Quale fu la prima impressione che ti fece Muccioli al colloquio?
'Non mi fece una buonissima impressione, ma sapevo che non avrei avuto a che fare con lui. Tra il neutro e lo scettico, non andavo lì per lui. Fai conto che in assoluto l'avrò visto dieci volte e parlato due volte'.
Come te ne sei andato da San Patrignano?
'Dal 1993, dopo la morte di Maranzano, te ne potevi andare via quando volevi, prima no. Il giorno seguente allo scoppio del caso scapparono subito 300/400 persone. Io sono stato un anno al restauro e due anni negli studenti, dove presi la maturità classica; in quel periodo successe di tutto, mi sentivo di aver finito il percorso ma ero ancora sottoposto alla misura dell'affidamento sociale. Tra il Natale del 1995 e il 1996 nasce una relazione clandestina tra me ed una ragazza, dopo 15 giorni lei lo racconta alla sua responsabile e io vengo preso e mandato nel gruppo dell'ovile nell'attesa di essere rispedito in carcere dove effettivamente andai il 16 gennaio del 1996. Mi è andata bene così, mi ha evitato tante beghe per uscire. Quando ero dentro mi arrivavano dei messaggi tramite l'avvocato di San Patrignano, volevano che scrivessi ad Andrea Muccioli per tornare da loro. Io incominciavo a guardarmi attorno, in carcere mi parlavano di un prete fantastico, Don Nevio che aveva una comunità. Ho chiesto un colloquio con lui e dal settembre del 1996 iniziai alla Papa Giovanno XXIII; un posto che mi è rimasto nel cuore. C'era una vera considerazione dell'essere umano, anche se tossicodipendente. A San Patrignano ti controllavano anche quando andavi in bagno. Sono stato 8/9 mesi da Don Nevio, poi al gruppo appartamento del Sert di Rimini e poi iniziai a lavorare. Il carcere fu la mia liberazione. Dopo ho iniziato a frequentare la LILA, fare volontariato coi malati di AIDS, sono rimasto a Rimini. Andavo al cinema, frequentavo i teatri, i circoli ARCI, tanta cultura'.
La serie non approfondisce l'aspetto mistico di Vincenzo Muccioli, me ne puoi parlare.
'La serie doveva essere in 6 puntate, invece è stata ridotta a 5 e sono state fatte delle scelte. Anch'io comunque immaginavo che la serie iniziasse proprio con il Muccioli guru e santone. La parte esoterica di Vincenzo è effettivamente molto importante, in buona parte degli anni '70 lui ha fatto quello. In quel periodo c'erano personaggi come Uri Geller che piegava gli oggetti e altre figure simili. Muccioli aveva un suo gruppo, fino al 1979 ha proseguito a fare sedute, ma nel 1978, quando arrivarono i primi tossici a San Patrignano, che lui metteva a lavorare, le cose cambiarono. Poi arrivarono i Moratti, che lui aveva conosciuto a Milano, sempre in ambienti esoterici. Loro avevano una nipote tossicodipendente, gliela portarono, una ragazza che tra l'altro ho conosciuto, ed infine il colpo di fortuna, che fu paradossalmente l'arresto nel 1980. Tutta l'italia viene a sapere che c'era una persona a Rimini, che metteva le catene ai drogati. Molte famiglie ne avevano uno in casa, mezza Italia si schierò con lui'.
Mi dai un giudizio sui Moratti.
'Parlavamo spesso, una coppia aperta, cordiale. Li vedevo spesso in giro, conoscevo anche il figlio Gabriele. quello della Bat Caverna. A proposito mi ha fatto sorridere nella serie sentire Letizia Moratti quando dice che ai figli fanno capire il valore della vita attraverso le cose semplici, non gli danno la pappa pronta. E poi gli fai la Bat Caverna!'
Guardando la serie, ho avuto l'impressione che l'unico vero nemico di Muccioli fosse Pannella.
'L'unico nemico giurato sì. Anche nel PCI aveva grandi amici, perché il problema della tossicodipendenza era in tante famiglie. Io ricordo un padre di Carpi che aveva una figlia tossica che era ingestibile, entrava in comunità poi scappava e lui la inseguiva in tutta la provincia. Una volta telefonò anche a me, ma io non la conoscevo. Per genitori come lui, Muccioli fu un'apparizione'.
In una recente intervista al Corriere della Sera, Andrea Muccioli ammette gli errori del padre, mentre Red Ronnie si professa suo soldato e lo difende sempre.
'Red Ronnie difende tutto, è più realista del re, a fare così si fa ridere dietro da chiunque; il suo è il comportamento di un paggio, mentre Andrea può permettersi di ammettere gli errori commessi dal padre, anche perché sotto la sua gestione le cose sono molto cambiate, anche se una decina di persone ha denunciato episodi controversi, ma niente tini o catene. Dopo la morte di Muccioli, gli italiani hanno dimenticato tutto, l'interesse dei media è scemato'.
Come mai Andrea Muccioli lasciò la comunità?
'Nel 2011 i Moratti chiesero al consiglio direttivo di defenestrare Andrea Muccioli, all'inizio il voto fu contrario, ci fu anche una famosa scena dove la madre di Andrea diede uno schiaffo a uno dei protagonisti di quelle giornate, colpevole secondo lei di aver tradito la famiglia. Si pensava che Andrea fosse stato mandato via perché accusato di essere uno spendaccione, ma i Moratti conoscevano da sempre le sue abitudini. Avevano lavorato insieme per anni, te ne accorgi alla fine che spendeva male i soldi? Fu fatto anche un tentativo di compensazione, poi fallito. Andrea gestì poi un ristorante a Riccione'.
Ci sono ancora battaglie legate a San Patrignano che vorresti portare avanti?
'Io ho fatto il mio dovere, in questa serie parlano tutte e due le voci, il documentario è equilibrato. Ci sono state le varie gestioni, prima Vincenzo, poi Andrea e adesso Letizia Moratti, per me il metodo San Patrignano era ed è ancora sbagliato; soprattutto nel reinserimento e nella gestione dei rapporti con la famiglia. Mi piacerebbe ci fosse autocritica, maggiore trasparenza. Non sono in guerra con San Patrignano, ma secondo me ci sono delle criticiticità. Da quello che so è in atto un ridimensionamento, sono stati spesi un sacco di soldi in passato. Magari nella quarta fase San Patrignano cambierà e la famiglia Moratti venderà tutto, vedremo'.