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'Dati sensibili e personalissimi, resi pubblici e disponibili a chiunque. Di fronte all'attacco Hacker, la regione ha per troppo tempo negato che ci fosse stata una fuga di dati, ha ritardato di almeno 8 giorni la comunicazione che per legge deve fornire ai cittadini quando si verificano degli incidenti informatici, ed in questo modo chi può essere coinvolto non immagina neanche che i propri dati siano stati resi pubblici'.
Così il consigliere regionale di Forza Italia Valentina Castaldini che nel merito ha esposto alcuni esempi: 'un malintenzionato in possesso di una cartella clinica può chiamare il cittadino facendo finta di essere l’azienda sanitaria, saprebbe talmente tanti dati privati non solo personali, ma anche patologie, trattamenti farmacologici, date di ricovero, che sarebbe difficile per chiunque capire le cattive intenzioni, e immaginiamo quanto sarebbe semplice farsi fornire i dati della carta di credito o assensi a stipule di contratti; un malintenzionato in possesso della copia del documento e del codice fiscale potrebbe, rubare l’identità ad un cittadino, attivare utenze telefoniche, conti bancari, prestiti e addirittura utilizzarlo come prestanome per aprire società con le quali operare in modo fraudolento; un malintenzionato che viene a conoscenza di patologie socialmente impattanti (epatiti, hiv, malattie veneree, disfunzioni sessuali…) potrebbe ricattare il cittadino per non diffondere i dati nella sua cerchia di colleghi e conoscenti, che in un mondo connesso sono sempre più facilmente raggiungibili; i grandi gruppi assicurativi, anche stranieri, potrebbero utilizzare i dati per fare campagne mirate a malati di alcune patologie, o al contrario, potrebbero alzare il premio assicurativo o rifiutare la stipula della polizza a chi ha certe malattie'.
'Questi sono solo alcuni esempi, ma le implicazioni sono infinite' - sottolinea il Consigliere che continua. 'Non sappiamo se nei dati diffusi ci siano procedure interne private, corrispondenza riservata e dati che possono mettere in ulteriore rischio la sicurezza della Regione'.
E su questo piano la conferma arriva indirettamente anche dall'Ausl di Modena che nel pomeriggio ha previsato che 'al momento non sono disponibili informazioni specifiche sul contenuto dei documenti pubblicati sul dark web riferiti a singoli cittadini, essendo in corso le attività di scarico in sicurezza dei singoli file effettuate da ditte altamente specializzate, che richiederanno tempi adeguati e il contatto con le Autorità competenti'.
In attesa una domanda: 'Se non c’è una strategia regionale e un assessore che si occupi di sicurezza informatica come possiamo fare si che non succeda più in un’altra struttura?'. Domanda a cui si affianca quella del partito Democratico per voce dei consiglieri del Partito Democratico Palma Costi, Francesca Maletti e Luca Sabattini. 'Mi associo alla loro richiesta di aiuto, anche io credo che lo stato debba intervenire a sopperire alle mancanze di questa giunta regionale - afferma Castaldini che mette il carico da 90 proponendo di commissariare l’assessorato alla transizione digitale e fornisca una risposta concreta perché sia di supporto alle aziende e ai cittadini nel minimizzare gli effetti della fuga di dati già avvenuta, e soprattutto perché fatti come questi non avvengano più. Anni fa si diceva che i dati personali sarebbero stati le miniere d’oro del futuro, oggi quel tempo è arrivato, e non è possibile che la Regione, alla quale i cittadini danno in gestione i propri dati sensibili, personali e privatissimi, non sia ancora all’altezza di questo compito' - chiude il consigliere Castaldini.