Formazione cattolica democratica, ha militato nel Pd fino alla svolta di Renzi, oggi rappresenta la declinazione modenese di una Sinistra moderna ed europea che in Italia fatica a farsi spazio.
Candidarsi a Modena con un progetto alternativo al Sistema Pd, ma che guarda a comunque sinistra. Non crede che al di là della dicotomia destra-sinistra, serva un approccio che guardi soprattutto all'alternanza politica, in una città nella quale da 80 anni governa lo stesso fronte e - in alcuni casi - le stesse famiglie?
'L'alternanza è indubbiamente un valore, ma credo che oggi a Modena serva soprattutto un cambio di modello culturale. Il principale limite dell'amministrazione uscente è rappresentato dalla inadeguatezza culturale nell'affrontare i cambiamenti che la realtà impone sul fronte dell'urbanistica, dell'ambiente e del welfare. Modena Volta Pagina, insieme a Unione Popolare e Possibile, si pone all'interno della cornice della Sinistra moderna europea che cerca di contrattare con l'area post-socialdemocratica per ottenere risultati concreti.
Parliamo del programma appunto. Quali sono i punti essenziali della vostra proposta?
'Ne cito quattro, se mi permette di soffermarmi per qualche parola su ciascuno: rifiuti, casa, welfare e Modena 30'.
Sulla gestione rifiuti pare ormai scontata la critica.
'Noi crediamo che sia il modello Hera nel suo complesso a non stare in piedi. Occorre uscire completamente dalla gestione offerta dalla multitutilty bolognese. Raccolta e smaltimento dei rifiuti non possono essere affidati alla stessa azienda, altrimenti è evidente che il superamento dell'inceneritore, cosa che noi chiediamo, è solamente una chimera. Aimag ha dimostrato nella Bassa che un'altra strada è possibile, così come lo ha dimostrato Forlì. Serve realizzare in Comune un ufficio ambiente degno di questo nome, separando in modo chiaro il controllore dal controllato'.
Sulla casa il Pd ha abbracciato la proposta di Azione. La vostra idea è diversa.
'Il problema casa a Modena è la dimostrazione del fallimento del mercato.
Sul Welfare vi siete spesi più volte, in particolare sul tema Cra.
'Il non aver mantenuto le promesse fatte sulle Cra è la dimostrazione del fallimento della giunta Muzzarelli sul tema del Welfare.
Infine Modena 30. Su questo è pronto a ricevere critiche da più parti?
'Se si è convinti di una idea non importa fare i conti con l'impopolarità apparente. Noi proponiamo in maniera concreta l'adozione anche per Modena, come a Bologna, del limite dei 30 all'ora in molte zone della città. Si tratta in tutta evidenza di un primo passaggio, per quanto fondamentale, al quale ovviamente dovranno seguire misure per ridisegnare l'intera mobilità cittadina, ripensando ad esempio il servizio pubblico, rimodulando la rete dei percorsi ciclabili, pedonali, stradali. Rispetto ai ritmi di vita ai quali siamo abituati, è ovvio che procedere a 30 all'ora richiede un notevole sforzo per cambiare abitudini, ma, in aggiunta alla questione importantissima delle vittime della strada, va detto che se non ci assumiamo fino in fondo la responsabilità come collettività e come individui di cambiare qualcosa nel nostro stile di vita, tutti i discorsi sull'ambiente, sul cambiamento climatico, sull'inquinamento atmosferico restano solo chiacchiere. E intanto continueremo a respirare la pessima aria della pianura padana'.
La sua storia personale si innesta nel mondo cattolico, come è arrivato a questa vicinanza con le forze alla sinistra del Pd?
'L'insegnamento di uno dei miei grandi maestri, Dario Mengozzi, continua ad essere faro del mio agire in politica. Si può essere profondamente religiosi e allo stesso tempo veri laici. Questo significa essere cristiani adulti'.
E lei è cristiano?
'Sì, credo in Dio e sono un cattolico praticante'.
Giuseppe Leonelli