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Riforma Emergenza-urgenza, l'Ausl difende il proprio Piano: 'Garantirà più efficienza e sicurezza'
La Pressa
Il piano di riorganizzazione provinciale, illustrato alla CTSS e pubblicato da La Pressa nei giorni scorsi, agita il dibattito. Dubbi soprattutto sul ridimensionamento anche orario di auto-mediche ed infermieristiche a Mirandola, Modena, Zocca, Montese e Maranello
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Mantenimento di tutti i PS, potenziamento dell’assistenza all’urgenza con i futuri CAU, efficientamento del sistema di emergenza territoriale per mantenere sicurezza e appropriatezza degli interventi, e per un utilizzo migliore delle risorse professionali e dei mezzi.
Sono gli obiettivi ribaditi dalla dirigenza Ausl di Modena alla base del piano di riorganizzazione dell'emergenza urgenza che l'Ausl stessa ha redatto, su indicazione della nuova Legge Regionale, illustrato nell'ultima seduta della Conferenza Territoriale Sociale Sanitaria e pubblicato da La Pressa nei giorni scorsi. Un piano provinciale comprendente un pacchetto di interventi (dal nuovo numero unico per l'emergenza, ai nuovi Centri di Assistenza e Urgenza CAU che sostituiranno i punti di primo intervento e affiancheranno i Pronto Soccorso), varato per riorganizzare, come indicato dalla Regione, un sistema in forte crisi soprattutto a seguito della carenza di personale e di risorse. Un piano che il 13 settembre prossimo dovrebbe avere il via libera definitivo da parte della Conferenza stessa. Un piano che in questi giorni, dopo la nostra pubblicazione, ha fatto discutere nel merito del ridimensionamento di orari e funzioni delle auto infermieristiche sul territorio provinciale, in particolare a Mirandola, in un mezzo a Modena Modena, nell'area delle Terre di Castelli con Zocca e Montese, e a Maranello. Ridimensionamento criticato dal segretario provinciale Lega Guglielmo Golinelli e dal Consigliere provinciale di Forza Italia Antonio Platis. Accuse respinte indirettamente al mittente dall'Ausl che ribadisce la validità di un piano che pur ancora sulla carta e non definitivo,Ausl che decide oggi di rispondere nel merito dei mezzi di soccorso, sottolineando come si tratti si una 'rimodulazione della risposta sul territorio, nell’ottica di un uso più efficiente delle risorse sanitarie e della riduzione e superamento di alcune ridondanzee sovrapposizioni sui mezzi. Ciò garantisce l’obiettivo principale del soccorso sanitario pre-ospedaliero: la migliore e più adeguata risposta possibile per ogni specifico intervento, più o meno urgente, che deve passare per un utilizzo efficace e appropriato dei mezzi di soccorso. Gli standard qualitativi e di sicurezza non sono in discussione e restano ovviamente garantiti su ciascun territorio e nell’ambito dell’intera rete dei mezzi di soccorso coordinati dalla Centrale operativa di Bologna, rete che, si rammenta, sul nostro territorio vede il mantenimento di standard di offerta superiori agli standard nazionali previsti per i mezzi di soccorso avanzati. Si manterrà una forte componente infermieristica anche su tutti i territori citati, dove saranno comunque presenti i mezzi avanzati insieme a mezzi di base, adeguatamente e costantemente formati. La Centrale Operativa, dunque, continuerà a inviare il mezzo più appropriato al tipo di bisogno del cittadino, sia esso un mezzo avanzato o uno base: la struttura della rete del soccorso resta ben salda, con un’integrazione funzionale di mezzi e professionalità che sarà ulteriormente ottimizzata'
All’interno di quest’ottica è garantita anche la somministrazione dei farmaci salvavita in tutte le situazioni che lo rendono necessario secondo i protocolli vigenti anche nella nostra provincia. 'Non è corretto - afferma l'Ausl in risposta a distanza al Consigliere Platis che aveva sottolineato l'impossibilità di somministrare farmaci salvavita se non da personale medico - ritenere infatti che i farmaci salvavita possono essere somministrati solo se c’è un medico sul posto; secondo la Delibera 582/2016 (ai sensi dell’art. 10 D.P.R. 27 Marzo 1992) la Regione Emilia Romagna ha definitivamente uniformato le procedure ed i protocolli infermieristici permettendo di fatto al personale infermieristico, previo specifico percorso di formazione, di poterli somministrare. Sul nostro territorio la formazione è già stata effettuata e anche gli infermieri applicano gli algoritmi avanzati regionali in sinergia con le figure mediche. Dunque i timori non trovano fondamento, anche per quanto riguarda i farmaci che non rientrano nell’elenco regionale, in quanto la sinergia con le figure mediche del Servizio di emergenza territoriale 118 consente un confronto immediato rispetto alla migliore strategia di gestione del paziente possibile, sia farmacologica che non. Anche nell’ambito dei progetti di riforma tutto questo rimane e continuerà ad essere garantito sull’intero territorio, in applicazione dei protocolli vigenti'
Redazione Pressa
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