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Da una parte, il centrodestra, regna la catena di potere gerarchica: il candidato sindaco lo sceglie il senatore Fdi Michele Barcaiuolo, nessuno deve sapere il nome prima dell'annuncio (si dice a metà febbraio) nemmeno in Fratelli d'Italia e tutti gli altri (Forza Italia e Lega comprese) si adeguano.
Dall'altra parte, il centrosinistra, regna lo scontro tra due cosiddetti big, Muzzarelli e Bonaccini, nascosto dietro a tortuosi percorsi che vorrebbero essere democratici.
Ora se è vero che il secondo tipo di approccio ha dei limiti è altrettanto vero che la scelta in solitaria probabilmente è ancor più pericolosa.
Detto questo in casa Pd, non intravedendosi all'orizzonte una sintesi tra 'Giancarlo' e 'Stefano', al momento si sono individuati tre tipi di scenari.
Primo scenario: il lavoro di tessitura del partito approda a una sintesi tra il sindaco e il governatore e alla individuazione di un candidato solo tra gli otto profili emersi dalle consultazioni nei circoli. Di fatto parliamo di un nome tra i quattro più spendibili: Guerzoni, Bortolamasi, Ferrari e Lenzini. Con questo nome condiviso dal Pd poi si andrebbe alle eventuali primarie di coalizione.
Secondo scenario: il lavoro di scrematura tra gli 8 profili possibili si arena a due nomi. A questo punto i due prescelti (verosimilmente Guerzoni e Bortolamasi) andrebbero alle primarie di coalizione, entrambi espressione Pd.
Terzo scenario: non si arriva a nessuna sintesi e il partito modenese, in accordo con Roma, chiede a un candidato esterno di farsi carico di candidarsi per mettere d'accordo tutti. In questo caso i nomi in campo sono tre Baruffi (che però viene visto troppo schiacciato su Bonaccini), Mezzetti o Cecilia Guerra.
Quale sia dei tre lo scenario che si materializzerà lo si saprà a breve. Il Pd ha infatti annunciato che entro metà gennaio avrà definito il tutto.
g.leo.
Redazione Pressa
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