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Nel progetto iniziale, del 2019, della nuova Cra intolata a Vittoria ed Ermanno Gorrieri, in via Padovani, erano previsti 75 posti, un centro diurno per anziani da 20 posti e due alloggi protetti. Nella nuova struttura presentata oggi, al termine di un lungo percorso ad ostacoli (che riassumiamo in fondo pagina), fatto di stop ai lavori, rinvii e ritardi durati 5 anni, il centro diurno è sparito, e i posti convenzionati con il Comune sono 70, che saranno subito assorbiti dagli attuali ospiti delle CRA Ramazzini di via Luosi in via di dismissione. I 20 posti del centro diurno che non c'è sono diventati 20 posti in stanze e due appartamenti di due persone ma con accesso a trattativa privata con la cooperativa Domus e a libero mercato. Alla fine il saldo finale in termini di posti in più convenzionati, e di liste di attesa, è praticamente zero, se non negativo.
Pur elevando di gran lunga gli standard di accoglienza e di servizio, la nuova Cra di via Padovani, costruita e gestita della cooperativa sociale Domus Assistenza, non aumenterà di fatto i posti pubblici convenzionati a disposizione, assorbendo totalmente nei 70 a disposizione quelli che saranno trasferiti dalla Cra Ramazzini. Trasferimento che dovrebbe avvenire a giugno una volta superati collaudi e autorizzazioni nella nuova struttura.
Le caratteristiche della nuova struttura
La nuova Casa residenza anziani Vittoria ed Ermanno Gorrieri, realizzata a Modena in via Padovani 32, è una struttura polivalente su due piani fuori terra, con una superficie totale di quasi 4.900 metri quadrati. La cooperativa sociale Domus Assistenza l’ha realizzata con un finanziamento in proprio di 8 milioni di euro, su un terreno concesso dal Comune in diritto di superficie attraverso una procedura ad evidenza pubblica e la gestirà per 60 anni.
La struttura è stata progettata dallo studio dell’architetto Ivan Galavotti e i lavori, durati più del previsto a causa delle difficoltà tecniche e finanziarie incontrate delle imprese costruttrici inizialmente scelte, sono stati portati a temine da Cooperativa Fontanaluccia, Impresa Edile Labarile e Cat Impianti.
La struttura è ripartita in tre nuclei residenziali da 30 posti ciascuno per un totale di 90 posti (15 in più del progetto iniziale che, prima della pandemia e della riorganizzazione delle strutture per anziani, prevedeva anche un centro diurno). L’edificio ha complessivamente 26 camere singole con servizio igienico in comune ogni due camere e 32 stanze doppie con servizi privati. Corridoi e spazi comuni di ciascun nucleo sono contraddistinti da un colore diverso (verde per il nucleo al piano terra; giallo e azzurro i nuclei del primo piano) per aiutare gli ospiti a orientarsi. Ampie vetrate e finestre sono ad altezza tale da consentire agli anziani di vedere all’esterno anche da seduti o in carrozzina. Ogni nucleo è dotato di guardiola, soggiorno, sala per i pasti, salette per la lettura e per incontrare i familiari e una cucina “terapeutica” che può essere utilizzata per preparare una merenda o una torta, in modo da consentire agli ospiti di mantenere attive competenze e capacità manuali.
Al piano terra, oltre a un’ampia zona soggiorno che costituisce una sorta di piazza della struttura, fanno parte delle zone comuni anche i locali per il servizio di parrucchiere e podologo, l’ambulatorio medico e quello infermieristico, il locale per la psicomotricità e la fisioterapia, un locale per il culto e la sala riunioni.
Separato dai nuclei c’è il blocco servizi con lavanderia, magazzini e terminale pasti adatto, oltre che alla preparazione delle colazioni e per scaldare cibi, anche per la preparazione e la cottura di primi piatti di pasta e contorni, grazie all’ampliamento e alle modifiche introdotte in fase di progettazione al fine di migliorare l’apprezzamento delle pietanze da parte degli ospiti.
Infine, sempre al piano terra, in un corpo distinto dalla Cra ma direttamente accessibile, sono stati ricavate due unità abitative di circa 53 metri quadrati ciascuna con ingresso indipendente e giardino di pertinenza, in grado di accogliere nuclei familiari di persone anziane o persone singole diversamente abili che potranno quindi beneficiare di alcuni dei servizi della Cra.
Grande attenzione è stata posta anche all’efficientamento energetico: la nuova Casa residenza anziani è infatti un edificio con classe energetica A4. Sul tetto piano del fabbricato sono stati posizionati pannelli solari e fotovoltaici grazie ai quali oltre il 60% del fabbisogno energetico degli impianti termico e idrico-sanitario proviene da fonti rinnovabili.
Il riscaldamento è a pavimento, ma ci sono anche pareti radianti. Inoltre, nell’edificio è installato un sistema domotico di automazione per il controllo e gestione delle tecnologie e impianti termici, regolazione automatica di temperatura e umidità dell’impianto di climatizzazione, gestione dell’illuminazione, chiusura e apertura delle tapparelle. Le porte esterne sono dotate di sensori di allarme per accorgersi immediatamente di eventuali accessi o uscite impropri dalla struttura.
Quattro anni di stop, rinvii e ritardi nel cantiere di via Padovani
L'ultimo stop nel cantiere per la nuova Cra i via Padovani risale alla primavera 2023. Per la nuova Casa Residenziale per anziani Gorrieri, pensata per sostituire la Ramazzini, in via Luosi, si trattava dell'ennesimo rinvio nella data di fine lavori. In una tabella di marcia piena di inciampi,
Il progetto originario, approvato a febbraio 2020, prevedeva 75 posti in residenza, un Centro diurno da 20 posti e due alloggi protetti. Su una area concessa in diritto di superficie dal Comune. Lo scoppio della pandemia a fine febbraio ha ritardato la partenza dei lavori, assegnati ad agosto da Domus all’impresa Razzetti e Bosazza di Torino, in seguito divenuta Pigeco, originando anche una riflessione sull’opportunità di far convivere nella stessa struttura una residenza e un centro diurno. Negli ultimi mesi del 2020, quindi, l’amministrazione decide di superare il Centro diurno, aumentando allo stesso tempo da 75 a 90, i posti nella Casa residenza.
I lavori proseguono regolarmente fino ad aprile 2021 quando Pigeco presenta problemi che portano, a luglio 2021, alla risoluzione del contratto. Nel corso dell’estate comincia la ricerca di una nuova impresa. Il sindaco annuncia in consiglio comunale, in risposta ad una interrogazione presentata da Sinistra per Modena, che entro l'estate la soluzione arriverà. Arriverà, si, ma a novembre. I lavori vengono aggiudicati da Domus all’Associazione temporanea di imprese composta da Tsc Srl di Fermo e Cat impianti di Jesi. Obietivo, proseguire i lavori fino alla fine dell’estate 2022. Cambia il cartello dei cantieri ed i lavori previsti in 300 giorni, fissano la data della fine a giugno 2022. Quando Tcs chiede un adeguamento dei prezzi. Dopo aver sottoscritto un addendum contrattuale, l'azienda, riporta il Comune, evidenzia problemi che portano alla risoluzione del contratto. Rimane attivo quello con la ditta che si occupa degli impianti.
Nel corso dell’estate i lavori vengono affidati, appunto, alla Cooperativa Fontanaluccia e, di nuovo, a Cat impianti con la conclusione dell’intervento prevista per l’inizio dell’estate 2023.
Ma la storia non è finita e il Consiglio Comunale è di nuovo impegnato per superare un altro passaggio formale e al contempo sostanziale. La cooperativa Domus chiede ed ottiene di potere costituire un’ipoteca a garanzia del mutuo bancario necessario per completare la realizzazione della nuova Casa residenza. L’autorizzazione viene concessa il 5 aprile con l'approvazione della presentata in assemblea dal vicesindaco e assessore al Bilancio Gianpietro Cavazza con il voto a favore di Pd, Sinistra per Modena, Europa verde-Verdi, Modena civica, Movimento 5 stelle; si astengono Lega Modena, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Alternativa popolare, Gruppo indipendente per Modena.
L’approvazione della delibera è l’occasione per annunciare che i lavori per la costruzione della nuova residenza, terminati al 70 per cento, riprenderanno entro il mese di aprile e si concluderanno per l’inizio dell’estate. Un anno dopo rispetto alla data dell'ultimo rinvio, ancora stampata sul cartello di cantiere dilaniato dal vento e ormai non più visibile. All'angolo tra strada S.Faustino e via Padovani.
Ma l'estate 2023 e il cantiere rimabe fermo. In fase avanzata, certo, ma fermo. Uno stallo che preoccupa anche i residenti della zona, allarmati dal degrado che da subito, in grandi cantieri senza nessuno all'interno, si creano. L'area è soggetta ad incursioni notturne. L'erba alta, i materiali da cantiere, gli spazi aperti e vuoti, rappresentano nascondigli ideali. Anche per i topi anche in zona, come segnalato anche nel nostro sopralluogo di ieri, abbandano attirati dalla grande quantità di rifiuti abbandonati e non ritirati fuori dai cassonetti che ormai rappresentano la normalità.