'Il Protocollo si prefigge di sostenere, in un’ottica di rete territoriale, una molteplicità di interventi finalizzati ad affrontare il delicato tema della prevenzione degli abusi sui minori e delle persone in situazioni di particolare fragilità, che saranno monitorati da una “cabina di pilotaggio” nella quale sono rappresentati tutti gli enti coinvolti.
Dal Protocollo d’intesa scaturisce il Progetto, che porta lo stesso titolo, ed è giunto alla seconda fase dopo il positivo triennio iniziale (2021-2024). Infatti sulla scorta degli incoraggianti risultati ottenuti il Centro di Consulenza per la Famiglia ha elaborato un nuovo Progetto che si prefigge, per il triennio 2024-2027, di consolidare, dare continuità e incrementare le attività messe in campo nei primi tre anni dall’iniziativa, siano esse di natura informativa, preventiva, formativa e di sostegno consulenziale, che hanno visto nel territorio della provincia di Modena un aumento di bisogni e di richieste.
Pur avendo una durata triennale, ogni anno le specifiche attività realizzate e i risultati conseguiti nell’ambito del Progetto saranno sottoposti a verifica da parte della “Cabina di pilotaggio” come stabilito dal Protocollo e, per ogni anno, è stato predisposto e condiviso un piano finanziario che prevede un impegno di risorse pari a 165mila euro, la cui copertura è assicurata dalle erogazioni delle Fondazioni.
'Il progetto - ha commentato monsignor Maurizio Trevisan - vanta una rete già radicata sul territorio, che andrà ulteriormente ampliata al fine di diffondere una maggiore cultura della cura nel territorio”. Un’azione quanto mai necessaria - ha aggiunto - che in questi anni si è sviluppata a tre livelli: “un livello di accoglienza e prevenzione remota, che ha registrato 4.500 accessi, un livello formativo, che ha coinvolto 1.200 persone, e infine la presa in carico di situazioni di abuso che nell’ultimo triennio ha registrato una ventina di persone'.
Nel suo intervento, l’arcivescovo ha ringraziato le Fondazioni e altre realtà che hanno reso possibile il rinnovo del Protocollo. 'Il punto principale - ha sottolineato - è quello della prevenzione che consiste nell’individuazione di sintomi che possono preannunciare forme di abuso'. E quest’ultimo - ha spiegato 'può essere di potere, giocando sul fascino dell’educatore, di coscienza o fisico. E talvolta le tre dimensioni s’intrecciano.
Dalle voci dei rappresentanti delle Fondazioni è emerso l’apprezzamento per i risultati raggiunti dal Progetto e il valore della collaborazione tra enti a beneficio del territorio. A oggi i risultati - ha sottolineato Matteo Tiezzi, presidente della Fondazione di Modena - 'Confermano la bontà di un progetto che, tutelando i più fragili, offre un servizio per l’intera comunità'. Per le Fondazioni coinvolte, tra cui Carpi, Mirandola e Vignola: 'Non bastano gli interventi sporadici, ma è necessario lavorare in un’ottica di comunità al fine di rendere armonico ogni intervento'.