Il mondo di Enrico Valenti, incontro con un grande creativo della tv
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Il mondo di Enrico Valenti, incontro con un grande creativo della tv

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Col Gruppo 80 pioniere e sperimentatore di successo, fotografo, pittore, scenografo, creatore di personaggi indimenticabili come Uan e Five... e tanto altro


Il mondo di Enrico Valenti, incontro con un grande creativo della tv
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A Enrico Valenti dobbiamo davvero molto, tanto divertimento davanti alla televisione in compagnia di Five, di Uan (con Bim Bum Bam), Four, Ambrogio; il Gruppo 80, fondato da lui e Kitty Perria ha fatto la storia della tv italiana, l'esordio arriva alla fine degli anni '70 su Canale 5, nasce Five, poi con Uan e Bim Bum Bam il successo è clamoroso. Tanto lavoro, impegno e talento messi insieme, una grande libertà creativa e artistica, la possibilità di sperimentare e di lavorare con dei miti come Mike Bongiorno, Corrado e con tanti professionisti, più o meno noti al grande pubblico. Per scoprire tutto di Enrico Valenti, io e l'amico Francesco Russo l'abbiamo incontrato per un'intervista molto speciale, ricca di storie, di aneddoti e di segreti.  

Qual è stato il tuo primo contatto con la creatività e quando hai capito che volevi lavorare nel mondo dello spettacolo?
Innanzitutto per indole, da quello che mi hanno detto i miei genitori ero portato per il disegno, mi piaceva poi inventare giochi ed ero molto vivace. Ero molto affascinato dalla televisione di quegli anni ('60), non solo dai pupazzi, ma anche dal teatro, Paolo Poli, Dario FO, l'offerta era sicuramente limitata ma di grande qualità. Tutto questo ha suscitato in me l'interesse per le arti espressive. Il colpo di fulmine l'ho avuto da molto piccolo andando in riviera con mia nonna, la sera c'era una baracchina con un burattinaio, mi colpì molto. Diciamo che quello fu l'inizio della passione. Mi facevo regalare i teatrini, costruivo le marionette.



Hai avuto un percorso di studi orientato al professionale, come sei arrivato alla consapevolezza di intraprendere una strada diversa?
Dopo le medie i miei genitori mi hanno iscritto all'istituto tecnico per periti chimici industriali Molinari di Milano, eravamo nel 1968, la scuola era in mano alla nascente avanguardia operaia. Praticamente mi sono trovato nell'istituto più caldo e rivoluzionario di Milano. Alla fine grazie a tutto il fermento di quegli anni quello che in me era rimasto represso è esploso, diciamo che in quel periodo era quasi fatto obbligo essere creativi, il teatro, la fotografia, il disegno, mi sono dedicato a quello e da lì ho trovato la mia strada.

Nel 1977, grazie al tuo lavoro di fotografo di scena arrivi al Teatro del Buratto.
A Milano c'era una stagione fortunata di spettacoli estivi organizzati dal Comune, molti di un certo livello, io mi intrufolavo sempre con la mia macchina fotografica e portavo a casa qualche lavoro; siccome i pupazzi mi piacevano sempre, mi capitò di andare a vedere uno spettacolo del Teatro del Buratto, compagnia di Velia e Tinin Mantegazza, già famosi per aver fatto qualcosa in Rai. Ho fatto un po' di foto e gliele ho mostrate, loro sono stati subito molto interessati e ad un certo punto mi hanno proposto di lavorare insieme, anche coi pupazzi perché avevo dimostrato di avere una certa manualità; erano bravissimi e gli devo molto, ma ad un certo punto il rapporto si è interrotto, anche perché al Buratto ho conosciuto Kitty Perria, l'altra metà del Gruppo 80, che già aveva lavorato con Maria Perego ed era stata tra i fondatori della compagnia. Ci siamo trovati subito e questo ha scombinato i piani dei coniugi Mantegazza, da lì hanno cominciato a mettermi un po' ai margini. Dal 1977 cominciano ad emergere le tv commerciali e con Kitty proponiamo alla compagnia di riaprire anche il discorso televisivo, ma questa richiesta fu vista come un gesto di ribellione. Io e Kitty avevamo iniziato a fare degli esperimenti fuori dal lavoro in una cantina anche per migliorare la nostra professionalità, questa cosa fu poi la scusa che usarono per allontanarci dalla compagnia.

Nel 1979 arriva la tv privata e da subito avete colto questa occasione.
Abbiamo iniziato a Telereporter, dove facevamo tre piccole produzioni con dei topini e poi tramite l'attore Sante Calogero abbiamo coinvolto Marco Columbro. Per Antenna 3 abbiamo realizzato una ballerina che faceva lo striptease per una trasmissione che si chiamava La bustarella. Dei nostri lavori ci eravamo fatti dare dei VHS. Tramite alcuni nostri conoscenti veniamo a scoprire che c'era questa emittente Tele Milano 58 fondata da un giovane imprenditore immobiliare che si chiamava Silvio Berlusconi. Una tv super locale che però divenne prestissimo nazionale, Berlusconi fa poi il primo colpo assumendo Mike Bongiorno e tanti professionisti Rai dell'epoca, tutti già formati e molto validi. Per lanciare il progetto televisivo collabora con due creativi della McCann Erickson Gianni Gottardo e Susanna Allevi che misero in piedi l'operazione Five. I nostri VHS finirono nelle mani di Silvio Berlusconi che ci telefonò e ci chiese di vederci per un appuntamento. Andammo in via Rovani, Berlusconi ci disse che il nostro materiale era interessante e ci chiese se eravamo in grado di realizzare Five, noi gli rispondemmo di sì e ci mettemmo d'accordo per un provino a Milano 2 un paio di giorni dopo. Negli studi c'era anche il Maestro Martelli e con noi Marco Columbro che volevamo a tutti i costi. Berlusconi si divertì moltissimo e da lì cominciò il nostro lavoro.

Com'era la giornata tipo del Gruppo 80? Il vostro tempo era interamente occupato dal lavoro?
Nel 1981, '82, '83 si lavorava ma con dei ritmi umani; poi quando è arrivata Italia Uno con Bim Bum Bam e Uan e poi Rete 4, grandi spazi per la nostra vita privata non ce n'erano. Al mattino mi svegliavo attorno alle 6, 6 e mezza, facevo colazione e poi mi dedicavo alle cose che sapevo non avrei potuto fare dopo, tipo dipingere; dalle 8.30 fino alle 9.30 leggevo la corrispondenza; poi spesso c'era da andare a prendere dei materiali dai fornitori o partecipare a delle riunioni a Mediaset per le telepromozioni con i clienti, c'eravamo noi e Alessandra Valeri Manera. A quel punto si tornava in laboratorio, si iniziavano a scrivere i testi che venivano corretti in un paio di giorni e a realizzare i personaggi, le giornate erano davvero lunghe. 

Quali sono le stati i grandi con cui hai lavorato?
Corrado, Mike, Vianello, poi Marco Columbro, Paolo Bonolis, Sante Calogero. Corrado era un vero signore, garbato, cortese, era un piacere lavorarci assieme. Mike, rigoroso, mai una sorpresa. Come regista Stefano Vicario, un vero signore. Maurizio Pagnussat bravissimo, Francisco Boserman regista di Discoring e Pop Corn, è stato lui a lanciare la Carrà in Spagna, grazie a lui abbiamo conosciuto Giancarlo Muratori (la voce di Uan). Abbiamo avuto il privilegio di incontrare delle personalità che sono state la storia della televisione italiana. 

Com'era la Milano di quegli anni? C'erano dei locali che amavi frequentare?
All'inizio c'erano dei locali dove andavamo abitualmente, alla Locanda del Sole che adesso non c'è più. Spesso e volentieri comunque passavamo le serate a casa nostra o a casa di amici, la discoteca per esempio a me non è mai piaciuta, anche la musica di quegli anni non mi appassionava. Andavo molto al cinema, cosa che adesso non faccio più. 

Come nasce l'intuizione per la creazione dei tuoi personaggi? Avevate tempo di fare prove prima del risultato finale?
Quando arrivavano le commesse allora ci lasciavamo guidare dalla nostra semplice passione e ispirazione, tieni anche conto che c'era fretta e comunque c'era grande fiducia nel nostro lavoro; Five, Uan e Four ad esempio sono subito andati bene. Per le telepromozioni c'era un po' più di ricerca, ma nella media no. Poi dipende dai budget, se ci sono i soldi possiamo fare più prove ed eventualmente delle modifiche. 

C'è un tratto comune nei personaggi che crei?
Sicuramente la cura nella realizzazione, i personaggi realizzati dal Gruppo 80, per definizione, non si devono rompere; questa robustezza non limita la manovrabilità, una delle leggi fondamentali nel mio lavoro è che non serve produrre un pupazzo bellissimo se poi non riesci ad animarlo. Non devi mai andare contro gli animatori. 

Ti possiamo seguire sui social?
Certo, su Facebook sulla pagina del Gruppo80 e su Instagram, la mia pagina personale è @valenti.enrico.
Stefano Soranna

Stefano Soranna
Stefano Soranna
Mi occupo di comunicazione e pubblicità da un po' di tempo. Su La Pressa scrivo di musica, libri e di altre cose che mi colpiscono quando sono in giro o che leggo da qualche parte. La..   Continua >>

 
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