per cui una persona, italiana o straniera che sia, può finire nell’orbita della criminalità, anche organizzata e spesso dedita allo spaccio, con tutte le conseguenze del caso. Mentre il ministro Piantedosi sostiene che il decreto Cutro abbia migliorato la gestione del fenomeno, il record di sbarchi e le crescenti richieste di asilo suggeriscono l'urgenza di affrontare la situazione in modo più ampio e concertato, coinvolgendo gli amministratori'
Ma sul PD e sui suoi rappresentanti istituzionali, sindaco di Modena in primis, continuano a piovere le critiche dell'opposizione. Di 'impietoso bilancio del mandato del sindaco Muzzarelli sul fronte della sicurezza' parla Manuela Spaggiari. 'Muzzarelli lascia ai modenesi una città più pericolosa, dove i reati sono in aumento, dove due giovani ragazzi hanno trovato la morte, assassinati. Uno era ospite della Fondazione San Filippo Neri, una struttura della città. Città che non è stata in grado di proteggerlo. Poi ci sono le aggressioni, i furti in casa, lo spaccio, la prostituzione. Il sindaco con la delega alla sicurezza, in una città normale avrebbe quantomeno chiesto scusa per i suoi fallimenti. La zona Tempio/Stazione è da decenni sotto attacco della criminalità, la risposta del PD? Far perdere tempo ai residenti con inutili riunioni, mettere un po' di illuminazione in più, e fare promesse che non verranno mai mantenute come la Cittadina della Giustizia all'ex Manifattura Tabacchi. Luogo dove ricordiamo iniziò l'avventura del 'primo' Muzzarelli, la famosa Manifattura delle idee (un colossale fallimento.) Nei pressi della stazione il famigerato palazzo Errenord, milioni di euro spesi per un flop senza precedenti, non ultimo il caso del custode costretto a scappare per le aggressioni e le minacce, proprio all'Errenord il PD aveva deciso di aprire uno spazio per la Polizia Municipale, decisione sensata ma che non ha portato nessun miglioramento. Per colpa di chi? Non certo degli agenti. Forse di Giorgia Meloni?
'Dopo l’ennesimo omicidio che si è consumato nel Centro di Modena, dopo il fallimento di tutte le politiche di sicurezza (o delle sicurezze come piace dire a Muzzarelli), dopo il naufragio di “ModenaSicura”, è venuto il momento che i colpevoli di questa situazione di illegalità diffusa si prendano le proprie responsabilità' - afferma Giovanni Bertoldi, Capogruppo Lega in Consiglio comunale che elenca per punti, le responsabilità politiche ed istituzionali.
'Il Sindaco con le deleghe alla sicurezza, che ha negato i problemi quando erano ancora in fase iniziale, permettendo che la criminalità si impiantasse stabilmente nella nostra città; il Prefetto, troppo allineata sulle posizioni soft del Sindaco e probabilmente inadeguata ad affrontare una situazione grave come quella modenese; i Magistrati modenesi, che evitano di mettere in galera i delinquenti che vengono arrestati per fatti gravi, anche se recidivi e se risiedono irregolarmente nella nostra città; la Commissione Territoriale che ha concesso la “protezione speciale” ai due nigeriani (in Nigeria non c'è la guerra) che sono stati identificati come i presunti autori dell'omicidio'
'Ricordo che l'attuale Governo, grazie all'insistenza della Lega ed in particolare del Sottosegretario agli Interni Molteni, ha recentemente decretato una forte limitazione all'applicazione della protezione speciale, che era diventato un espediente per regolarizzare coloro che non risultavano essere profughi'- continua Bertoldi
Il Governo sta completando l’invio dei rinforzi promessi: ora la partita è soltanto locale e chi non è capace di determinare una svolta nelle politiche per la sicurezza di Modena, se ne deve andare senza se e senza ma'