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'A Mirandola la situazione poteva degenerare se in quel momento non ci fosse stato un dottore con i nervi saldi e capace di bloccare e di sedare un paziente. Certo è che non ci può basare solo sul casoo giustificare certe reazioni per non affrontare il problema fondamentale, ovvero quello della sicurezza degli operatori sanitari, anche in luoghi maggiormente esposti e a rischio come i pronto soccorso e che in realtà non viene garantita. Soprattutto nelle ore serali gli operatori, spesso donne, sono lasciati soli. Non c'è una guardia giurata e la sicurezza per loro non è garantita'. Così Giuseppina Parente, referente provinciale Fials Modena sul caso del paziente, malato psichico, che dopo il trasporto al Pronto Soccorso dell'ospedale di Mirandola, è andato in escandescenza danneggiando i locali.
'Anche in questo caso abbiamo sentito i responsabili dell'Ausl giustificare il fatto con lo stato di disagio e di sofferenza di malati psichici, spostando di fatto l'attenzione dal vero problema. Che non è quello dei pazienti ma di una Ausl che non pone i propri operatori nelle condizioni di lavorare in sicurezza. E' come se un datore di lavoro si limitasse a dire ad un operaio edile che il cantiere è pericoloso senza fornirgli alcun dispositivo di protezione individuale. Il problema è un sistema sanitario che pur conoscendo la pericolosità di certe situazioni non riesce a garantire la sicurezza delle persone maggioramente esposte. Il problema sta a monte ed è principalmente legato alle responsabilità dell'Ausl. Non si può continuare a giustificare i fatti e trincerarsi di fronte al fatto che si tratta di qualcosa di imponderabile. Non è vero, e si deve fare in modo, anche attraverso il coinvolgimento delle istituzioni per garantire personale e strumenti per la sicurezza al Pronto Soccorso e nelle aree e nei servizi maggiormente esposti' - chiude la referente Fials.
Redazione Pressa
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