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A due giorni dal ritorno in campo, l’incubo Covid torna a minacciare la serie A. Il calcio non è immune alla risalita dei contagi determinata dalla variante Omicron e la mancata disputa di Udinese-Salernitana prima della sosta natalizia potrebbe essere solo il primo di una lunga serie di rinvii. Fresca di passaggio di proprietà, proprio la squadra campana non ha ancora superato l’emergenza, anzi: undici i contagiati, fra cui nove giocatori, e l’Asl di Salerno già fa capire che è a rischio non solo la gara dell’Arechi contro il Venezia di giovedì – il club ha formalmente chiesto alla Lega di rinviare la gara – ma anche la successiva trasferta di Verona. “La Salernitana resta a Salerno, non si muove – ha fatto sapere il direttore Asl Arcangelo Saggese Tozzi – Noi applichiamo la normativa a tutti quelli che ci vengono comunicati come casi positivi”.
Ma quello granata non è l’unico focolaio in serie A.
Situazione critica anche al Verona (positivi 8 giocatori e due membri dello staff) e all’Udinese (7+2).
Ogni squadra in questi giorni, complici i tamponi effettuati alla ripresa dagli allenamenti dopo le vacanze, si trova a fare la conta: nell’Atalanta positivo Musso, nel Milan Tatarusanu, nel Bologna Hickey, Molla, Viola e Dominguez, nell’Inter Dzeko, Satriano e Cordaz, la Juve ha in isolamento Chiellini, Arthur e Pinsoglio, Spalletti (nella foto), Malcuit e Mario Rui gli ultimi contagiati in casa Napoli (che si aggiungono a Elmas, Lozano e Osimhen), Criscito e Shevchenko nel Genoa, Mayoral e Fuzato nella Roma, Nandez al Cagliari che è stato costretto a rinviare le visite mediche di Goldaniga, pure lui contagiato, e ancora svariati casi anche nei gruppi di Empoli, Fiorentina, Sassuolo, Venezia, Torino e Spezia.
Parliamo di giocatori nella stragrande maggioranza dei casi vaccinati. Ad esempio il gruppo-squadra del Napoli è completamente vaccinato e a metà dicembre si è anche sottoposto alla terza dose.
Un caos che sembra riportare le lancette indietro di quasi due anni, all’inizio della pandemia. Perchè il rischio che diverse partite vengano rinviate, che sia per decisione della Lega o per imposizione delle Asl, è più concreto che mai. Con un effetto domino su un calendario di per sè già intasato che potrebbe minare l’integrità del campionato.
Serie A, tutti vaccinati ma focolai Covid ovunque

Ad esempio il gruppo-squadra del Napoli è completamente vaccinato e a metà dicembre si è anche sottoposto alla terza dose


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Ma quello granata non è l’unico focolaio in serie A.
Situazione critica anche al Verona (positivi 8 giocatori e due membri dello staff) e all’Udinese (7+2).
Ogni squadra in questi giorni, complici i tamponi effettuati alla ripresa dagli allenamenti dopo le vacanze, si trova a fare la conta: nell’Atalanta positivo Musso, nel Milan Tatarusanu, nel Bologna Hickey, Molla, Viola e Dominguez, nell’Inter Dzeko, Satriano e Cordaz, la Juve ha in isolamento Chiellini, Arthur e Pinsoglio, Spalletti (nella foto), Malcuit e Mario Rui gli ultimi contagiati in casa Napoli (che si aggiungono a Elmas, Lozano e Osimhen), Criscito e Shevchenko nel Genoa, Mayoral e Fuzato nella Roma, Nandez al Cagliari che è stato costretto a rinviare le visite mediche di Goldaniga, pure lui contagiato, e ancora svariati casi anche nei gruppi di Empoli, Fiorentina, Sassuolo, Venezia, Torino e Spezia.
Parliamo di giocatori nella stragrande maggioranza dei casi vaccinati. Ad esempio il gruppo-squadra del Napoli è completamente vaccinato e a metà dicembre si è anche sottoposto alla terza dose.
Un caos che sembra riportare le lancette indietro di quasi due anni, all’inizio della pandemia. Perchè il rischio che diverse partite vengano rinviate, che sia per decisione della Lega o per imposizione delle Asl, è più concreto che mai. Con un effetto domino su un calendario di per sè già intasato che potrebbe minare l’integrità del campionato.
Redazione Pressa
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