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Covid, in Italia nell'ultimo mese 565 morti completamente vaccinati

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L'Iss spiega che comunque il tasso di decesso è tredici volte più alto nei non vaccinati rispetto ai vaccinati con ciclo completo


Covid, in Italia nell'ultimo mese 565 morti completamente vaccinati
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A sette mesi dalla vaccinazione non si registra una riduzione dell’efficacia dei vaccini Covid-19 a mRna nella popolazione generale, mentre si osserva una lieve diminuzione nella protezione dall’infezione (sintomatica o asintomatica) in alcuni gruppi specifici. Lo afferma il quarto report, a cura del Gruppo di lavoro ISS e Ministero della Salute “Sorveglianza vaccini COVID-19” sull’analisi congiunta dei dati della sorveglianza integrata Covid e dell’anagrafe nazionale vaccini.
Nella popolazione generale a sette mesi dalla seconda dose non si osserva una riduzione significativa di efficacia in termini di protezione dall’infezione (sintomatica o asintomatica), che rimane dell’89%. Anche contro il ricovero e il decesso la protezione resta elevata (96% e 99%) a sei mesi dalla seconda dose.
Nelle persone immunocompromesse si osserva una riduzione dell’effetto protettivo verso l’infezione a partire da 28 giorni dopo la seconda dose.

La stima, in questo caso, presenta una variabilità elevata dovuta in parte al ridotto numero di soggetti inclusi in questo gruppo ma anche connessa alla diversità delle patologie presenti in questa categoria.
Nelle persone con comorbidità si osserva una riduzione della protezione dall’infezione, dal 75% di riduzione del rischio dopo 28 giorni dalla seconda dose al 52% dopo circa sette mesi.
Diminuisce leggermente, pur rimanendo sopra l’80%, l’efficacia contro l’infezione nelle persone sopra gli 80 anni e nei residenti delle Rsa.
Confrontando i dati tra gennaio e giugno 2021, periodo in cui predominava la variante alfa, con quelli tra luglio e agosto, a prevalenza delta, emerge una riduzione dell’efficacia contro l’infezione dall’84,8% al 67,1%. Resta invece alta l’efficacia contro i ricoveri (91,7% contro 88,7%). 'La riduzione di efficacia dei vaccini nel prevenire l’infezione potrebbe essere dovuta al tempo intercorso dalla vaccinazione e/o ad una diminuita efficacia contro la variante delta - afferma l'Istituto superior sanità -.

Potrebbero inoltre avere contribuito eventuali modifiche comportamentali a seguito del rilassamento delle altre misure preventive (uso di mascherine, distanziamento fisico)'.

A livello percentuale è molto più probabile morire a causa del Covid se non si è vaccinati, ma gli ultimi dati del bollettino di sorveglianza dell'Iss del 2 ottobre certificano come si possa morire anche dopo una doppia dose di vaccino. Ancora una volta, a livello assoluto, negli ultimi 30 giorni tra gli ultraottantenni sono morte più persone vaccinate (402) che persone non vaccinate (352). Numeri che si spiegano, come detto, col fatto che oggi ben il 91,9% della popolazione over 80 ì vaccinata.
Comunque il vaccino, pur preservando in parte dalle conseguenze gravi del virus, non è uno scudo totale - come alcuni possono pensare - dalle ospedalizzazione o dai decessi. Insomma: il vaccino non immunizza.
Complessivamente, come si evince dalla tabella nell'ultimo mese in Italia sono morte 565 persone vaccinate con ciclo completo (2+16+145+402) e 927 persone non vaccinate.

La spiegazione dell'Iss
Negli ultimi 30 giorni, si rileva come il 25% delle diagnosi di SARS-COV-2, il 35% delle ospedalizzazioni, il 41% dei ricoveri in terapia intensiva e il 46% dei decessi negli over 80 siano avvenuti tra coloro che non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino. Si evidenzia che, nel momento in cui le vaccinazioni nella popolazione raggiungono alti livelli di copertura, si verifica il cosiddetto effetto paradosso per cui il numero assoluto di infezioni, ospedalizzazioni e decessi può essere simile tra vaccinati e non vaccinati, per via della progressiva diminuzione nel numero di questi ultimi. Per esempio, nella fascia di età 80+, dove la copertura vaccinale è superiore al 90%, si osserva che il numero di ospedalizzazioni fra vaccinati con ciclo completo è pari a 1.175 e mentre nei non vaccinati è più basso, pari a 673. Tuttavia, calcolando a partire da questi dati il tasso di ospedalizzazione negli ultimi 30 giorni, si riscontra come questo sia circa nove volte più alto per i non vaccinati rispetto ai vaccinati con ciclo completo (245,3 vs 28,0 ricoveri per 100.000 abitanti). Analizzando allo stesso modo il numero dei ricoveri in terapia intensiva e dei decessi negli over 80, si osserva che negli ultimi 30 giorni il tasso di ricoveri in terapia intensiva dei vaccinati con ciclo completo è ben undici volte più basso dei non vaccinati (1,3 vs 13,8 per 100.000 abitanti) mentre il tasso di decesso è tredici volte più alto nei non vaccinati rispetto ai vaccinati con ciclo completo (128,3 vs 9,6 per 100.000 abitanti).

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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