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Avvocato, 44 anni, da sempre punto di riferimento di Forza Italia nella Provincia di Modena, Piergiulio Giacobazzi rappresenta una figura chiave all'interno del centrodestra in vista del voto dell’8 e 9 giugno. A livello politico è chiamato ad intercettare il voto della componente moderata dell'attuale opposizione, dando gambe alla costruzione di una alternanza al sistema di potere Pd che non sia ideologica, quanto piuttosto legata ai programmi e alla discontinuità nei ruoli di potere. Del resto per lui, in caso di vittoria, il candidato Luca Negrini ha già pensato alla poltrona di vicesindaco.
Giacobazzi, il Pd di Mezzetti parte favorito. Il centrodestra ha scelto un profilo basso per la campagna elettorale evitando scontri diretti. E’ stata una strategia precisa? Nell’ultima settimana si aspetta un cambio di passo?
'La politica urlata, a me personalmente, non è mai piaciuta ed il tempo degli slogan credo sia giustamente finito.
La proposta del centrodestra è concreta e matura, nata dal confronto con i cittadini e non dallo scontro con la sinistra. In questa tornata elettorale la gente guarderà bene in faccia chi voterà e conosce perfettamente la differenza tra noi e chi ha governato fino ad oggi'.
Cosa rimprovera al centrodestra, a Fdi ma anche a Forza Italia, rispetto alla preparazione di questa decisiva tornata elettorale a Modena? La sensazione è che i partiti abbiano lasciato in qualche modo da solo il candidato sindaco. In particolare Fdi sembra essersi concentrata più sul sostegno a Cavedagna in vista delle Europee che alle Comunali. Non le pare che qualcuno l’abbia in qualche modo ‘data persa’?
'Parto da una premessa: a Modena il centrodestra è confluito su un unico candidato ed è unito, altrimenti ci sarebbero state liste divise come accaduto in altri Comuni.
Io ho l’onere e l’onore di guidare la parte centro-moderata della coalizione a sostegno di Luca Negrini e credo che Forza Italia Modena stia facendo lealmente la sua parte. Certo è che la tornata elettorale di Modena città “paga” due fattori: il primo è che a ruota delle elezioni amministrative ci sono sempre le elezioni regionali, quindi c’è il rischio che qualcuno guardi troppo oltre l’orizzonte, il secondo è la sovrapposizione con le elezioni europee che, da un lato, può fungere da traino, mentre dall’altro può sottrarre energie ai candidati delle amministrative. Tornando a Forza Italia, noi veniamo da una campagna elettorale fatta di 5 anni intensi tra i banchi del consiglio comunale, con 200 istanze presentate ed i cittadini ce lo riconoscono quotidianamente, poi il 10 giugno tireremo una riga e vedremo i risultati come abbiamo sempre fatto. Aggiungo che a 8 giorni dal voto, a Modena si respira una gran bell’aria…'
Ottanta anni di governo ininterrotto della stessa parte politica hanno provocato storture evidenti. Eppure la narrazione secondo cui 'a Modena si vive bene' regge. E' vera questa percezione?
'Da capogruppo in Consiglio Comunale ho ripetuto spesso questa frase: “è più facile ingannare le persone che spiegare loro che sono state ingannate”: troppe volte le cose vengono raccontate, con colpa o più spesso con dolo, in maniera diversa da come sono in realtà. Modena è cambiata tanto negli ultimi 15 anni, ovviamente in peggio. Ormai le “storture”, come lei le ha definite, sono evidenti e non c’è più modo di nasconderle: per fortuna gli elettori sono sempre più informati e hanno maturato una consapevolezza dello stato delle cose che sarà determinante nelle urne'.
Muzzarelli lascia dopo 10 anni, quali critiche si sente di avanzare al sindaco uscente?
'Parto anche qui da una premessa: fare il sindaco è il lavoro più bello ma al contempo più difficile al mondo. Ovviamente le idee politiche mie e del sindaco Muzzarelli sono diametralmente opposte e lo abbiamo può volte dimostrato in consiglio comunale, ma non starò ad entrare nel merito di temi come sicurezza, immigrazione, urbanistica e sociale. Mi dispiace però che Modena abbia perso diverse posizioni in certi ambiti a favore di altre realtà come Bologna, Reggio e Parma, quasi noi modenesi fossimo figli di un dio minore'.
Anche Mezzetti ha scelto toni diversi dal passato, evitando per esempio di agitare lo spauracchio fascista. Come giudica la campagna elettorale del principale vostro avversario?
'Vero, anche se in realtà la coalizione che lo appoggia continua a nascondersi dietro a parole come “omofobo” o “xenofobo” ormai politicamente anacronistiche, anche perché la gente non ci casca più: nessuno in questo Paese toccherà mai i diritti, credo lo sappiano anche i bambini. Al contrario non sento parlare di soluzioni reali per problemi reali: sarebbe sufficiente guardare la città con gli occhi dei cittadini per vedere di cosa ci sia veramente bisogno'.
Se il centrodestra dovesse vincere, quale è la prima promessa, da probabile vicesindaco, che si sentirebbe di rivolgere ai modenesi?
'Questa è una domanda difficile, perché focalizza l’attenzione su un risultato concreto nell’immediato. Invece chi si accinge a governare, se vuole governare bene ed ottenere risultati, deve conoscere tempi e modi per ottenere quei risultati. Ecco: posso promettere dedizione, capacità e concretezza e lo posso garantire a nome dell’intera coalizione. In quale ruolo lo farò, non posso saperlo: io non sono abituato a mettere il carro davanti ai buoi e la squadra verrà scelta dal Sindaco quando sarà il momento'.
Sinora la politica ha assorbito buona parte della sua vita, tornasse indietro investirebbe così tanto nel campo politico?
'Il problema è smettere: io sono come quel fumatore che la sera dice che fumerà l’ultima sigaretta ed il mattino dopo la prima cosa che fa è accenderne un’altra. Le persone a volte non ci pensano, ma alla fine tutto è politica: dalla scelta dell’auto alla decisione di dove andare in vacanza. La politica è in ogni scelta della nostra vita con colori più o meno accentuati... e poi se non ti occupi di politica, è lei che si occupa di te…'
Non ha la sensazione che nel teatro della politica, per citare una delle tante metafore coniate da Berlusconi, sia difficile incidere in modo reale? In fondo che differenza vi è tra le dinamiche interne a un partito di centrodestra o di centrosinistra? Per guardare al quadro nazionale, che differenza sostanziale vi è tra il Governo Draghi e quello Meloni, per citare gli ultimi due Esecutivi? L’impressione è che i veri centri decisionali siano altrove rispetto a quelli ufficiali.
'Parto dalla fine. La politica italiana, intendendo quella governativa, ha sempre di più a che fare con quella europea: sta lì il nodo della questione. Se l’Italia e la sua politica vogliono essere incisive sulla realtà quotidiana, il nostro Paese deve contare di più in Europa e su questo il Governo attuale sta lavorando bene. Le elezioni europee saranno la vera cartina di tornasole per capire il futuro dell’Italia in Europa e, conseguentemente, l’incisività della sua politica. Parimenti, ritengo che la politica Europea abbia molto bisogno dell’Italia e della sua politica, soprattutto di quella liberale di Forza Italia'.
Molti esponenti del centrodestra sono avvocati di professione, pochi invece gli imprenditori che a Modena si spendono in prima persona nel campo alternativo al Pd. Come spiega questa distinzione?
'Che c’è crisi nell’avvocatura. Scherzo, gli avvocati nel loro percorso formativo studiano tante materie che hanno a che fare con il mondo delle istituzioni e quello legislativo, quindi spesso ci si appassiona di tanti temi che hanno a che fare in maniera diretta con la politica, mentre altre professioni ne hanno a che fare in maniera più filtrata'.
E’ vero, a suo avviso, che come affermato da Luca Negrini, a un imprenditore di centrodestra non conviene spendersi in politica in una città come Modena?
'Io nasco liberale e morirò liberale, faccio fatica a pensare a delle categorie così nette. Io vivo Modena sia da libero professionista che da imprenditore nel campo delle energie rinnovabili sia agricolo e non ho mai avuto personalmente sensazioni di tal genere. Vero però che noi siamo anche la città dove se sei un imprenditore lombardo di centrodestra ci metti decenni ad aprire un supermercato…'
La sua famiglia la spinge a continuare sulla strada politica o viceversa vorrebbe si concentrasse su altro?
'Il problema è un altro: mia figlia si è già talmente appassionata alla politica che ora in casa siamo in due contro una, mia moglie. Credo che tra una decina di anni ci sarà un’altra Giacobazzi nelle liste che darà continuità alla “bottega paterna”'.
Qual è il pensiero che la spaventa maggiormente?
'A livello personale, non ho grossi pensieri. Sono una persona ottimista, cerco sempre di trovare la soluzione più semplice alle problematiche e, quando vedo che il risultato non è così immediato, lascio un po' decantare: come diceva il Presidente Berlusconi, a volte a lasciare fermi i problemi per qualche giorno, i problemi si risolvono da soli. A livello generale, da appassionato e studente di storia, sono preoccupato dal periodo che sta attraversando culturalmente l’Occidente'.
Crede in Dio? Pensa possa incidere davvero sulle vicende umane?
'Certo. E sono pienamente consapevole che a volte certi accadimenti della vita possono portare a dubitarne o che certe situazioni siano incomprensibili all’uomo: ma sono altrettanto convinto che un Dio che sia pienamente comprensibile dall’uomo non possa essere un vero Dio'.
Giuseppe Leonelli