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Voto a Modena, Tonelli: 'Dall'urbanistica al welfare, serve modello diverso da quello Pd'

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Formazione cattolica democratica, Claudio Tonelli ha militato nel Pd fino alla svolta di Renzi, oggi rappresenta la declinazione modenese di una Sinistra moderna ed europea che in Italia fatica a farsi spazio


Voto a Modena, Tonelli: 'Dall'urbanistica al welfare, serve modello diverso da quello Pd'
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Claudio Tonelli, 60 anni, sposato, laureato in fisica, impiegato in una aziende del biomedicale e titolare di una piccola attività agricola a km 0, è il candidato sindaco di Modena Volta Pagina, Unione Popolare (dove confluiscono Rifondazione Comunista e Potere al Popolo) e Possibile, per le prossime elezioni amministrative, a Modena.
Formazione cattolica democratica, ha militato nel Pd fino alla svolta di Renzi, oggi rappresenta la declinazione modenese di una Sinistra moderna ed europea che in Italia fatica a farsi spazio.

Candidarsi a Modena con un progetto alternativo al Sistema Pd, ma che guarda a comunque sinistra. Non crede che al di là della dicotomia destra-sinistra, serva un approccio che guardi soprattutto all'alternanza politica, in una città nella quale da 80 anni governa lo stesso fronte e - in alcuni casi - le stesse famiglie?
'L'alternanza è indubbiamente un valore, ma credo che oggi a Modena serva soprattutto un cambio di modello culturale. Il principale limite dell'amministrazione uscente è rappresentato dalla inadeguatezza culturale nell'affrontare i cambiamenti che la realtà impone sul fronte dell'urbanistica, dell'ambiente e del welfare. Modena Volta Pagina, insieme a Unione Popolare e Possibile, si pone all'interno della cornice della Sinistra moderna europea che cerca di contrattare con l'area post-socialdemocratica per ottenere risultati concreti. Questo campo dovrebbe comprendere anche Sinistra italiana, Verdi e, credo, M5S. Purtroppo queste forze politiche a Modena hanno trovato un accordo strutturale col Pd di governo, senza nemmeno chiedere nulla in termini programmatici. Così, a priori'.

Parliamo del programma appunto. Quali sono i punti essenziali della vostra proposta?
'Ne cito quattro, se mi permette di soffermarmi per qualche parola su ciascuno: rifiuti, casa, welfare e Modena 30'.

Sulla gestione rifiuti pare ormai scontata la critica.


'Noi crediamo che sia il modello Hera nel suo complesso a non stare in piedi. Occorre uscire completamente dalla gestione offerta dalla multitutilty bolognese. Raccolta e smaltimento dei rifiuti non possono essere affidati alla stessa azienda, altrimenti è evidente che il superamento dell'inceneritore, cosa che noi chiediamo, è solamente una chimera. Aimag ha dimostrato nella Bassa che un'altra strada è possibile, così come lo ha dimostrato Forlì. Serve realizzare in Comune un ufficio ambiente degno di questo nome, separando in modo chiaro il controllore dal controllato'.

Sulla casa il Pd ha abbracciato la proposta di Azione. La vostra idea è diversa.
'Il problema casa a Modena è la dimostrazione del fallimento del mercato. L'assenza di alloggi in affitto è un problema che mette a rischio l'attrattività dell'intera città e ne compromette i servizi essenziali, dalla sicurezza alla sanità, passando per l'Università e la scuola. Senza case disponibili i professionisti cercano altrove e se vivono a Modena in alloggi a prezzi esorbitanti, non vedono l'ora di cambiare residenza. Noi proponiamo di potenziare l'Agenzia Casa rafforzandone il ruolo di intermediazione ed entrando nel mondo delle piccole ristrutturazioni finalizzate al recupero degli alloggi sfitti. Non solo, occorre rendere più onerosi i cambi di destinazione d'uso e disincentivare gli affitti brevi, anche a costo di penalizzare l'offerta turistica. Proponiamo inoltre la creazione di un Fondo immobiliare per la ristrutturazione urbana: in altre parole il Comune deve acquistare gli immobili dai privati, ristrutturali e rimetterli sul mercato. Certo servono risorse, ma se questa operazione non la fa il Comune, non la fa nessuno. Il Peep del 21esimo secolo è completamente diverso da quello fondato su cemento e mattone degli anni '80 che Muzzarelli ha in testa, l'attuale giunta, così come quella in completa continuità che Mezzetti è pronto a costruire, è completamente inadeguata ad affrontare problemi nuovi che esigono strumenti pubblici nuovi'.

Sul Welfare vi siete spesi più volte, in particolare sul tema Cra.
'Il non aver mantenuto le promesse fatte sulle Cra è la dimostrazione del fallimento della giunta Muzzarelli sul tema del Welfare. In sei anni è stata realizzata solo una nuova Cra e i posti non sono cresciuti di nemmeno una unità, parallelamente i dati Caritas ci dicono che la povertà a Modena è in aumento e che è sempre meno intercettata. Ecco allora che, come sul tema dell'urbanistica, anche su quello del Welfare il modello culturale della giunta Muzzarelli, con Mezzetti in piena sintonia, è da abbandonare. Il welfare della non autosufficienza in particolare va gestito dal pubblico, serve una visione di sistema e un coordinamento strategico. L'approccio quantitativo non coglie i problemi che abbiamo di fronte e rischia di lasciare indietro un'intera fetta della popolazione. Si pensi al tema della qualità delle mense: la convergenza di interessi tra appaltante e appaltatori nel ridurre i costi crea un servizio scarso in termini qualitativi, senza la possibilità di un controllo reale'.

Infine Modena 30. Su questo è pronto a ricevere critiche da più parti?
'Se si è convinti di una idea non importa fare i conti con l'impopolarità apparente. Noi proponiamo in maniera concreta l'adozione anche per Modena, come a Bologna, del limite dei 30 all'ora in molte zone della città. Si tratta in tutta evidenza di un primo passaggio, per quanto fondamentale, al quale ovviamente dovranno seguire misure per ridisegnare l'intera mobilità cittadina, ripensando ad esempio il servizio pubblico, rimodulando la rete dei percorsi ciclabili, pedonali, stradali. Rispetto ai ritmi di vita ai quali siamo abituati, è ovvio che procedere a 30 all'ora richiede un notevole sforzo per cambiare abitudini, ma, in aggiunta alla questione importantissima delle vittime della strada, va detto che se non ci assumiamo fino in fondo la responsabilità come collettività e come individui di cambiare qualcosa nel nostro stile di vita, tutti i discorsi sull'ambiente, sul cambiamento climatico, sull'inquinamento atmosferico restano solo chiacchiere. E intanto continueremo a respirare la pessima aria della pianura padana'.

La sua storia personale si innesta nel mondo cattolico, come è arrivato a questa vicinanza con le forze alla sinistra del Pd?
'L'insegnamento di uno dei miei grandi maestri, Dario Mengozzi, continua ad essere faro del mio agire in politica. Si può essere profondamente religiosi e allo stesso tempo veri laici. Questo significa essere cristiani adulti'.

E lei è cristiano?
'Sì, credo in Dio e sono un cattolico praticante'.

Giuseppe Leonelli

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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