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La discussione sul trasferimento nell'area da rigenerare dell'ex pro-latte, oggi di proprietà di CPC, della sede del centro culturale islamico di Strada S.Anna (oggi su area comunale), ha ormai generato un corto-circuito politico ed istituzionale: l'accordo di programma sancito tra Comune e CPC poi approvato in consiglio comunale nel luglio scorso, comprende al suo interno anche il trasferimento del centro culturale islamico e moschea di strada S.Anna nell'area ex industriale Pro-Latte abbandonata da 20 anni e acquistata all'asta dalla CPC. Trasferimento frutto di uno scambio tra CPC (che ha bisogno dell'area del Comune dove ora c'è la moschea per continuare il progetto di espansione), e Comune. Con CPC che per compensare il Comune offre lo stesso spazio in un'altra area di sua proprietà. Ovvero l'ex pro-latte. Che non è proprio la stessa cosa. Perché se in strada S.
Anna la moschea si inserisce in un contesto ancora prettamente industriale, all'ex pro-latte si inserisce in un contesto misto industriale ma soprattutto residenziale. Generando un impatto tutto da verificare nella sua portata.
E qui sta il nodo. Perché se da un lato il Comune, con l'accordo di programma ha assunto un impegno con CPC per il trasferimento della moschea, inserendolo tra le righe dell'accordo di programma sul piano di espansione urbanistica, dall'altro non è detto che questo impegno possa sfociare nella realizzazione del progetto. Anche perché per ora non c'è nessun progetto. Elemento alla base del voto di astensione di Sinistra per Modena che ha sottolineato come allo stato attuale non ci sia di fatto nulla su cui parlare, almeno nel merito.
Un progetto di nuova moschea che sarà compito di CPC, proprietaria della ex pro-latte, redigere e presentare, e che non è detto potrà avere le caratteritiche per essere fattibile e compatibile con il contesto dell'ex pro latte stessa e soprattutto con i vincoli ora più rigidi imposti dal PUG, anche in relazione al beneficio pubblico richiesto ad ogni nuovo progetto.
Di seguito lo stralcio dell'accordo di programma comprendente anche il trasferimento della moschea
E a riportare l'attenzione sul livello assolutamente embrionale dell'ipotesi non ancora tradotta in progetto (così come non lo sono il parcheggio multipiano da 800 posti o l'area hospitality da 15 piani), è stata l'assessore all'urbanistica Anna Maria Vandelli, intervendo in chiusura della discussione consiliare sull'ordine del giorno presentato dal PD, e approvato a risicata maggioranza con il voto contrario di tutta l'opposizione e l'astensione di Sinistra per Modena, in cui si chiede, a fronte della realizzazione della moschea (evidentemente già data per scontata dal PD), di garantire una quota di verde da un terzo alla metà del resto dell'area dell'ex pro-latte. Area che, si comporrebbe così di moschea per un terzo, di verde per un altro terzo e di palazzine Ers per un altro terzo. Una suddivisione che, appunto, vive per ora a livello di ipotesi. Così come, appunto, lo sono gli 800 posti di un nuovo parcheggio multipiano e così come lo è la torre albergo da 15 piani sempre all'interno del progetto di espansione CPC. Tutti punti inseriti nell'accordo di programma ma solo in linea di indirizzo. Che dovrà tradursi in progetto da sottoporre a tutti i passaggi previsti, compreso quello in consiglio comunale. In sostanza,la discussione attuale, e tanto più di merito sulla suddivisione delle aree all'interno dell'ex pro-latte rischia davvero di essere sterile per non dire inutile, senza un progetto almeno di fattibilità.
Gi.Ga.