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A segnalare il particolare manufatto portato alla luce dal recente collasso arginale nell'area golenale sulla sponda sinistra del fiume Panaro, poche centinaia di metri a valle della cassa di espansione, è Massimo Neviani, del Comitato Salute Ambientale di Campogalliano. Dopo il collasso in concomitanza con la piena del 17 maggio scorso, è emerso, una volta defluita l'acqua, un manufatto, o ciò che ne rimane, costruito in mattoni, con una forma a triangolo, ancora ben visibile alla base di ciò che è rimasto di quel tratto dell'argine. Una struttura che potrebbe avere causato il cedimento. L'argine è uno dei tanti costruiti dai contadini anche nei primi anni del secolo scorso, perpendicolari all'asse del fiume, per potere salvare dagli allagamenti porzioni di aree golenali.
In sostanza, gli argini, in caso di piena e allagamento delle aree di golena strappate al fiume e coltivate, fungevano e fungono tutt'oggi da paratoie tra scomparti, capaci, come nelle navi, di isolare e di impedire il riempimento di tutti i comparti limitando l'acqua a quelli interessati dalla falla/rotta.
Ed è già la seconda volta, dopo la piena del 2020, che quell'argine è collassato, invadendo con due metri di acqua due anni fa, e mezzo metro due settimane fa, una casa abitata. Il manufatto emerso potrebbe essere all'origine del collasso dell'argine. Una conclusione che porta al parallelo con le possibili cause della rottura dell'argine del Panaro, a Bagazzano, che il 6 dicembre del 2020 provocò l'alluvione di Nonantola. Nel punto della rotta le analisi condotte dalla commissione tecnica regionale, emerse dall'analisi delle carte, la presenza di una canalina di scolo facente parte di un reticolo realizzato per drenare l'acqua dai campi coltivati. E che aveva, nei pressi del punto di rottura, ad un livello più basso, una convergenza. Dalle testimonianze raccolte dagli esperti che hanno realizzato l'analisi in quel punto sarebbe esistito un manufatto o un tombino che sottopassava l'argine. E quel passaggio avrebbe potuto essere con causa del cedimento dell'Argine stesso considerando anche la fragilità intrinseca rilevata dai tecnici. Il periodo di costruzione ed il materiale utilizzato (vecchi mattoni ritrovati anche sul luogo della rotta), potrebbero essere gli stessi. E tali da provocare lo stesso collasso arginale che si è verificato pochi giorni fa in un'argine golenale.
Un particolare molto curioso è interessante che riporta all'analisi svolta dai tecnici per fare luce sulle cause dell'alluvione del 2020 ma soprattutto ai profani mostra il perenne tentativo dell'uomo soprattutto in zone da sempre considerate paludose e incoltivabili intorno al fiume di governare le acque è il loro deflusso. In aree appunto alluvionabili come l'intera Pianura Padana è, ma che i decisori politici che si sono succeduti negli ultimi 50 anni sembrano avere dimenticato di considerare come tale.
Redazione Pressa
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