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C'è chi contesta la vera e propria discarica creata, nonostante la presenza dei cassonetti condominiali, sul retro dell'edificio, dove non è escluso il getto dalle finestre di rifiuti di ogni tipo. C'è chi raccoglie e segnala le testimonianze delle famiglie, anche con bambini, che vivono nelle stanze e nei monolocali concessi dal comune a nuclei fragili o in emergenza abitativa, relative alle difficoltà nella convivenza con un centro di accoglienza per richiedenti asilo con oltre 300 ospiti. E ci sono persone, soprattutto donne, residenti nella zona, che si fanno scortare o accompagnare a casa, così come nella zona è stato consigliato fare, addirittura dal parroco, ai minori.
Erano decine, ieri sera, al Direzionale 70, i residenti del villaggio Zeta, presenti all'incontro con le liste e i candidati capolista di Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia e lista civica Negrini, a sostegno del candidato sindaco Luca Negrini.
Presenti, oltre al candidato sindaco, i consiglieri uscenti e ricandidati Giovanni Bertoldi, capolista Lega, Elisa Rossini, candidata Fratelli d'Italia, Piergiulio Giacobazzi, capolista Forza Italia, e Sergio Celloni, capolista Negrini sindaco.
Il focus sul Villaggio Zeta si è subito spostato quasi in toto, attraverso le domande dei residenti, sulle problematiche ormai croniche dell'edificio delle Costellazioni. Ex studentato e da anni prevalentemente destinato ad ospitare il più capiente centro di accoglienza per richiedenti asilo della provincia gestito, nel caso in oggetto, dalla cooperativa l'Angolo. Problematiche legate al degrado e all'insicurezza che non solo si riflettono sul quartiere residenziali in cui è posto l'edificio ma, direttamente, sugli altri privati che abitano lo stabile e sulle altre 129 persone, di cui una conquantina minori (ultimi dati aggiornati dall'amministrazione comunale alcuni mesi fa e riportati dal consigliere Giacobazzi), poste dai servizi sociali del Comune negli alloggi destinati a famiglie con fragilità o in emergenza abitativa.
Tante per le quali vivere nell'edificio, soprattutto se con bambini, è diventato impossibile. 'Ci sono donne che non escono di casa, anche solo per paura di fare le scale' - afferma una residente della zona conoscente di diverse famiglie ospiti del complesso e testimone delle loro difficoltà. 'Davvero è incredibile come una situazione del genere possa essere legittimata in una città come Modena. Anche perché in ballo ci sono contratti pubblici e privati che prevedono penali, regole chiare da rispettare, pena la fine dei contratti stessi' - afferma una residente che per quanto riguarda la pubblicazione, preferisce chiede l'anonimato.
'Con le 57 stanze prese in affitto dal comune a 600.000 euro l'anno messe a disposizione di famiglie, anche con figli minori, nello stesso edificio in cui è presente il più grande Centro di Accoglienza per richiedenti asilo della provincia, è stato ha creato un mix sociale esplosivo carico di rischi e pericoli soprattutto per i soggetti fragili. Creando una ulteriore problematica a quella già difficile che anche la cronaca ha ripetutamente evidenziato legato anche alle attività illecite legate a spaccio o ai rischi legati agli scontri tra stranieri accolti nel centro' - affermano i consiglieri presenti. 'Una situazione che purtroppo anziché migliorare peggiora negli anni, che abbiamo ripetutamente denunciato e che abbiamo portato all'attenzione del consiglio comunale e dell'amministrazione con mozioni, interrogazioni, accesso agli atti, negli ultimi 5 anni, senza successo, anzi scontrandosi con un muro di gomma nelle risposte dell'amministrazione che spesso non è stata, per propria dichiarazione, ad avere i dati della prefettura rispetto agli ospiti del centro di accoglienza. il fatto che una situazione del genere non solo si faccia fatica a risolvere ma anche ad affrontare è dovuta al fatto che si troviamo di fronte ad un sistema che si autoprotegge e dove non c'è la volontà politica di risolvere la problematica. Cosa che noi ci impegniamo a fare come abbiamo fatto negli ultimi 5 anni ma che potrà portare al successo solo se riusciremo ad essere eletti al governo della città. Raccontare che è colpa dello Stato o del Governo solo perché la proprietà dell'immobile è statale, significa prendere in giro i cittadini' - concludono i candidati di opposizione.
Gi.Ga.
Gianni Galeotti
Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consiglie.. Continua >>