Lucrezia e il volontariato: 'Un incidente in moto mi ha cambiato la vita'
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Lucrezia e il volontariato: 'Un incidente in moto mi ha cambiato la vita'

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Il volontariato, ci spiega, è un'occasione d'incontro, un momento per fare qualcosa di costruttivo insieme e, allo stesso tempo, divertirsi


Lucrezia e il volontariato: 'Un incidente in moto mi ha cambiato la vita'
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Lucrezia. Un animo gentile e due occhi grandi color del cielo. Lavora, vive a Modena con la sua cagnolina Cassandra e il suo gatto Cagliostro, conduce una vita avventurosa tra viaggi esotici in Medioriente e crociere tra i fiordi norvegesi.

E' lei la prima protagonista della rubrica de La Pressa, Le donne di Modena.

Ma, oltre al viaggiare, ha un’altra grande passione: il volontariato.
Davanti ad una fumante tazza di cioccolata calda ci racconta la sua storia, di quanto sia fondamentale per lei dedicare anche un minimo del suo tempo a chi ne ha bisogno, in particolare agli ammalati e agli animali abbandonati.
“Da anni ormai aiuto un’associazione modenese che gestisce e si occupa di un canile quì in città. Io in quanto volontaria non faccio granchè, do il mio piccolo contributo e aiuto nell’organizzazione dei banchetti in centro per raccogliere fondi”.



Il suo amore verso gli animali la accompagna sin da quando era bambina. Con occhi nostalgici ricorda le passeggiate ai giardini pubblici con suo padre, la gioia nel vedere cani di ogni colore e stazza unita al terrore dei genitori nel vederla correre incontro ai più grossi e imponenti. “Più il cane era grosso e più mi ci fiondavo incontro. Solo ora immagino il terrore di mio padre nel vedermi vicino a quelli più grossi”.
Poi nel 2008, un grave incidente.
Tornando da una raccolta fondi in sella alla sua motocicletta un’auto la travolge in pieno. Ne esce con un trauma cranico, le due braccia e una gamba rotte. E’ un cambiamento di rotta netto: da totale indipendenza Lucrezia si ritrova alla mercè e alle dipendenze di altri.
“Abitando da sola mi sono ritrovata totalmente dipendente da altri: non riuscivo a cucinare, nè a lavarmi o a mangiare, non potevo fare nulla.

Ho ricevuto tanto aiuto. Parenti, amici o vicini di casa, c’era sempre qualcuno che si liberava per me. Ho ricevuto talmente tanto che una volta guarita sentivo di doverlo donare a mia volta”.
Da allora Lucrezia presta servizio per varie associazioni locali dedicandosi agli infermi e agli indifesi. Ma non solo. Il volontariato, ci spiega, è un’occasione d’incontro, un momento per fare qualcosa di costruttivo insieme e, allo stesso tempo, divertirsi.
“Varie realtà impegnate nel volontariato organizzano attività, laboratori creativi aperti a tutti i cittadini. Quando posso ci vado con le mie amiche: è un bel modo per dare una mano, conoscere e stare in compagnia di persone di diverse età e culture”.



Il messaggio che ci vuole trasmettere è chiaro: la regione pullula di onlus e realtà che accolgono volentieri e con grato riconoscimento l’aiuto di volontari, aiuto che non corrisponde necessariamente ad una somma di denaro, anzi: ciò che è più apprezzato è il tempo da dedicare all’altro, a chi ha bisogno, che sia un’oretta o una giornata intera, in un centro anziani o in un gattile, in un ospedale o in biblioteca.
L’invito è aperto a tutto e a tutti e a chi le dice “ma chi te lo fa fare” Lucrezia non esita a controbattere: “Se devo fare qualcosa per me non sono così insistente ma se lo devo fare per una causa in cui credo o per una persona o animale che so che ha bisogno, io mi ci butto. Forse sembra anacronistico ma sono così”.

Francesca Riggillo

Redazione Pressa
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