Piene Secchia, argini alzati ma più dei ponti, e il rischio continua
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Piene Secchia, argini alzati ma più dei ponti, e il rischio continua

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I rischi maggiori anche in caso di piena piccola (TR20), potrebbero verificarsi a Ponte Alto e all'altezza del ponte sulla tangenziale verso Carpi


Piene Secchia, argini alzati ma più dei ponti, e il rischio continua
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La piena che un anno fa tolse la luce alle campate di Ponte Alto, e fece temere il peggio, ha spinto Aipo, che già aveva avviato lavori strutturali a seguito dell'alluvione del 2014, a mettere in campo e ad accelerare interventi importanti sia sull'alveo (che non si vedevano ed erano attesi da anni), sia sugli argini,  consistenti nel loro innalzamento. Ed è così che da circa un chilometro prima e fino in prossimità di Ponte alto gli argini sono stati alzati di più di un metro. Per contenere ondate di piena, appunto, calcolate però con Tempo di Ritorno 20 (un parametro che fa riferimento alla temporalità, ritorno appunto), e che nel caso del '20' (su una scala che comprende anche il TR100 ed il TR200), corrisponde a piene relativamente piccole.

Quella dell'innalzamento degli argini, che negli ultimi decenni e' stata la strategia scelta per supplire alla mancata pulizia degli alvei, rischia di essere però oggi un'arma a doppio taglio. Perché se da un lato l'intervento sugli argini è utile per meglio contenere l'acqua, dall'altro potrebbe generare un problema su tutti.

Ovvero, il livello raggiunto durante la piena, grazie agli argini più alti, supera ora il ponte che deve attraversare e in caso di piena appunto rischierebbe di travolgere e superare le campate, ed il ponte stesso. Situazione che oggi rischia di presentarsi non solo a Ponte Alto ma anche per il ben più trafficato (e difficile da chiudere), ponte della tangenziale lungo lo svincolo per la nazionale per Carpi.

E di questo è facile rendersi conto anche ad occhio nudo.

Un sopralluogo con Massimo Neviani, da decenni studioso dei fiumi modenesi e del reticolo idrogeologico locale, ci consente di notare una situazione che appare paradossale.

'Tutti i ponti inadatti ai nuovi livelli dell'acqua, sia i ponti vecchi come ponte Alto o come quello dell'Uccellino - ci spiega Massimo Neviani - ma anche ai nuovi, come quello della tangenziale svincolo per Carpi. E' una questione di sicurezza. E' considerato un livello di sicurezza buono per un fiume se regge piene TR200 cioè con tempo di ritorno di 200 anni perché ha un rapporto ottimale costi benefici, mentre reggere piene con tempo di ritorno 100 anni è considerato appena sufficente .

Le opere iniziate in Settembre sul Secchia, riguardanti anche Ponte Alto, hanno messo in sicurezza il fiume solo per le piene con tempo di ritorno 20 anni cioè per le piene piccole, ma anche cosi' rimarranno insicuri ponte Alto con acqua 40 cm sopra le arcate, il ponte della tangenziale (dove il livello portato dall'innalzamento di più di un metro dell'argine, è di fatto uguale se non superiore al ponte), e il 'povero' Uccellino con acqua a soli 30 cm dalle arcate. 


'Manca la volontà politica di mettere insicurezza i fiumi per tempi di ritorno di 100 anni un livello considerato minimo' - afferma Neviani. Quindi è inutile parlare di cambiamento climatico e aumento delle piogge, i nostri fiumi erano pericolosi lo sono tuttora e lo saranno in futuro per piene come quelle degli anni 60 e 70 .

'La politica nella scelta delle priorità ha ignorarato la sicurezza idraulica per 30 anni' - ha chiuso Neviani. Adesso ci si lamenta dei fondi insufficenti per realizzare le opere, ma poi non si chiede un contributo alle società autostradali le cui opere l'A1 e A22 verrebbero travolte anche da una piena piccola (TR20) . Questi finanziamenti sono stati fondamentali in molte regioni del Nord Italia per realizzare le opere idrauliche .

Gi.Ga


Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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