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Ieri ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Reggio Emilia Adelmo 'Zucchero' Fornaciari. 'Tornare a casa ha sempre un grande significato perché segna il ritorno ai fondamentali di ognuno di noi. Ieri Zucchero è tornato a casa e la sua città lo ha abbracciato, come era giusto fare verso un figlio della nostra terra che con la sua arte, la sua musica, è partito da Roncocesi ed è arrivato in tutto il mondo', ha detto il sindaco Luca Vecchi.
Il bluesman è nato 68 anni fa a Roncocesi, frazione nelle campagne di Reggio Emilia, per poi trasferirsi in Toscana con la famiglia. Zucchero ha preso la parola davanti alle cento persone che la storica sala poteva ospitare. Fuori, in piazza del Duomo, altre centinaia di amici, fan e curiosi hanno seguito la cerimonia in un maxischermo.
'Sono visibilmente emozionato, molto di più di quando devo andare su un palco - ha detto l'artista - Ringrazio i miei paesani di Roncocesi che hanno voluto questa cittadinanza. Questo è un riconoscimento a cui tenevo veramente tanto e speravo di avere un giorno. Sono figlio di questa terra e sono anche diventato un padre di questa terra. Sto invecchiando. E, davanti ai miei figli posso dirlo, vorrei morire qui. Fate la funzione qui nella basilica (indicando il duomo, ndr)'. Un lungo discorso, il suo, pieno di ironia e battute, in cui ha ripercorso le sue origini.
'Tutto è partito da Roncocesi, da mia nonna con cui passavo tutte le giornate, mio zio Guerra, marxista leninista che mangiava riso tutte le sere per far contenti i cinesi, con burro e parmigiano. E' una cosa forte il fatto di essere stato sradicato e invecchiare con le radici sempre più profonde e grandi lontane - ha ammesso - E io non mi sono mai sentito a casa mia, se non quando vengo qua. Da una parte cerco sempre di venire appena posso, dall'altra penso sempre da dove sono venuto, anche quando suoni a New York, e a quello che ho fatto'.
A margine della consegna Zucchero si è intrattenuto a firmare autografi in piazza e fare selfie con i tanti reggiani presenti.
Redazione Pressa
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