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Due voti contrari, quindici astenuti e venti favorevoli. Pur con tanti distinguo e critiche, soprattutto dai sindaci dei comuni montani, della bassa e cosiddetti di confine, il piano di riorganizzazione dell'emergenza-urgenza elaborato dall'Ausl di Modena passa. Approvato. Che se però si considera che i comuni, in provincia di Modena sono 47, significa meno della metà dei comuni a dire Si. 'Inizia una nuova avventura', commenta al termine del voto il sindaco di Modena e presidente della Conferenza Territoriale Socio Sanitaria Giancarlo Muzzarelli. Dopo più di 4 ore di riunione. Da poco prima delle 10 alle 14. Divise tra quasi due di presentazione e oltre due di intervento dei sindaci e dell'assessore regionale alla sanità Raffaele Donini, colpito dai tanti voti non favorevoli.
'Un vero peccato registrare tante incertezze' - aveva già detto al termine degli interventi dei sindaci che hanno anticipato un voto dall'esito non scontato e che ha portato a questo risultato:
Voti contrari dai sindaci dei comuni di Riolunato e Fiumalbo
Voti di astensione dai sindaci dei comuni di Polinago, Serramazzoni, Guiglia, Zocca, Medolla, Concordia, San Felice Finale Emilia, San Prospero, Camposanto, Cavezzo, Bomporto, Ravarino, Bastiglia, Nonantola
Voti favorevoli dai sindaci dei comuni di Modena, Palagano, Lama Mocogno, Formigine, Carpi, Castelfranco, San Cesario, Maranello, Fiorano Modenese, Prignano, Spilamberto, Soliera, Castelvetro, Marano, Vignola, Castelnuovo Rangone, Savignano sul Panaro, Pavullo, Pievepelago, Campogalliano.
Non hanno votato i sindaci dei comuni di Mirandola, Sassuolo e Fanano, San Possidonio, Montefiorino, Sestola, Novi di Modena, Montese e FrassinoroIn tutto se si allarga il numero dei comuni al totale, compreso quelli i cui sindaci non hanno votato, la percentuale di chi è favorevole al piano è meno della metà. Appunto venti su quarantotto. Ma anche sui votanti la maggioranza dei favorevoli è risicata rispetto ai sindaci che non lo sono, ovvero 20 a 17 (15 astenuti e due contrari)
E' soprattutto la riorganizzazione dei mezzi delle rete di emergenza urgenza (schema sotto), che da Mirandola a Modena, da Nonantola alle Terre di Castelli, da Maranello a Pievepelago, perde di fatto due mezzi di soccorso avanzato, a preoccupare gli amministratori pubblici. Riduzioni di mezzi e di funzioni che pur frutto di simulazioni analisi e studi durati mesi non convincono, soprattutto senza una prova sul campo. Modifiche riassunte nello schema che il Dr. Geminiano Bandiera, responsabile provinciale dell'emergenza-urgenza, ha nuovamente illustrato ai sindaci, chiamati ad esprimersi sul piano di riorganizzazione dell'emergenza urgenza elaborato dall'Ausl sulla base di quanto previsto dalla nuova legge regionale che, appunto, riorganizza un sistema che così com'è, soprattutto per mancanza di personale e risorse, non regge più. 'Non eravamo obbligati a questa riorganizzazione, ma sappiamo che questa è l'unica via per non chiudere'- afferma Donini.
Una sorta di aut-aut da parte dell'assessore regionale alla sanità: 'O si cambia o si chiude o si privatizza, non c'è altra alternativa rispetto a quella che stiamo dando. Perché noi non vogliamo né privatizzare, né chiudere. E i segnali ci sono già, anche qui, e tanto più in altre regioni. In Emilia-Romagna abbiamo voluto agire per tempo per evitarlo, anche perché la carenza di personale è ancora importante e continua l'esodo di professionisti dalla sanità pubblica'- afferma Donini.
Un sistema. quello rivisto dalla Regione con tanto di nuova legge, che oltre alla nascita dei CAU porta con se una vera e propria rivoluzione anche nella rete di emergenza urgenza, gestita già oggi, attraverso i mezzi attrezzati, dal 50% di volontari. Sulle cui organizzazioni rischia quindi di scaricarsi ora il peso della rimodulazione dei mezzi di soccorso che da Modena a Nonantola, alle terre di Castelli e all'Area Nord, vedono il passaggio da auto con personale infermieristico, e quindi con personale strutturato, a mezzi di base con personale volontario. Inoltre, per Mirandola, la scomparsa del servizio notturno dell'auto infermieristica. 'A questo proposito - ha specificato l'Ausl dopo la chiusura dei lavori - rimane la garanzia di due mezzi di soccorso avanzati h24 sul medesimo territorio, vale a dire le ambulanze di Mirandola e Finale, e di uno h12 (automedica diurna di Mirandola)'.
Elementi di forte preoccupazione per molti sindaci, soprattutto quelli delle cosiddette aree di confine oltre che periferiche. Da Pievepelago a Concordia, a Ravarino, San Prospero, Zocca.
Sindaci che, insieme ad altri, hanno sottolineato all'unisono le perplessità di fronte ad una mancanza di visione di insieme, nella programmazione di questa rimodulazione, rispetto alle province di confine. Poi c'è il carico troppo pesante rispetto al mondo del volontariato che sta subendo una fase involutiva e di riduzione nel numero di nuove forze. Una preoccupazione, quest'ultima, espressa particolarmente dal sindaco Lagazzi di Guiglia e condivisa anche dal sindaco di Vignola. Il primo però anche attraverso un voto di astensione. Nell'area della Terre dei Castelli si è deciso una riduzione del servizio del mezzo attrezzato a 30 ore settimanali, da lunedì al venerdì. 'Verifichiamo e monitoriamo sul campo e chiediamo che una volta garantite le risorse si ritorni al pieno servizio' - afferma.
Da qui, da parte di molti sindaci sia di centro destra che di centro sinistra, l'annuncio di un voto di astensione, come a dire che un piano di questo genere, capace di sollevare tanti dubbi e tanti interrogativi ancora senza risposta, non può essere approvato a scatola chiusa. Nonostante l'apprezzamento generale per il lavoro intenso svolto dall'Ausl. Le criticità rimangono. Anche perché la carenza di personale che ha portato alla necessità di varare addirittura una legge regionale per riorganizzare il sistema di emergenza urgenza, è sempre più forte e non vede, per ora, sufficienti soluzioni. Anche in vista dell'abbandono del ricorso ai medici a gettone da cooperative esterne ancora attivo nei pronto soccorso di Carpi e Mirandola e che la Regione intende abbandonare già da dicembre prossimo. 'E' un sistema che oltre che costoso, ha contribuito all'allontanamento volontario dei professionisti in organico' - ha sottolineato l'Assessore Donini.

Gi.Ga.
Redazione Pressa
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