'Sinceramente ho sempre parlato in questi 5 anni e forse avrei dovuto tacere, forse avrei dovuto aspettare e vedere come sarebbero andate le cose - scrive
Roberta Casari -.
Ma non ci sono riuscita per due motivi: l’assoluta certezza che mio padre non si è mai arricchito con Cpl, e di certo non avrebbe mai minimamente rischiato tutto questo, e la gente. La gente che è scomparsa l’istante dopo e che infangava 45 anni di lavoro. Ho sempre detto le stesse cose: che mio padre è sempre stato una brava persona e che non avrebbe mai fatto del male a Cpl, come invece è stato fatto da Cpl a lui. E ora? Ora sinceramente mi verrebbe da andare in Cpl e spaccare tutto, ma tranquilli, spaccherò qualche piatto smeccato e basta. Io dopo 5 anni non dimentico. Ricordo ogni sensazione, ogni fitta allo stomaco, ogni volta che ho pianto e urlato. Non dimentico l’omertà iniziale, dove manco la gente poteva parlarmi, ed oltre che dipendente ero pure socia.
Non dimentico i Lusetti o Gori, applauditi e guardati come i “salvatori della patria”, mentre invece “la patria” l’hanno solo denigrata. Non dimentico le prese di posizione di Cpl. Non dimentico che soci e dipendenti erano terrorizzati in quei mesi, e che la loro opinione se detta e non concorde con la linea poteva costare molto cara. Non dimentico una votazione per un'azione di responsabilità ad alzata di mano, dove chi non l’ha alzata (7 persone, eroi), si vedeva preso nome e cognome. No, io non dimentico, e non c’è risarcimento che tenga'.
L'assoluzione con formula piena per Casari arriva dopo un percorso straziante. Con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa Casari ha fatto due mesi nel carcere di Poggioreale, un mese nel carcere di Modena, quattro mesi di domiciliari, tre mesi di misure restrittive, cinque anni di processo.