Ostetricia Carpi, salta il lotto per personale esterno: l'emergenza continua

Nel bando da 327.000 euro per 6 mesi, è stata esclusa l'unica offerta presentata. Aggiudicato il lotto per Mirandola, dove ha chiuso il punto nascita


Era successo per il punto nascita di Mirandola, con l'affidamento per 5 mesi, poi prorogati di un mese fino a fino dicembre, alla società cooperativa Novamedica, così come era stato per il punto nascita dell'ospedale di Carpi. Ultimo atto, di fronte ad una vera e propria emorragia di ostetriche, l'affidamento in via d'urgenza, per un mese, dall'1 dicembre fino all'8 gennaio 2023, di un paccheto di 38 turni di cui 30 normali e 8 turni con reperibilità, per un totale di 77mila euro.
Circa 2000 euro a turno, solo per tamponare la carenza di personale fino all'8 gennaio.
Il tutto in attesa dell'esito della super gara per l'affidamento a personale medico esterno di tre lotti che pur in una logica non ideale dell'affidamento del servizio di personale esterno avrebbe dovuto supplire alle carenze per almeno sei mesi, rinnovabili fino ad un anno. Una gara che si divideva in tre lotti: il numero 1 per medici dell'emergenza urgenza nella rete ospedaliera provinciale (ne abbiamo scritto nei giorni scorsi), e i lotti 2 e 3 per, rispettivamente, i reparti di ostetricia di Carpi e Mirandola. Una gara che nell'esito del 13 gennaio scorso non ha portato, almeno per Carpi, all'aggiudicazione del servizio. L'unica offerta presentata per questo lotto e per la gestione, per sei mesi rinnovabili di altri sei, dei servizi ospedalieri di ostetricia e ginecologia dell'ospedale di Carpi per 327mila e 600 euro, non è andata a buon fine per insufficienza di parametri tecnici.
A buon fine invece il lotto 3, per la fornitura di personale esterno per i servizi di ostetricia del punto nascita dell'ospedale di Mirandola che nel frattempo però ha smesso l'attività. E allora la situazione oltre che caotica e di emergenza per Carpi (che dopo la scadenza dell'8 gennaio del contratto di servizio della precedente gara aveva programmato l'arrivo di altro personale esterno della nuova gara), diventa anche paradossale. Da un lato abbiamo infatti Mirandola dove il lotto per la fornitura di ostetrici è andato a buon fine ma dove il punto nascita nel frattempo ha chiuso. Dall'altro l'ospedale di Carpi, che pur dovendo gestire buona parte dei parti non più gestiti da Mirandola, si trova a non avere il personale auspicato.
Non si sa a questo punto a quanto ammonti il deficit di personale, quale sarà la funzione di quello aggiudicato a Mirandola pur a punto nascita chiuso, e come si muoverà l'Ausl per gestire la carenza di personale ormai cronica del servizio di ostetricia dell'ospedale di Carpi ora che l'affidamento del relativo lotto è andato a vuoto. E quello precedente scaduto. Una cosa sembra certa: la gestione della sanità pubblica nell'ambito dell'emergenza urgenza e dell'ostetricia sembra procedere, in provincia di Modena, senza un indirizzo preciso se non quello della graduale e strutturata esternalizzazione del servizio stesso, oltre che di un costante ricorso a costose soluzioni tampone a suon di gettoni da 2000 euro per turno. E qui sta un altro paradosso, perché il ricorso massiccio a personale esterno era ritenuto non ottimale dalla stessa Ausl nel parere alla richiesta di deroga all'apertura del punto nascita di Mirandola, indicandolo come una criticità. Tale da rendere poco sostenibile e quindi da evitare, la proposta di deroga all'apertura dello stesso centro. Come in un circolo ben poco virtuoso dove come soluzione al problema viene adottata la causa confermata come fattore del problema stesso.
Gianni Galeotti
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