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'Opera monca, nonostante ritardi e spesa quasi raddoppiata. Va completata e modificata ascoltando la città. Primo compito della nuova amministrazione sarà correggere l'ennesimo papocchio senza visione e slegata dalla viabilità cittadina'. A intervenire sulle polemiche legate alla inaugurazione del sottopasso di via Panni a Modena è il capogruppo Fi Piergiulio Giacobazzi.
'Dietro alla propaganda e alle inaugurazioni con ritardo di sei mesi, da settembre a marzo, funzionale alla campagna elettorale, si nasconde una opera pubblica che nonostante l'enorme quantità di denaro speso, quasi il doppio rispetto al preventivato, nasce monca e poco funzionale alle esigenze del quartiere ma soprattutto della città. Da un progetto arrivato a costare quasi il doppio rispetto alla cifra iniziale ci si aspettava qualcosa di almeno completo. Invece no. Il sottopasso di via Panni sembra fine a se stesso, slegato da un disegno e da una programmazione del resto della viabilità del quartiere e della città.
Al punto da essere, per la città, una grande occasione persa. A tratti anche pericolosa, con evidente criticità già segnalate all'altezza della rotatoria di accesso e di uscita lato via Giardini. Con quattro immissioni in pochi metri a ridosso dell'uscita del sottopasso, ma non solo. La funzionalità dell'opera è fortemente compromessa da diversi elementi che mancano, anche per stessa ammissione del sindaco - aggiunge Giacobazzi -. Manca la fermata di Gigetto inizialmente programmata, che nell'ottica del potenziamento del trasporto pubblico poteva servire un intero quartiere e collegarlo i due grandi ospedali e alla stazione ferroviaria, manca un'opera che consenta una migliore e più sicura immissione delle auto da via Panni a via Giardini, anch'essa programmata e che doveva arrivare prima del sottopasso, e mancano soluzioni sugli attraversamento di via Morane, via Fratelli Rosselli e via Mantegna.
I malumori espressi addirittura dai residenti che dopo mesi e mesi di disagi derivanti dal cantiere attendevano l'apertura dell'opera sono la cartina al tornasole dell'operato di una amministrazione che si ricorderà, in negativo, non solo per le cose non fatte ma soprattutto per quelle fatte male e per le occasioni mancate. Spetterà ormai alla prossima amministrazione mettere mano anche a questo, passando prima di tutto da un ascolto reale e non di facciate della città. Cosa che fino ad ora è mancata'.
Nel video le perplessità e le preoccupazioni dei residenti
'Sette milioni spesi per il sottopasso di Via Panni senza pensare ad un progetto su tutta la viabilità che è interrotta dal transito di Gigetto. Restano fuori i tratti di Via Morane e Fratelli Rosselli che continueranno ad essere interessati dal passaggio della linea ferroviaria con i conseguenti disagi per i rallentamenti del traffico e l’inquinamento che ne deriva'. Aggiunge Luca Negrini, candidato sindaco per il centrodestra.
'Un’opera voluta più che da Modena dalla Regione a cui evidentemente l’amministrazione modenese non ha avuto la forza di portare i reali bisogni della città, con il risultato che è stata realizzata un’opera costosa e imponente senza risolvere il problema delle intersezioni della linea ferroviaria Modena-Sassuolo con il traffico cittadino. Prima di affrontare una spesa del genere sarebbe stato necessario verificare innanzi tutto se vi fossero alternative possibili per collegare Modena e i comuni della provincia e in secondo luogo la fattibilità di opere simili al sottopasso di Via Panni nelle altre intersezioni'.
'Lo studio di fattibilità di aMo avente ad oggetto il trasporto pubblico modenese e gli scenari evolutivi della linea ferroviaria Modena Sassuolo è stato presentato nel luglio 2023 dopo due anni di attesa e nel frattempo si è proceduto con la realizzazione del sottopasso di Via Panni. Non c’è un senso in tutto questo, non vi è stato un ordine nelle decisioni prese e, come spesso è accaduto, non si sono portate in Regione le esigenze di Modena ma si sono portate a Modena le esigenze della Regione. Questo non deve più accadere: Modena non è un satellite di Bologna, Modena ha esigenze specifiche e in particolare sul trasporto pubblico è da tempo in sofferenza. A questo proposito la fusione di Seta con TPER ci preoccupa: allontanare la gestione del trasporto pubblico dal territorio può essere un danno se tutto finisce in un unico calderone. Ogni città ha le sue specificità che devono essere considerate e Modena non può più attendere la soluzione delle enormi carenze del trasporto pubblico locale. L’amministrazione uscente ha redatto imponenti documenti aventi ad oggetto la mobilità sostenibile e il trasporto pubblico, come ad esempio il PUMS, senza risolvere assolutamente nulla, documenti rimasti sostanzialmente inattuati e che non hanno avuto nessun tipo di impatto positivo sulla vita dei cittadini' - conclude Negrini.
Redazione Pressa
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