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Modena, un'altra viabilità è possibile: Burzacchini immagina 'strade democratiche'

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Il documento realizzato dall'ex presidente Amo Andrea Burzacchini, insieme a Claudio Borsari, anch'egli modenese all'estero, esperto di mobilità


Modena, un'altra viabilità è possibile: Burzacchini immagina 'strade democratiche'
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Immaginare una mobilità moderna ed europea per Modena, 'affinché Modena diventi davvero una città per le persone, in cui il muoversi a piedi, in bicicletta e con i mezzi pubblici sia attrattivo e naturale, come accade nelle città d’Europa'. E' questo l'obiettivo del documento realizzato dall'ex presidente Amo Andrea Burzacchini, insieme a Claudio Borsari, anch'egli modenese all'estero, esperto di mobilità.
Un testo, nelle intenzioni dei due autori, 'a disposizione degli amministratori, delle forze politiche, delle associazioni, degli stakeholder, dei media, e di tutti i cittadini affinché possa contribuire al dibattito sul futuro della mobilità nella nostra città'.

'In questo documento vogliamo lanciare alcune idee per contribuire al dibattito sulla mobilità a Modena, ancora avvolta in una visione troppo novecentesca e incentrata sull’auto per conseguire quegli obiettivi di sostenibilità economica, sociale ed ambientale così necessari per lo sviluppo e la qualità della città - scrivono Burzacchini e Borsari -.

Le sfide che abbiamo davanti sono enormi: cambiamento climatico, salute, rigenerazione e sviluppo dell’economia locale. La mobilità è il tessuto connettivo del territorio e di tutte queste sfide, eppure rimane il settore più impermeabile a significative riduzioni di emissioni. Gli impatti della mobilità automobilistica su salute (inquinamento, scarsa attività fisica, stress) e sicurezza (incidentalità e rischio per gli utenti più vulnerabili) rimangono spesso senza risposta. Riteniamo che la mobilità sia prima di tutto una questione di spazio: troppo spazio viene dato a veicoli troppo grandi e veloci, sia in movimento (carreggiata) che in sosta (parcheggi). Riteniamo necessaria una svolta nell’allocazione degli spazi pubblici tra diversi modi di trasporto e attività urbane, invertendo “l’arroganza dello spazio” e rendendo le strade più democratiche - sicure, belle, inclusive, silenziose, pulite edeconomiche; strade per le persone'.

'Il primo e fondamentale modo di trasporto sono i piedi.

Crediamo sia importante uscire dalla logica della “pedonalizzazione” del “salotto della città”, per fare un’opera di messa in regola e sicurezza dei marciapiedi in tutta l’area urbana così da permettere a tutti (inclusi disabili e famiglie con passeggini) di potersi muovere in maniera indipendente. Riteniamo necessaria un’opera dettagliata di risoluzione dei punti critici, anche con un “difensore dei diritti dei pedoni” a cui i cittadini possano rivolgersi direttamente. Siamo convinti che sia necessario un salto di qualità dell'infrastruttura ciclabile, spostando la mobilità ciclistica dai marciapiedi alla carreggiata, prevedendo priorità ciclabile nelle stradelocali e percorsi sicuri e protetti dove il numero di veicoli aumenta, eliminando completamente i “ciclopedonali”. Le intersezioni devono permettere ai ciclisti di compiere in sicurezza tutte le manovre necessarie e non rappresentare interruzionio sezioni sub-standard nei percorsi ciclabili. Bisogna prevedere stalli per biciclette di quantità e qualità adeguata, sia negli spazi pubblici che in tutti gli interventi privati tramite apposito standard urbanistico'.

'Il trasporto pubblico è complementare a pedonalità e ciclabilità sulle medie distanze. Crediamo sia utile passare immediatamente alla fase realizzative dello studio di aMo pubblicato a luglio, programmando nei prossimi anni il riassetto del TPL urbano. Riteniamo importante un lavoro amministrativo a tutti i livelli per ottenere un aumento dei finanziamenti per il TPL modenese e continuare a migliorare l’integrazione e semplicità delle tariffe, per risolvere il non invidiabile primato di essere la più grande città italiana senza servizio serale e notturno. Sono inoltre opportuni interventi straordinari di miglioramento e messa in sicurezza delle fermate, con spazi sicuri, confortevoli, accessibili, informazioni all’utenza e interscambio multimodale per l’ultimo miglio. Per quanto riguarda la circolazione veicolare, appare chiaro che questa ha raggiunto e superato il massimo possibile nella nostra città, e dunque la pianificazione urbanistica e della mobilità dovrebbero lavorare insieme per ridurre l’uso dell’automobile, sia sui nuovi interventi che in generale nell’area urbana. È quindi necessario spostare gli interventi dalla “fluidificazione del traffico” alla riduzione e messa in sicurezza degli spostamenti veicolari con un limite generalizzato dei 30km/h, riduzione di parcheggi e carreggiate, riduzione dei raggi di curvatura, messa in sicurezza degli attraversamenti e una politica della sosta il cui obiettivo sia di intercettare la mobilità automobilistica ai limiti dell’area urbana e ridurre il parco circolante in città. Infine, alcuni interventi al contorno a supporto di una moderna pianificazione della mobilità: misure specifiche per il centro storico, sviluppo di una logistica sostenibile e sicura (standard di sicurezza per i veicoli, formazione degli autisti, consolidamento delle consegne, uso di biciclette cargo) a rimpiazzare l’attuale farwest di furgoni, pianificazione sostenibile dell’accesso agli eventi (sportivi, musicali, culturali, etc.) e regole chiare per l’innovazione tecnologica che assicurino il primato degli spazi pubblici per le persone rispetto a veicoli autonomi equalunque altra innovazione tecnologica (per non ripetere l’errore degli ultimi decenni in cui tutto viene progettato per gli autoveicoli). In conclusione, riteniamo che una città migliore per tutti si possa realizzare tramite spazi pubblici che permettano agli utenti più vulnerabili, dai bambini agli anziani, dalle persone più fragili a chi ha difficoltà motorie o sensoriali, di effettuare gli spostamenti quotidiani in sicurezza e indipendenza. Questa drastica limitazione della libertà di movimento senza automobile è l’indicazione più lampante (e grave) dei serissimi problemi negli spazi urbani modenesi che questo documento vuole contribuire a risolvere'.

Qui il documento integrale.

Nella foto i cosiddetti filtri modali (o chiusure selettive): interruzioni del traffico automobilistico che consentono invece il passaggio di pedoni e biciclette. Tale misura (di fatto sono “paletti”) disincentiva l’uso dell’auto per attraversare i quartieri

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 


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