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'C'era anche la sorella di Friday, il 30 enne di origine nigeriana ucciso domenica 20 agosto a coltellate, al presidio, con breve fiaccoltata di ricordo e solidarietà, organizzata dal Comitato Cittaino Pro Rione Sacca, ieri sera, in Corso Vittorio Emanuele a Modena, nel luogo dell'omicidio. Insieme a lei c'erano altri connazionali, della comunità nigeriana di Modena. E con loro, oltre a persone comuni, diversi consiglieri comunali. Venturelli, Di Padova, Carpentieri, Bignardi, per il Pd; Silingardi, Giordani, Moretti, del Movimento 5 Stelle e Alberto Bosi, di Alternativa Popolare. Ritrovo, partenza e arrivo nel tratto di marciapiede in cui Friday si è accasciato per l'ultima volta al suolo, colpito da tre fendenti, uno fatale alla gola. Un corteo silenzioso e sobrio, intervellato dalle parole dei rappresentanti del gruppo organizzatore, Camillo Po e Marco Amendola.
'Siamo partiti dalla volontà di fornire, a pochi giorni dall'omicidio e da un fatto così forte sotto il profilo umano, prima di tutto una testimonianza di umanità, elemento che trascende e prescinde anche il tema pur importante della sicurezza' - afferma Camillo Po. 'Bisogna ripartire dall'umanità e della bellezza, non solo dell'animo ma anche della città, per costruire sicurezza. Una sicurezza che non c'è. Per anni in questa città ci hanno raccontato che l'insicurezza era una percezione. Oggi dobbiamo convivere con fatti del genere e proprio nei luoghi più belli della città, come questa via. Se fatti del genere succedono qui, in centro storico, in pieno giorno, cosa succede e può succedere nelle periferie degradate e abbandonate?'
Un centinaio le persone in corteo, dalle 20.30, in un corso Vittorio blindato da Carabinieri e Polizia di Stato e Polizia Locale. 'Siamo soddisfatti della partecipazione ma allo stesso perplessi della non risposta e della non partecipazione dell'Arcivescovo, o un rappresentante della chiesa, o di esponenti della giunta comunale che governa la città, ma non solo. Nella zona ci sono stati diversi residenti che ci hanno detto che non avrebbero partecipato ad una persona che in fin dei conti era un delinquente. E questo fa pensare perché crediamo che non si debba rispondere all'umanità con la disumanità'.
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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