Oltre cento bancarelle, la maggior parte delle quali con vendita di prodotti alimentari e cibo da Europa e dal mondo, prese letteralmente d'assalto da centinaia di persone.
Prodotti da Austria, Belgio, Francia, Germania, Irlanda, Scozia, Regno Unito, Spagna da Paesi extra-europei e da tante regioni Italiane. Si mangia di tutto, tra la calca, con odori e fumi di ogni tipo. Tanta carne, da ogni dove. Con griglie di strada. C'è la paella spagnola, ci sono i biscotti della Bretagna, le specialità al pistacchio di Bronte, tartufi e funghi dalle Marche, i wurstel con crauti, i canederli tirolesi e lo strudel e specialità esotiche. Attrazione per migliaia di clienti, tolti almeno in parte da quelli che sono i locali della ristorazione tradizionale. Dai bar ai ristoranti. Dalla musica, dalla calca dal caos, dalle code alle casse e ai tavolini, si passa al silenzio delle vie e delle piazze anche adiacenti a via Emilia. Dove i locali della ristorazione sono semivuoti.
La manifestazione, organizzata da Fiva-Confcommercio, patrocinata dalla Regione Emilia Romagna, dal Comune di Modena e dalla Camera di Commercio di Modena, è sostenuta di fatto, attraverso le proprie rappresentanze sindacali e, appunto, dalla Camera di Commercio, dalle stesse attività commerciali che oggi sono state penalizzate. Di fatto due volte. Direttamente ed indirettamente.
Non una novità, se si considera che il mercato europeo, itinerante per diverse città d'Italia, è alla sua diciasettesima edizione modenese, ma un motivo di riflessione, anche magari elettorale, sul tipo di ritorno e soprattutto sul tipo di manifestazione che Modena vorrebbe sia avere, ma soprattutto continuare a finanziare, per