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Inceneritore Modena a tutto gas: 21.000 tonnellate di rifiuti in più in un anno
La Pressa
Dati Arpae. I primi 8 mesi del 2023 registrano, rispetto al 2022, un incremento sia nei rifiuti urbani sia negli speciali. Con il dimensionamento per area vasta dell'impianto di via Cavazza, a Modena più differenziata si produce, più indifferenziata si brucia

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Il superinceneritore di Modena, dimensionato per bruciare ogni anno una quantità di rifiuti, sia urbani sia speciali, intorno alle 220.000 tonnellate, provenienti sia dal bacino modenese sia da quello extra provincia ed extra regione, continua a non premiare, se non a punire, in termini di impatto ambientale e di emissioni, gli sforzi dei cittadini di Modena e provincia sulla raccolta porta a porta. Del resto questo non è una novità e succede in tutte le province sede di grandi inceneritori. Come quella di Forlì-Cesena. Dove gli sforzi ed i risultati straordinari di un porta a porta davvero integrale e a tariffa puntuale, con risultati consolidati straordinari su scala provinciale che avrebbero ridotto al minimo il conferimento all'inceneritore dei pochi rifiuiti indifferenziati prodotti, sono stati annullati dal conferimento in inceneritore di rifiuti da altre province.
Portando al paradosso, simile a quello verso il quale Modena si sta avviando, di una città dove più si aumenta la raccolta differenziata propri e più si bruciano rifiuti indifferenziati presi da altri. A Forlì, dove la raccolta differenziata dopo l'ingresso nel 2017 di Alea al posto Hera è aumentata a livelli tra i più virtuosi d'Italia, pesa il carico di un inceneritore di Hera, che brucia più dell'80% di rifiuti provenienti da altre province rispetto a quella di Forlì. In particolare, Ravenna. Aumentando emissioni, inquinamento ed impatto ambientale. Prodotto,appunto, dall'incenerimento di rifiuti importati. Con un impatto talmente reale ed oggettivo tale da essere riconosciuto a Modena dalla stessa Hera in termini di indennizzi per disagio ambientale, in quanto comune sede del potente inceneritore. Per Modena ciò significa circa 1,5 milioni di euro all'anno che, paradossalmente (ce ne siamo occupati e torneremo ad occuparcene), finiscono per essere pagati dagli stessi cittadini come costo spalmato nella Tari.
Ed è così che se da un lato la politica di governo della città chiede ai cittadini modenesi sforzi per migliorare la raccolta differenziata e per rendere virtuosa la città, dall'altro continua a consentire di fare trattare Modena, nel quadro regionale e nel bacino Hera d'area vasta della gestione dei rifiuti, di fatto come una grande 'pattumiera' sovratata da una grande ciminiera. Nella quale fare arrivare ogni mese, da ogni dove, e fare bruciare migliaia di tonnellate di rifiuti. Che emettono inquinanti e producono tonnellate di quantità di ceneri a smaltire a loro volta.
L'inceneritore, del resto, è fatto per fare questo: bruciare rifiuti non differenziati. Senza scendere mai al di sotto di un certa temperatura. La plastica, in termini di calore prodotto, è eccezionale. Il porta a porta, per contro, è fatto per produrne sempre meno e per avviare quei pochi prodotti al riciclo. Di fatto in un sistema veramente virtuoso l'inceneritore dovrebbe e potrebbe morire di fame. Invece, soprattutto in realtà con impianti delle dimensioni di quelle di Modena, strutturati e potenziati per coprire un'area vasta e obbligati a mangiare quantità di rifiuti di gran lunga superiori a quella della produzione provinciale, il risultato è quello detto. Quello che emerge dai dati. Gli ultimi aggiornati da Arpae rispetto al conferimento in inceneritore, a Modena, sono quelli allo scorso agosto. Che ci consentono un raffronto tra i primi 8 mesi di quest'anno e quelli dello scorso anno, 2022. Paragonabile a quello svolto e pubblicato qualche giorno nel rapporto tra i mesi di luglio 2023 e 2022.
Intanto il dato principale: nei primi 8 mesi 2023 le tonnellate di rifiuti conferiti all'inceneritore, con le conseguenze in termini di emissioni e scorie (anche collegate all'effetto indiretto ed indotto dalle migliaia di camion necessari per trasportarli), sono stati 149.303. Erano 128.143 nel 2022, quindi oltre le 21mila tonnellate in più quest'anno. Aumentano di circa 8000 tonnellate (dalle 84.000 del 2022 alle 92.000 del 2023), i rifiuti urbani indifferenziati, soprattutto quelli da altre province, che costituiscono il 24% del totale degli urbani all'interno dei quali rimane pressoché invariata, con uno scarto di 800 tonnellate, la quantià di quelli della provincia di Modena (dalle 67.336 del 2022 alle 68.350 del 2023). Continuano allo stesso modo a crescere le tonnellate di rifiuti speciali (in questa categoria ci stanno anche gomme, legno e vari materiali industriale), che passano dalle 49.000 tonnellate dei primi 8 mesi del 2022 alle 57.000 tonnellate dello stesso periodo del 2023.
Aumenti in tutte le tipologie di rifiuto che confermano Modena come centro di conferimento e di incenerimento di area vasta.
Gi.Ga,
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>
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