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Oggi Smash repression, un anno fa il grande Rave di Modena

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Il fenomeno dei rave party nasce grazie agli Spiral Tribe negli anni 90, in Inghilterra


Oggi Smash repression, un anno fa il grande Rave di Modena
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E’ passato un anno da quando a Modena si è svolto il rave party che ha creato un terremoto nazionale e che, come un boomerang, è tornato alle cronache della città con la manifestazione bandita da Smash Repression il sabato 28 Ottobre 2023.

All’alba del suo primo anniversario, questo articolo tenterà di ricostruire un fenomeno esattamente come abbiamo fatto un approfondimento su Smash Repression. Per farci aiutare in questa ricostruzione abbiamo chiesto aiuto a Karl (nome di fantasia) che ha organizzato rave a cavallo degli anni ‘90 e 2000 la cui intervista integrale la potete trovare su Wordsfly.

Per ricostruire gli eventi è necessario prima capire il fenomeno dei rave party.

Secondo Karl “nasce grazie agli Spiral Tribe negli anni 90, in Inghilterra”, seguendo l’idea dei TAZ (Temporary Autonomous Zone - zona temporaneamente autonoma), termine coniato da Hakim Bey che identifica una tattica per creare luoghi temporanei che sfuggono dal controllo delle strutture formali di controllo come lo Stato. Operativamente chi suona sono generalmente band techno, i cosiddetti sound system, che sono anche coloro che organizzano i rave. Non esiste, però, una vera divisione tra pubblico e organizzatori per Karl: “Insomma, ogni singolo partecipante è responsabile per quello che succede, non si può parlare di organizzatori e visitatori, parliamo di una comunità, o meglio di una famiglia.”

Questo ha portato a fare feste aperte dove teoricamente chiunque può partecipare e, allo stesso tempo, ha spinto i sound system a farsi il proprio equipaggiamento.

Arriviamo al tema scottante.

Da un lato è vero che la droga gira, ma Karl precisa che “vanno ovviamente assunte con coscienza in base alla propria resistenza”. Insomma, pur in un clima antiproibizionista gli organizzatori non incentivano un clima di uso e abuso delle sostanze, anzi, c’è una cernita tra quali droghe possono entrare. La paura è che gruppi criminali possano approfittarne, per questo si controlla serratamente quale droga entra, spesso usufruendo di giri consolidati.
Ad ogni modo, l’idea dei rave funzionò alla grande.

Per dare un’idea, la Woodstock dei rave, il Castlemorton Common Festival, raccolse in Inghilterra nel 1992 ben 40.000 persone. Da allora i rave si sono espansi a macchia d’olio e così anche nella provincia di Modena. ll 15 febbraio 2020 ce n’era stato uno in zona Madonnina e prima ancora, il 18 novembre 2017, un altro si svolse a Finale Emilia nella ex-ceramica Edera in Via Amalfi. Non era quindi la prima volta per Modena quando, il 29 ottobre 2022, un rave party per festeggiare Halloween, il Witchtek 2022, inizia nella zona di Via G. B. Marino in un vecchio capannone industriale.

Solitamente il luogo viene sempre selezionato con cura previa supervisione, dice Karl e se la polizia “non arriva prima di mezzanotte, la festa si farà”. Lo stesso dice al Corriere della Sera uno dei partecipanti, aggiungendo che “ti mandano la posizione esatta tre ore prima”. Il capannone in questione è in apparenza perfetto. Non recintato, non frequentato se non da graffitari (street artist), vicino all’autostrada (A1 e A22), accanto ad un grande parcheggio (quello di Grandemilia e Modena Fiera) e vicino ad una strada asfaltata su cui far passare i camion col materiale. Il giorno dopo, il 30 Ottobre 2022, improvvisamente le testate nazionali si scatenano. “Modena, le immagini del rave” (La Repubblica), “Modena, al rave party musica, alcol, canne e ragazzi in delirio” (Corriere della Sera), “Modena, il rave party continua” (La Stampa). Si annunciano “migliaia di giovani” e girano numeri di 3.500 partecipanti, ma non si sa chi l’abbia detto. È probabile che un comunicato stampa sia finito contemporaneamente a tutte le redazioni come spesso capita e così spiegherebbe la similitudine del contenuto articoli, ma è impossibile confermarlo. Fatto sta che l’aspetto scandalistico prende il sopravvento da subito, nonostante sia un rave di dimensioni contenute (un rave definibile “grande” fu il Teknival di Pinerolo che, 16 anni fa, ha registrato 40.000 persone). Con strana puntualità il 31 Ottobre 2022 viene emesso un Decreto Legge, il numero 162, che prevede all’Articolo 5, comma 1, per gli organizzatori una “ pena della reclusione da tre a sei anni e con la multa da euro 1.000 a euro 10.000”, mentre per “il solo fatto di partecipare all'invasione la pena e' diminuita”. Il perché di un intervento così rapido (e inusuale per un governo italiano) è presto detto. Leggendo l’intestazione e gli altri articoli si scopre che questo Decreto Legge era già in preparazione sia per modificare le pene carcerarie specie per i mafiosi (Art 1, 2, 3, 4) e sia per fare delle disposizioni anticovid (Art 7) oltre che ritardare le modifiche volute dal Governo Draghi e dalla Ministra Cartabia a fine anno (Art 6) per “per consentire una piu' razionale programmazione degli interventi organizzativi di supporto alla riforma”. Insomma, già che c’erano, hanno messo anche quello.

Ad ogni modo nella giornata, tutte le testate nazionali, dalla Stampa a Repubblica danno notizia dell’inizio dello sgombero che avviene in maniera perfettamente ordinata. Cosa giusta per Karl che cita l’esempio negativo quando ha partecipato al Czechteck del 2005 per cui in Repubblica Ceca è scoppiato un caso politico. Il 1 novembre 2022, Ansa afferma che “sono state identificate 1.383 persone in deflusso dal rave e controllati 337 veicoli” con il Corriere della Sera, il Riformista, il Resto del Carlino e altri che annunciano il sequestro di “100 pezzi per un valore stimato di almeno 150.000 euro”. I partecipanti hanno pulito il capannone e niente droga viene riportata, solo il 3 Novembre ModenaToday annuncerà che a Brescia è stato arrestato un partecipante con della droga e un giro di spacciatori nei rave sarà sgominato come annunciato dal Corriere della Sera il 13 Febbraio 2023, ma nessuna prova.

Appena iniziato il rave era giunto anche il proprietario che, come riportato da Il Fatto Quotidiano l’1 novembre e da La Repubblica il 31 ottobre, afferma che è colpa del Comune che “non gli ha mai permesso di cambiare la destinazione d’uso” da agricola a commerciale o servizi. Ovviamente il comune ha negato di non essere in contatto con il proprietario il 2 febbraio 2023 ad una interrogazione al consiglio comunale. L’assessore all’Urbanistica Anna Maria Vandelli ha dichiarato in quell’occasione che “la trasformazione di un’area agricola, come in questo caso, a funzioni di altra natura, è una trasformazione complessa ed è sempre previsto un contributo straordinario”. Insomma, come spesso capita, non c’è un chiaro colpevole.

Ma alla fine, cosa è successo in un anno?

Il 25 ottobre di quest’anno il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha pubblicato sui suoi profili una grafica che affermava: “In un anno azzerati i rave illegali”. Così, anche altri membri della maggioranza di governo hanno fatto eco. Pagella Politica ha verificato queste dichiarazioni e ha scoperto che nell’arco di un anno sono stati organizzati almeno 9 rave party tra Lazio, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Campania. Questi i soli rave scoperti. D’altronde, è difficile battere qualcuno che volontariamente infrange la legge, usando la legge. Questa è gente tosta, Karl l’ha detto perfettamente: “In loro c’è voglia di emanciparsi dal papà Stato, il resto che dicono i giornali è tutto bullshit”.

La conclusione che si potrebbe dare a questa ricerca alla fine è semplice: se vuoi contrastare un fenomeno, lo devi imparare a conoscere. Capire, conoscere, però, sono stati scambiati di questi tempi con la complicità e la voglia di spiegare con una becera giustificazione. Finché questo non verrà spezzato, a pagare saremo noi cittadini ed è per questo che io mi sono addentrato in questo mondo per voi, pur non condividendo i loro contenuti. Alla fine, basta solo avere sete della verità per fare la differenza.
Alberto Avallone

Redazione Pressa
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