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Un atto estremo, sia sul fronte politico che amministrativo. Come ultimo atto, istituzionalmente inopportuno e fuori tempo massimo, ad oltre un mese dallo stop dell'attività del consiglio comunale e a poche ore dal voto, la giunta a guida PD di Giancarlo Muzzarelli, si riunisce per dare il via libera ad un protocollo di intesa con la comunità islamica (che da anni ha in concessione gratuita l'immobile di proprietà del Comune di via delle Suore sede del culto islamico), dalle conseguenze importantissime sotto il profilo del futuro non solo di un immobile ma di una intera area della città.
Il 4 giugno, il sindaco ormai ex, decide con un atto politico che non ha precedenti soprattutto in campagna elettorale, di scegliere di prorogare il diritto di utilizzare gratuitamente l'area e gli immobili di proprietà comunale, non per i prossimi 10 anni, come inizialmente previsto nella concessione rinnovata nel 2022 e in scadenza nel 2033, ma per i successivi 30 anni, ovvero fino al 31 maggio 2063, con la facoltà di rinnovo per ulteriori 20 anni, ovvero 2083.
Sempre a titolo gratuito. Nelle ultime ore di mandato, lo ripetiamo ad attività amministrativa che da tempo era e doveva rimanere nell'ambito della gestione delle funzioni ordinarie, escludendo ed evitando atti di indirizzo politico, il sindaco Muzzarelli forza la mano e decide di formalizzare uno degli atti politici e di indirizzo più pesanti degli ultimi anni. Ovvero l'impegno, non solo a concedere a titolo gratuito area e immobile pubblico alla comunità islamica, per i decenni a venire, ma anche al contribuito economico e tecnico per procedere ad un grande progetto di ampliamento e riqualificazione. Altro che progetti partecipati con i cittadini. La delibera è del 4 giugno e viene pubblicata in albo pretorio il giorno 7, venerdì, a poche ore dalla chiusura della campagna elettorale. Di fatto inappellabile sul piano amministrativo e incontestabile, nei tempi, sul piano politico.
Lo ripetiamo: l'atto politicamente ed istituzionalmente estremo che peserà da subito sulla nuova amministrazione che uscirà delle urne, sarebbe tale anche solo se si limitasse alla proroga della concessione per l'utilizzo gratuito dell'immobile dal 2033 al 2063. Invece c'è di più: perché nella riunione di giunta delle ore 10 del 4 giugno scorso nel protocollo di intesa del Comune di Modena con la comunità islamica c'è il via libera al progetto di ristrutturazione dell'area e del fabbricato alloggi e del complesso immobiliare di proprietà del Comune per un ammontare di 2,3 milioni di euro, per la maggior parte a carico della comunità islamica, ma per 235.000 euro più Iva a carico del Comune, ovvero dei cittadini modenesi. Impegno economico incrementabile in relazione anche al possibile ampliamento dello stesso complesso immobiliare. Impegno diretto al quale si sommeranno impegni indiretti del Comune stesso nel momento in cui con le proprie strutture tecniche e con le proprie risorse parteciperà alle fasi progettuali.
Il tutto sopra la testa anche di un consiglio comunale da oltre un mese sospeso nella attività e soprattutto nella discussione degli atti politici.
Varianti urbanistiche ed atti procedimentali dovranno passare dal Consiglio Comunale (che nascerà dalle urne dell'8 e 9 giugno), per l'approvazione (nota a margine l'assessore all'urbanistica Vandelli era l'unico assessore non presente alla riunione di giunta), ma il percorso, l'indirizzo e soprattutto gli impegni dell'amministrazione sono stati assunti. Dal sindaco Muzarelli, a tre giorni dal voto. Aspetto che costituisce un'altra, per non dire l'ennesima, anomalia, vera e propria forzatura politica da parte del sindaco tra poche ore ex.
Se qualcuno pensava che le forzature politiche di Giancarlo Muzzarelli si fossero fermate alle nomine in extremis dei presidenti di Seta e del vicepresidente di Hera (ritenute una forzatura anche a parte di Mezzetti), si sbagliava. L'ultimo atto politico con il quale Muzzarelli sarà ricordato come sindaco è l'accordo con la comunità islamica per trasformare definitivamente (la prospettiva potenziale al 2083 è di fatto una prospettiva definitiva), una area comunale della città nel più grande e più importante centro di culto islamico della provincia e non solo. Eredità politica che costituirà un nuovo, pesante, vincolo di mandato, a chiunque governerà la città.
Gianni Galeotti
Gianni Galeotti
Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consiglie.. Continua >>