Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
La casa circondariale di Modena registra un vistoso aumento delle presenze rispetto allo scorso anno: ben 456 persone, 80 in più rispetto alla visita precedente di maggio 2022, di cui 268 stranieri. Questi ultimi rappresentano il 58,7% del totale. Sono 313 i condannati in via definitiva, ovvero quasi il 70% della popolazione detenuta. Dato che incide sull'indice di sovraffollamento. Quello relativo al carcere di Modena ha raggiunto il 137% ed è considerato, insieme a quello di Bologna (163.5%), Ferrara (156.5%) tra gli 'allarmanti' in Regione. Lo sbilanciamento è quindi del tutto evidente, con istituti che si collocano in pari con la capienza prevista o perfino al di sotto di questa soglia (Piacenza, Reggio Emilia, Castelfranco Emilia).
Sono alcuni dei macro-dati del dossier relativo all'attività di osservazione delle condizioni di detenzione svolta dall'Associazione Antigone Emilia Romagna e relativa alle visite effettuate nel corso del 2023.
Il dossier intende restituire la fotografia dello stato attuale dei dieci istituti penitenziari per adulti presenti in regione e dell'istituto per minorenni di Bologna.
L’incremento generale delle persone detenute nell’anno 2023 (da 3407 a 3572, dati ufficiali al 31 dicembre) sfiora il 5%, portando la regione Emilia Romagna a un tasso di sovraffollamento pari al 120%, contro il 117.5% del tasso nazionale medio.
Oltre agli indici di sovraffollamento il report Antigone ha voluto portare nuovamente l'attenzione sulle le condizioni di detenzione che non dipendono solo dal numero delle persone ristrette e dalle loro caratteristiche, ma anche da come queste sono ristrette, cha a sua volta dipende anche dal dove.
Il come della detenzione varia da istituto a istituto (alcuni a vocazione trattamentale mentre altri si configurano come punitivi), e all’interno dello stesso istituto può variare da sezione a sezione.
L'attività di monitoraggio ha messo in luce che l’orientamento di alcune prigioni sta virando verso un irrigidimento delle condizioni di detenzione, come nei casi di Reggio Emilia e Bologna.
Il quadro normativo di riferimento
Per quanto riguarda le sezioni, l'attività di monitoraggio si è focalizzata sulla riorganizzazione della Media Sicurezza in regione, con l'applicazione della circolare n. 3693/6143 del 18 luglio 2022 del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria. Questa è volta a suddividere le sezioni della Media Sicurezza in “ordinarie”, a “trattamento intensificato” e 'ex art. 32' (D.P.R. 230 del 2000), differenziandole sulla base di una graduazione tra detenuti considerati più o meno meritevoli di trattamento.
La situazione a Modena dal dossier Antigone
La circolare DAP del luglio 2022 destinata alla riorganizzazione del circuito della media sicurezza non ha portato particolari novità all’interno del carcere di Modena. Nel locale istituto era già utilizzato un modello che prevedeva la divisione tra sezioni ordinarie e a trattamento intensificato, mentre la sezione ex art. 32 DPR 230 del 2000 è già in uso da diversi anni.
A Modena, i detenuti che abbiano dimostrato maggiore capacità di autonomia e di adesione all’offerta trattamentale vengono collocati nelle sezioni a trattamento intensificato, ove vige un regime a celle aperte con
più ampia possibilità di movimento. Gli altri vengono quindi collocati all’interno delle sezioni ordinarie o ordinarie intermedie.
Tra le sezioni così distribuite si registrano differenze significative nell’ambito della cosiddetta offerta trattamentale. La qualità degli spazi invece appare piuttosto omogenea. La struttura, composta da un padiglione più datato e da uno di più recente costruzione, appare complessivamente in condizioni discrete. Gli spazi destinati alla socialità sono spaziosi e ben tenuti nel nuovo padiglione; nel vecchio padiglione, pur essendo gli unici
spazi dotati di ventilatore, appaiono più trascurati.
Sono dotati di tavoli e, in alcuni casi, anche di biliardino e/o tavolo da ping pong, ma spesso mancano le sedie e sembra carente la pulizia degli stessi.
Diverso, invece, il caso della sezione ex art. 32 (ove vige un regime a celle chiuse) e delle sezioni “nuovi giunti” e “isolamento” che sono collocate in una zona dell’istituto piuttosto buia.
Tra le problematiche dell'istituto si segnala l’assenza di un direttore incaricato e la persistente carenza di educatori (4), sempre più significativa in considerazione dell’aumento del numero (assoluto e percentuale) di condannati in via definitiva.
Positivo l’incremento dell’offerta di opportunità trattamentali, con l’attivazione di posti di lavoro alle dipendenze di datori di lavoro esterni e di corsi professionalizzanti, e la costruzione di un secondo campetto per favorire un maggiore accesso alle attività sportive. Si segnala tuttavia la carenza di corsi professionalizzanti e di istruzione all’interno della sezione femminile.