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E' morto a Frassinoro dove viveva con la moglie e la figlia da quando era andato in pensione, Roberto Bianchi, che avrebbe compiuto 99 anni fra pochi giorni. Era l'ultimo partigiano rimasto in vita che aveva partecipato alle battaglie che fecero nascere l'esperienza della Repubblica di Montefiorino.
Roberto Bianchi, classe 1924, era uno dei più giovani a far parte di quella esperienza. Come molti suoi coetanei l'8 settembre 1943 era militare e alla notizia dell'armistizio e fuggì per unirsi alla Resistenza sul suo Appennino. Partecipò a numerose battaglie fra le montagne modenesi e reggiane. Dopo la guerra si trasferì a Milano per lavoro, per poi tornare nel suo Appennino modenese una volta andato in pensione. Avrebbe compiuto 99 anni il 29 dicembre e da circa una settimana era ricoverato all'ospedale di Baggiovara. Il funerale è in programma domani alle 15 alla chiesa di Frassinoro.
La Repubblica di Montefiorino è stata una delle esperienze più originali della Resistenza italiana: nacque a metà del giugno del 1944 quando i partigiani riuscirono a strappare ai nazifascisti alcune zone dell'Appennino modenese e reggiano (fra cui Frassinoro, paese di Roberto Bianchi), ben prima della liberazione di città anche molto più a sud. Il territorio si proclamò indipendente e lo rimase fino al primo agosto 1944, quando i tedeschi riconquistarono la zona dando alle fiamme il paese di Montefiorino e la sua rocca.
La Repubblica aveva un proprio esercito, un proprio ospedale e un proprio tribunale, ma fu anche un laboratorio politico per le varie forze politiche che si opponevano al fascismo. Ne fecero parte personaggi come Mario Ricci ed Ermanno Gorrieri che hanno poi avuto, finita la guerra, importanti ruoli rispettivamente nel Partito Comunista e nella Democrazia Cristiana. Gorrieri, in particolare, è stato fra i fondatori della Cisl e ha avuto anche una breve esperienza di governo come ministro del Lavoro.
Redazione Pressa
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