Stop al Fair play: Mezzetti chiude la campagna attaccando la destra
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Stop al Fair play: Mezzetti chiude la campagna attaccando la destra

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Nella festa organizzata in Piazza Pomposa l’intervento dedica molto spazio agli ‘altri’. Da Meloni a Vannacci. ‘La loro politica si riflette anche qui’. 'La sicurezza? Il sindaco conta poco o nulla. Sanità? Il Governo ci dia più soldi. Tre miliardi non bastano se 2,5 sono andati per il rinnovo del contratto'


Stop al Fair play: Mezzetti chiude la campagna attaccando la destra
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“A Modena abbiamo rispettato, insieme agli avversari, la scelta comune di condurre una campagna senza aggressività e dai toni rispettosi, anche contro chi, nelle rispettive parti, invitava ad alzare il toni. Ci siamo riusciti. Abbiamo mantenuto calma e stile, e questo i cittadini lo riconoscono”. Una sottolineatura, quella di Massimo Mezzetti, candidato sindaco della coalizione di centro sinistra, che prelude a quanto succederà da lì a poco. In un discorso, quello preparato per la festa conclusiva della campagna elettorale in piazza della Pomposa, che ricalca molto quello dai toni ben più aggressivi e di attacco a cui ha abituato il popolo di centro sinistra e non solo il Presidente della Regione Stefano Bonaccini.
Capace di fare saltare quelle regole del fair play, anche rispetto agli avversari locali, che pur se non citati direttamente, vengono comunque ricondotti e classificati da Mezzetti come il riflesso della politica della destra nazionale che 'butta fuori dalla società i deboli'.

Rappresentata da Meloni e da Vannacci. E allora via alla critica d’attacco modello Bonaccini. Partendo dalle elezioni europee: “Qui si scontrano due visioni. La nostra che si batte per una Europa solidale, e che cresca non solo come europa economica ma anche come europa politica e dei popoli. Dall’altro abbiamo la visione di Europa egoista della destra, che ci chiude nei confini nazionali, di impostazione darwiniana dove avanzano i forti mentre i deboli vengono buttati fuori. Dove c’è un presidente del consiglio che si presenta come stronza, al presidente della Regione Campania e nell’evento elettorale”.

Poi il piano locale. Anche qui la logica è quella della divisione, tra due mondi. Uniti solo dal Fair Play, ma solo fino a quel momento. “Da un lato c’è la nostra visione solidale e inclusiva, dall’altro la destra che parla dell’allarme baby gang che vede pericoli ovunque e che vede Modena come pericolosa e che unisce immigrazione a sicurezza.

Come è possibile che dopo anni non siamo ancora riusciti ad affrontare l’immigrazione senza parlare di emergenza”.

Sotto al palco, in prima fila, ci sono affiancate, le bandiere quelle del Movimento 5 stelle, Azione, e Socialisti. Sul palco ci sono i rispettivi capilista che insieme ad altri rappresentano le 7 formazioni a sostegno di Mezzetti. Alla sua sinistra c'è il capolista M5S Giovanni Silingardi e, alla sua destra la capolista PD Federica Venturelli, segretaria cittadina insieme al segretario provinciale Roberto Solomita. “Se diventassi sindaco come farei a governare con una coalizione così ampia? Ce la faremo anche perché senza grandi sforzi siamo riusciti a convergere con proposte concrete sul patto per la città”. Come dire, si ripeterà. Mezzetti ne è convinto o almeno si pone come tale. Anche perché la coalizione ampia, comprendente anche Azione e Movimento 5 stelle verso cui calenda a aveva dato un out-out, poi rientrato, a Mezzetti, vuole diventare un laboratorio politico nazionale.

Poi, protagonista nel ‘pensieri e parole’ di Mezzetti, continua ad essere quella che chiama genericamente la destra. Quella che per Mezzetti rappresenta il contrario della coesione sociale e della solidarietà, una destra colpevole “di parlare di immigrazione nei termini di emergenza, così come per le baby gang. “Ho sentito esponenti di destra dipingere Modena come capitale delle baby gang”.

Il Mezzetti che preferisce parlare, come più volte annunciato, del proprio programma e delle proprie proposte, si sposta, come detto, verso un discorso ‘stile’ Bonaccini. Dove si continua a parlare di destra e si attacca l’avversario. Anche su un tema complesso e delicato come quello della lotta alla mafia. “La destra a Modena non ne parla mai. Vi siete mai chiesti il perché?” - domanda Mezzetti. La discontinuità del fair play, che da slogan si era tradotto in realtà, e che che aveva già fatto assaporare altro rispetto ai Bonaccini e ai Muzzarelli, ad un tratto scompare. Mezzetti, almeno lì, è come loro. Il discorso continua ad avere come riferimento non il proprio popolo ma la pietra di paragone, il centro destra, tutto ciò che è altro e quasi moralmente, politicamente, idealmente 'inferiore', più pericoloso da evitare. Divisione, paura, usate per descrivere gli altri, l'effetto del voto agli altri. Da declinare in tutti i punti del programma. Sicureza e Sanità comprese. Anche qui i passaggi di Mezzetti sono gli stessi, non solo nella forma ma anche nel contenuto, di quelli di Bonaccini. Usati anche di recente. Da Modena a Carpi. Anche Mezzetti ammette l’aumento della stanziamento del governo destinata all’Emilia-Romagna ma sottolinea come questa non regga alla prova del Pil anche rispetto agli altri paesi europei e che dai 3 miliardi stanziati (erano 4 quelli citati da Mezzetti nei precedenti incontri), per la sanità emiliano romagnola, solo 500 milioni sono andati direttamente alla sanità, gli altri sono andati a finanziare il rinnovo del contratto del personale. 

Sulle liste di attesa, il tema per Mezzetti, è legato alle risorse dello Stato. Così come sul personale. 'Il governo ci deve dare più soldi'. Mezzetti fa accenno anche ai medici di famiglia: ‘Facciamo il loro mestiere a contatto diretto con i pazienti e non utilizzando whatsapp'.

Per il trasporto pubblico nessun riferimento al personale, tanto più quello in sciopero che lo aveva invitato, insieme agli altri candidati sindaco, poche ore prima, al presidio davanti a Seta. Dove lui non c’era. Mezzetti fa riferimento al miglioramento del trasporto pubblico, anche attraverso il passaggio a mezzi a idrogeno o comunque sempre meno inquinanti. “Non dobbiamo obbligare le persone a non prendere l’auto, ma convincerli rendendo migliore il trasporto pubblico alternativo al mezzo privato”

“Tanti sono i temi, tanto che ho evitato di ripetermi su rifiuti e sicurezza. Sui primi ormai sapete come la penso (il riferimento ad una revisione del sistema che porti anche, previa valutazione, ad un ripristino dei cassonetti), mentre sulla sicurezza dobbiamo chiarire una volta per tutte che conta poco o nulla sulla sicurezza che invece spetta alle forze dello Stato auspicando – dice – che venga riconosciuto il passaggio in fascia A”. Mezzetti a questo punto si rivolge anche ai giudici: ‘Se fermano uno con 14 ovuli di droga, magari lo lasciano libero per quantità personale poi mettono nei guai un ragazzo per uno spinello in tasca”


Gi.Ga.

Gianni Galeotti
Gianni Galeotti

Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consiglie..   Continua >>


 

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