'Lavoro in un bar e onestamente non avevo la possibilità di fare due tamponi a settimana per recarmi al lavoro - spiega la ragazza -. Ho spiegato la mia situazione nel dettaglio al mio medico e in sede di vaccinazione mi sono messa a piangere per la paura legata al pensiero che la pericardite potesse ripresentarsi, ma ho ricevuto rassicurazione totali. Così ho firmato e ho accettato il vaccino'.
La somministrazione della prima dose di Pfizer è avvenuta domenica 19 settembre.
'Ho riconosciuto subito i sintomi della pericardite: dolori al petto e mancanza di respiro - spiega Naomi Di Donato -. Il medico di base mi ha prescritto una visita cardiologica d'urgenza che ho fatto il 24 settembre. Con l'esito si è materializzato quello che temevo: pericardite acuta. Ancora. Mi è crollato il mondo addosso, non volevo crederci, eppure è proprio così'.
Nel referto si legge: 'Alla luce del quadro di pericardite si pone indicazione a non eseguire seconda dose di vaccino fino alla risoluzione dell'attuale quadro clinico'.
Insomma, nessuna nuova inoculazione fino alla risoluzione della infiammazione al cuore. 'Ci mancherebbe - afferma la 22enne -. Ho messo a rischio la mia vita per poter lavorare nonostante avessi già avuto gravi problemi al cuore e ora dovrei addirittura pensare di fare la seconda dose una volta guarita? Io davvero non capisco perchè a fronte di un quadro clinico come il mio non vi sia la possibilità di una esenzione. Adesso non mi resta che aspettare, rispettare il riposo assoluto e sperare di guarire. Il paradosso è che mi ero vaccinata per lavorare e ora sono in malattia.
Giuseppe Leonelli