Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
I ricercatori Unimore riceveranno oltre 800mila euro per realizzare un impianto per trasformare gli insetti alimentati con i rifiuti organici urbani e scarti della grande distribuzione in prodotti bio-based. Il contributo deciso nell’ambito di un progetto europeo denominato SCALIBUR, coordinato da ITENE (Instituto Tecnológico del Embalaje, Transporte y Logística) di Valencia che coinvolge 21 partner distribuiti in 9 nazioni. Nei giorni scorsi il kick off meeting.
Unimore giocherà un ruolo fondamentale nella realizzazione di un progetto di ricerca europeo che si propone di utilizzare i rifiuti organici urbani e scarti della grande distribuzione per la produzione di biomateriali. La grande ambizione dei ricercatori modenesi-reggiani è fare dei rifiuti organici urbani un nutrimento per gli insetti che li trasformeranno in sostanze pregiate da poter essere utilizzate per produrre mangimi, materie plastiche o a fini energetici, ma anche in ingredienti di alimenti.
Il progetto, denominato SCALIBUR (Scalable Technologies for Bio-Urban Waste Recovery - Tecnologie scalabili per il recupero dei bio-rifiuti urbani), ha preso ufficialmente il via nei giorni scorsi in occasione del kick off meeting tenutosi a Valencia.
Per l’Ateneo modenese-reggiano partecipano al progetto docenti e ricercatori dei Dipartimenti di Scienze della Vita e di Giurisprudenza: il prof. Andrea Antonelli (Scienze e Tecnologie alimentari), coordinatore dell’unità di ricerca in Unimore, le dott.sse Lara Maistrello (Entomologia) e Francesca Masino (Scienze e Tecnologie alimentari), i dottori Enrico Francia e Anna Justina Milc (Agronomia e Coltivazioni erbacee), ed i proff. Luigi Foffani (Diritto penale) e Silvia Manservisi (Diritto agrario).
“L’obiettivo generale di SCALIBUR – spiega il prof. Andrea Antonelli – è recuperare e valorizzare i rifiuti organici urbani, gli scarti della grande distribuzione, i fanghi provenienti dalla depurazione delle acque dei depuratori urbani per ottenere prodotti bio-based da reimmettere nel mercato limitando così non solo l'impatto ambientale che deriva dalla gestione dei rifiuti, ma generando nuova ricchezza e posti di lavoro”.
Nell'UE oltre 100 milioni di tonnellate di rifiuti organici, corrispondenti a circa 200 kg a persona, vengono gettate ogni anno. Attualmente il 75% di questi finisce in discarica o è incenerita, causando gravi problemi ambientali: i rifiuti organici producono gas, quando si decompongono, e contaminano suolo e falde acquifere. Il conferimento in discarica di rifiuti biodegradabili va contro il principio di un'economia circolare ed è uno spreco di sostanze nutritive ed energia.
SCALIBUR vuol contribuire a gestire questo problema.
Coordinato da ITENE (Instituto Tecnológico del Embalaje, Transporte y Logística) di Valencia in Spagna, il progetto coinvolge 21 partner distribuiti in 9 nazioni. Finanziato nell'ambito di Horizon 2020, con un budget di quasi 10 milioni di euro totali, una cospicua parte (802.995,00 euro) sarà destinata al gruppo di ricerca Unimore e serviranno al Dipartimento di Scienze della Vita per realizzare, in collaborazione con l’impresa partner Kour Energy -Srl, un impianto pilota per ricavare sostanze ad alto valore aggiunto da insetti che saranno allevati in massa nell’impianto realizzato grazie al progetto POR-FESR “ValoriBio” appena concluso.
“Analogamente a quanto avviene in natura, dove i rifiuti non esistono, è possibile fare economia circolare con gli insetti. Le sostanze organiche scartate dall’uomo, come i residui della grande distribuzione e dei ristoranti, saranno il nutrimento delle larve di “mosca soldato” – afferma la dott.ssa Lara Maistrello, entomologa di Unimore - che li trasformeranno in proteine, lipidi e chitina. Queste sostanze pregiate potranno essere utilizzate per produrre materie plastiche innovative, a fini energetici, ma anche per produrre mangimi e ingredienti di alimenti, una volta esclusa la presenza di sostanze pericolose”.
“Questo successo – commenta il prof. Andrea Antonelli, coordinatore dell’unità di ricerca Unimore - è anche il frutto dell'investimento che il nostro Ateneo ha fatto negli ultimi anni con la partecipazione alle piattaforme pubbliche private europee. Così pure possiamo affermare che parte del merito va anche alla Direzione ricerca, trasferimento tecnologico e terza missione per il grande lavoro di supporto e consulenza che ci ha fornito”.
ANDREA ANTONELLI
È il responsabile di WP5. È un tecnologo alimentare coinvolto nell'innovazione alimentare e nella sostenibilità della produzione alimentare. Ha anche un'esperienza rilevante sulla qualità degli alimenti, sulla loro analisi e sullo studio della frazione volatile. È stato coordinatore di progetti italiani focalizzati sulla sostenibilità della viticoltura e dell'enologia e sull'uso degli insetti in una prospettiva di economia circolare.