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Gli attivisti di Ultima Generazione bloccano la via Emilia e la Porrettana: caos a Bologna
La Pressa
In 12 si sono legati con catene e sdraiati sulla Strade Statali in piena ora di punta con striscioni che gli automobilisti arrabbiati hanno provato a rimuovere. Poi l'arrivo della Polizia per lo sgombero. Tutti i manifestanti portati in Questura. Un passante si è unito a loro
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Questa mattina un gruppo di 12 persone aderenti alla campagna promossa da Ultima Generazione Fondo Riparazione ha effettuato due blocchi stradali molto vicini: uno su Strada Statale 64 Porrettana e l’altro su Strada Statale 9 “Via Emilia”. Si sono seduti sulla carreggiata, bloccando la circolazione delle auto, hanno srotolato striscioni arancioni con la scritta Fondo Riparazione e hanno indossato un cartello con i nomi delle vittime dell’alluvione dell’Emilia.
La protesta ha avuto inizio alle 8:15 del mattino. Successivamente, a due a due, i manifestanti si sono legati con delle catene. Una corsia è stata momentaneamente liberata per far passare una vettura con le sirene accese che effettuava trasporto organi.
Alcuni automobilisti sono scesi dalle loro vetture e hanno provato a togliere di mano gli striscioni e spostare i manifestanti.
Alcuni dei manifestanti hanno mostrato il foglio che portavano al collo recante l’elenco delle vittime dell’alluvione. Inoltre un giovane estraneo alla campagna di Ultima Generazione ha deciso di aggiungersi alla protesta di sua spontanea volontà, sedendosi sulla strada
Le forze dell’ordine sono giunte sul luogo intorno alle 8,40 e hanno iniziato a sgomberare la carreggiata intorno alle 8:42, consentendo la normale ripresa della circolazione dieci minuti dopo. Le forze dell’ordine, dopo aver rotto le catene con delle tenaglie, hanno infine caricato le persone, che hanno fatto resistenza passiva, sulle volanti e le hanno portate in questura per gli accertamenti necessari.
I ristori per l'alluvione dell'Emilia-Romagna
A fine agosto, dopo 3 mesi dall’alluvione in Emilia Romagna, solo 60 milioni dei €4,5 miliardi stanziati con il primo decreto sono stati spesi, in pratica un misero 5%. Nel frattempo, in Emilia-Romagna, come in tutta Italia, prosegue imperterrita la cementificazione, responsabile di rendere impermeabili i terreni e quindi di aumentare il rischio di dissesto idro-geologico. L’ultimo rapporto dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) rivela che, tra il 2020 e il 2021, l’Emilia-Romagna è stata la terza regione per consumo di suolo: +658 ettari in un anno Al posto di investire per fare la transizione energetica e mettere al riparo il nostro Paese dai danni della crisi climatica, preferiamo seguire un modello ambientale suicida basato sulla cementificazione, che renderà ancora peggiori gli effetti della prossima alluvione.
Con la campagna “Fondo riparazione” Ultima Generazione chiede un fondo preventivo, permanente e partecipato di 20 miliardi di euro, che vada a riparare i danni, sempre maggiori, causati da disastri naturali, come alluvioni, frane, grandine, trombe d'aria e incendi. Si chiede, inoltre, che questi soldi vengano presi proprio dai SAD (sussidi ambientalmente dannosi), dagli stipendi dei politici e dei manager delle industrie energivore partecipate dallo Stato, dalle spese militari e dagli extra-profitti delle compagnie petrolifere.
Redazione Pressa
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