Uil: 'Emilia Romagna ha nel suo dna anticorpi per combattere le mafie'

Bosi: 'L'Emilia-Romagna è un territorio dove la mafia fa affari, ma gli amministratori locali hanno un ruolo centrale nel segnalare'

Da parte sua, Zignani sottolinea che 'da sempre noi siamo impegnati nel combattere ogni forma di illegalità', e assicura che 'le nostre sedi hanno sempre accolto e sempre accoglieranno le vittime di reati'.
Sempre intervenendo sull'operazione 'Radici', il gruppo di presidenza di Confartigianato Cesena e il presidente di Confartigianato Cesenatico Alan Sacchetti esprimono 'apprezzamento e la più totale vicinanza al sindaco di Cesenatico Matteo Gozzoli', la cui segnalazione 'del rischio di infiltrazioni mafiose nel territorio rivierasco' è stata una delle 'molle' che hanno fatto scattare le indagini della Guardia di finanza. Da parte sua, Confartigianato 'condivide la tristezza e il dolore espressi da Gozzoli a proposito delle infiltrazioni malavitose nel nostro territorio', ma riafferma anche 'la fiducia piena che la comunità e le istituzioni sapranno formare un fronte unito per contrastare le infiltrazioni mafiose in un territorio in cui cittadini e imprenditori onesti operano da sempre per la crescita, lo sviluppo e il miglioramento della qualità della vita'.
Un plauso a Gozzoli arriva anche da Avviso pubblico, la rete antimafia e anticorruzione di Enti locali e Regioni, a cui aderisce anche il Comune di Cesenatico. Commentando l'inchiesta, l'assessore alla Legalità del Comune di Modena, e vicepresidente nazionale di Avviso pubblico, Andrea Bosi sottolinea che l'operazione 'Radici' 'conferma da un lato che l'Emilia-Romagna è un territorio dove la mafia fa affari, e dall'altro che gli amministratori locali hanno un ruolo centrale nel segnalare certe situazioni'. È quindi 'fondamentale denunciare i casi sospetti, come ha fatto Gozzoli', prosegue Bosi, che conclude chiedendo alle forze politiche di 'vigilare attentamente sulle persone che si offrono di fornire contributi finanziari, che militano e si candidano'. Pur senza fare nomi, è chiaro il riferimento a Francesco Patamia, candidato alla Camera nelle ultime elezioni con la lista Noi moderati nel collegio di Piacenza e ora in carcere.

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