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Italpizza, ripreso lo sciopero Si Cobas: 'Disatteso accordo Prefettura'

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Settanta lavoratori aderenti a Si Cobas hanno protestato in via Gherbella. 'Reintegrati umiliati, turni senza preavviso e rifiuto dell'azienda al dialogo'


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L'assemblea sindacale Si Cobas prevista oggi davanti ai cancelli di via Gherbella dello stabilimento Italpizza, per aggiornare sul rispetto degli accordi sottoscritti in prefettura lo scorso dicembre, si è presto trasformata in uno sciopero nel momento in cui la 'nuova richiesta di dialogo con l'azienda, seguita ad altre avanzate ufficialmente le scorse settimane - affermano i Si Cobas - è andata a vuoto'. Ma non solo. 'Mentre era in corso il presidio - mostrano i rappresentanti sindacali - i nostri delegati all'interno delle due cooperative, sono stati raggiunti da due provvedimenti disciplinari con obbligo di sospensione dal lavoro da domani, e senza giustificazione. Una cosa gravissima' - affermano.
 
Una notifica in tempo reale che ha allarmato ancora di più la settantina di lavoratori presenti ed i loro rappresentanti sindacali.

Tra di loro anche i 13 lavoratori licenziati e trasferiti in altre sedi e che avevano animato lo sciopero ed il presidio permanente davanti ai cancelli del dicembre scorso) e che da ieri, sulla base dell’accordo stipulato in prefettura ad inizio dicembre tra cooperative di lavoratori Cofamo ed Evologica, proprietà e Si cobas, dovevano essere reintegrati nello stabilimento di strada Gherbella.

Un reintegro avvenuto in effetti una settimana fa per dodici di loro 'ma non nei termini previsti' - affermano i Si Cobas.
'Se da un lato il reintegro di uno dei licenziati non è avvenuto in quanto nel frattempo il suo contratto a tempo determinato è scaduto dall'altro - affermano i lavoratori ed i rappresentanti sindacali - l'accordo in prefettura è stato disatteso per gli altri due dei tre punti previsti, contestati e da risolvere entro il 20 gennaio.

Ovvero, turnazioni senza preavviso, rispetto delle mansioni previste dal contratto, ed assenza di confronti sul rispetto dei punti concordati in prefettura, con la proprietà aziendale'

Confronto che i Cobas dicono di avere ripetutamente chiesto ma non ancora ottenuto. 'L'ultimo tentativo - afferma Gianluca Pini dei Si Cobas di Modena - è andato a vuoto oggi. Ma noi siamo qui per ribadire l'invito e la nostra piena disponibilità al dialogo e ad incontrare l'azienda per confrontarci sui punti contestati'

Sono le tante lavoratrici che già avevamo visto nella protesta di dicembre, tra le quali diverse madri, a spiegarci il loro disagio ed il motivo della loro protesta.  'Una volta reintegrate credevamo di tornare alle nostre mansioni. C'era chi prima del trasferimento lavorava direttamente alla tiratura, chi al confezionamento delle pizza. Ma quando siamo rientrate in azienda, tutte, siamo state obbligate a svolgere solo lavori di pulizia. E non solo di bagni, ma anche di cortili, di luoghi sporchi, solitamente inaccessibili dove mai nessuno aveva pulito. Ma non solo. Ci hanno mandato a pulire i tetti, a venti metri di altezza, senza protezioni, vessate nel nostro lavoro. Nonostante ciò abbiamo accettato le condizioni imposte, con la logica del prendere o lasciare, e ci siamo adattate ma dopo qualche giorno  ci siamo rese conto che su queste mansioni venivano fatte lavorare solo le lavoratrici ed i lavoratori iscritti ai Si Cobas e questo ci ha fatto arrabbiare'

'Basta ascoltare i lavoratori e le loro testimonianze per trovare le ragioni di questa protesta. La nostra indignazione e la richiesta di un confronto con l'azienda, va oltre al seppur importante mancato rispetto dell'applicazione dei turni e delle mansioni previste dal contratto, e interessa il modo con cui questi lavoratori vengono trattati, per la sola colpa di avere rivendicato i propri diritti e di essere iscritto ai Si Cobas' - afferma Eleonora Bortolato. 'Non c'è rispetto per la dignità umana di questi lavoratori, oltre che per i loro diritti'

'Se questo è per portarci all'esasperazione e spingerci a fare un passo indietro, e alle dimissioni, sappino che non l'avranno vinta. Noi continuremo a lavorare, chiedendo però rispetto' - spiega una lavoratrice.

Un lavoratore ci mostra sul proprio smartphone i turni inviati dall'azienda. Dopo quello pomeridiano, l’ordine di essere presente al successivo arriva via sms, con un preavviso di poche ore.  'Lavoriamo anche su turni differenziati su 5 giorni consecutivi e i turni del giorno successivo ci vengono comunicati a volte anche dopo le 18,30 del giorno prima. Difficile da reggere fisicamente, impossibile da organizzare per chi ha una famiglia'

E proprio mentre è in corso il presidio i delegati si Cobas nelle due cooperative, vengono raggiunti da una mail con la quale si annunciano provvedimenti disciplinari nei loro confronti. Non è specificato il perché se non un generico 'per fatti avvenuti il 18 gennaio'. Ben chiara al contrario, la sospensione dal lavoro, intimata dal giorno 22 gennaio. Domani.

'Cosa gravissima - sottolineano i rappresentanti sindacali - senza rispetto nemmeno dell'ABC delle procedure'.  Ed è così che l'assemblea sindacale si è trasformata in sciopero e in una nuova mobiitazione destinata a proseguire nei prossimi giorni'

Gi.Ga.

 


Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 


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