'Anche in questo caso abbiamo sentito i responsabili dell'Ausl giustificare il fatto con lo stato di disagio e di sofferenza di malati psichici, spostando di fatto l'attenzione dal vero problema. Che non è quello dei pazienti ma di una Ausl che non pone i propri operatori nelle condizioni di lavorare in sicurezza. E' come se un datore di lavoro si limitasse a dire ad un operaio edile che il cantiere è pericoloso senza fornirgli alcun dispositivo di protezione individuale. Il problema è un sistema sanitario che pur conoscendo la pericolosità di certe situazioni non riesce a garantire la sicurezza delle persone maggioramente esposte. Il problema sta a monte ed è principalmente legato alle responsabilità dell'Ausl. Non si può continuare a giustificare i fatti e trincerarsi di fronte al fatto che si tratta di qualcosa di imponderabile. Non è vero, e si deve fare in modo, anche attraverso il coinvolgimento delle istituzioni per garantire personale e strumenti per la sicurezza al Pronto Soccorso e nelle aree e nei servizi maggiormente esposti' - chiude la referente Fials.
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