N.C., che fino ai primi mesi di quest’anno aveva sempre goduto di un’ottima salute, aveva iniziato ad accusare tosse e dispnea anche in seguito a sforzi minimi, tanto da essere sottoposta ad accertamenti nel proprio Paese. Le radiografie le avevano evidenziato una voluminosa massa del mediastino anteriore, maggiormente debordante a sinistra. A quel punto l’inizio di un incubo, dato che i medici curanti albanesi avevano suggerito alla donna di rivolgersi all’estero. Qui è entrata in gioco la figlia della paziente, residente nel modenese, la quale ha ospitato la madre da lei e ha preso contatti con la Chirurgia Toracica di Baggiovara.
«L’aggressività locale di questo timoma – evidenza il Professor Pier Luigi Filosso – si manifesta radiologicamente con la possibile infiltrazione del tronco dell’arteria polmonare sinistra per cui, nell’ottica di offrire un intervento radicale e per la maggiore sicurezza della paziente, ci siamo messi in contatto con la Cardiochirurgia dell’Hesperia Hospital di Modena, diretta dal Dottor Alberto Albertini, per organizzare un intervento complesso in combinata con i Chirurghi Toracici».
L’operazione chirurgica è stata eseguita lo scorso 26 luglio all’Hesperia Hospital, previo nulla osta da parte della Direzione Sanitaria dell’Ospedale di Baggiovara, da un team composto dai chirurghi toracici Professor Pier Luigi Filosso, Professor Alessandro Stefani, Dottor Christian Casali e Dottoressa Beatrice Manfredini, assieme al cardiochirurgo Dottor Davide Gabbieri.
Oggi la paziente, confermata la diagnosi istologica di un timoma B3 stadio IVA, vale a dire molto aggressivo, e di lesioni pleuriche secondarie, ha ripreso una vita
Quello eseguito a luglio è solo uno degli interventi particolarmente complessi messi in atto dalla Divisione Universitaria di Chirurgia Toracica di Baggiovara. Ben 13 sono stati quelli eseguiti dallo scorso gennaio per exeresi di timomi, di cui otto in toracoscopia e cinque con tecnica open (dovute alle grandi dimensioni dei tumori e/o alla loro invasività sulle strutture anatomiche adiacenti). Tali dati possono essere allineati con le divisioni italiane di Chirurgia Toracica di maggior esperienza e più riconosciute all’estero.
«Il caso clinico della signora albanese – commenta il Professor Pier Luigi Filosso – ci insegna ancora una volta l’importanza della multidisciplinarità nella gestione clinica di pazienti affetti da patologie neoplastiche rare caratterizzate da un comportamento biologico aggressivo. Il timoma è un tumore del mediastino anteriore molto raro, che ha la sua maggiore incidenza nei due sessi fra i 50 e 60 anni, spesso associato a una sindrome neurologica, nota come Miastenia Gravis. Nella maggior parte dei casi, i timomi vengono diagnosticati in uno stadio iniziale, in cui la chirurgia (per lo più mini-invasiva-toracoscopia) rappresenta il trattamento di scelta e dove non c’è necessità di ulteriori terapie oncologiche postoperatorie. In una percentuale molto minore, invece, la neoplasia è caratterizzata da un comportamento invasivo nei confronti delle strutture anatomiche mediastiniche viciniori (soprattutto grandi vasi, pleura, pericardio e polmone), per cui la chirurgia (usualmente quella tradizionale, open) richiede la asportazione di importanti strutture invase dalla neoplasia, e talvolta anche la necessità di un approccio combinato con chirurghi vascolari e/o cardiochirurghi. Questo è proprio questo il caso della nostra paziente. La multidisciplinarità è consistita nella sua gestione combinata, sia nel preoperatorio (diagnosi e stadiazione della neoplasia) che durante l’intervento chirurgico e nel postoperatorio».