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Mascherine: ora il caos è totale
La Pressa
La giungla di limiti, divieti e raccomandazioni, spesso non applicata, che imperversava nelle strutture sanitarie, lo è diventata ancora di più dopo lo stop agli ultimi obblighi, il 30 giugno. Ma c'è chi va oltre come Daniele Giovanardi: 'Dibattito assurdo, sono nocive, obbligarne l'uso è reato'

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Ingressi all'ospedale dove viene richiesto l'uso della mascherina e ingressi dove non lo è. Reparti dove il dispositivo è raccomandato ma dove nessuno, o quasi, e tantomeno i medici, lo usano.
Cartelli che ancora ricordano un obbligo senza riferimenti a termini di legge e responsabili di riferimento ma che vengono puntualmente ignorati. Ambulatori medici che ancora la consigliano, altri che la obbligano, altri che la raccomandano ma solo in caso di tosse o sintomi influenzali. Il caos che fino a qualche giorno fa, il 30 giugno, era già all'ordine del giorno nelle strutture sanitarie pubbliche sull'uso della mascherina oggi, con il venire meno degli ultimi obblighi sull'uso della mascherina, è totale.
Fino al 30 giugno, le regole, prorogate per sei mesi dal precedente provvedimento, erano chiare anche se l'applicazione era alquanto interpretabile e lasciata all'autonomia e alla discrezione delle strutture sanitarie, ospedaliere ed assistenziali. L’obbligo di utilizzo delle mascherine rimaneva unicamente all’interno dei reparti delle strutture sanitarie e socio-assistenziali ritenuti “più a rischio”. In tutti gli altri casi, maggiore potere decisionale era lasciato alla direzione sanitaria della struttura stessa. Fatto sta che anche all'interno di un ospedale come il Policlinico dove convivono locali e strutture ambulatoriali e cliniche di ogni tipo, era difficile capire quale era la regola. Fino a qualche settimana fa, già dalla portineria, veniva indicato l'obbligo di mascherina in reparti ed ambulatori, ma soprattutto in questi ultimi quasi nessuno, compreso i dottori la indossava. Inoltre, i cartelli che indicavano l'obbligo non riportavano riferimenti di legge o dei responsabili per l'applicazione e per l'osservazione degli obblighi stessi. Così da creare un obbligo formale e non sostanziale, difficilmente perseguibile in caso di violazione.
Relativamente agli ambulatori medici, la decisione circa l’utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie rimaneva, fino al 30 giugno, a discrezione del medico di medicina generale e del pediatra di libera scelta. Il 30 giugno è arrivata la scadenza dell'ultima proroga dell'ordinanza del ministero della Salute. Dal 1° luglio l'obbligo è stato tolto ovunque, lasciando ai direttori sanitari la decisione se e dove raccomandarne l'uso nelle situazioni più a rischio. Alla casa della salute di Modena abbiamo verificato che anche il cartello all'ingresso è stato rimosso e all'interno è possibile entrare negli ambulatori senza. Anche se non sono pochi coloro che preferiscono indossarla. E sono di più rispetto ai sanitari dentro gli ambulatori. A spiazzare è proprio questo. Se prima c'era un obbligo o una raccomandazione comunque esplicitata, ora non c'è nulla. Solo una raccomandazione che sta ai piani alti, dirigenziali, divulgare o meno.
'Per quanto riguarda l’uso delle mascherine: tutta la letteratura scientifica è concorde nel documentarne l’inefficacia, tranne in casi particolarissimi' - taglia corto il medico Daniele Giovanardi.
'I virus respiratori contenuti nelle goccioline diventano subito aerosol e si diffondono negli ambienti; hanno un diametro migliaia di volte inferiore alla trama della mascherina che non può filtrarli.
Trattengono invece le gocce che contengono i virus e ti obbligano a reinspirarli e non permettono un normale apporto di ossigeno. E’ impensabile che un qualsiasi direttore sanitario più o meno ansioso si rivolga a personale ed utenti con indicazioni sull’uso della mascherina, per accedere all’ospedale o nelle RSA con indicazioni tipo : è 'sconsigliato fortemente' oppure 'è fortemente raccomandato', che sembrano obblighi ma sono semplici raccomandazioni, anche perché in uno stato di diritto senza una legge apposita ciascuno è libero di respirare come meglio crede. Ancora più assurdo - continua Giovanardi - che un direttore sanitario ti comunichi che non in base alla legge ma a sue personali considerazioni queste raccomandazioni potranno diventare obbligatorie. Ogni giorno in tutta Italia ognuno interpreta queste indicazioni estemporanee in modo differente. La domanda allora diventa spontanea: se ad un cittadino per volere di un qualsiasi zelante esecutore di ordini illegittimi viene precluso un diritto costituzionalmente garantito chi risponde del danno? Detto in altro modo, se si chiamano i Carabinieri chi devono garantire? Chi non viola le leggi o l’arroganza dei prepotenti?'
Gianni Galeotti
Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consiglie.. Continua >>
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