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È un soggetto ritenuto altamente pericoloso, l'uomo che nella notte del 30 aprile ha danneggiato prima l'ingresso dell'anagrafe di via Santi a Modena, poi incendiato l'accesso alla sede della circoscrizione 1 del Comune di Modena in piazzale Redecocca e, al termine di una notte di follia, ha incendiato il portone di ingresso dell'INPS di Modena in Viale Reiter. Nessun motivo ideologico alla base del gesto. L'uomo, un 37enne con cittadinanza italiana ma di origine marocchina, avrebbe agito per rabbia nei confronti delle istituzioni dopo che gli era stato negato il certificato di residenza e, conseguentemente, il reddito di cittadinanza. L'uomo, senza fissa dimora, che viveva in un furgone dove gli agenti della Digos di Modena hanno trovato una grande quantità di armi da taglio, comprese sciabole e maceti, oltre a bottiglie di benzina, innesti per incendio, un arco con frecce e punte di ferro, e una fionda professionale, era in Italia dal 2006 e aveva ottenuto la cittadinanza sposando una ragazza italiana.
Nel video, la ricostruzione della Dirigente Digos Modena Valeria Cerale e le immagini dei danneggiamenti, dell'arresto dell'uomo e del materiale trasportato all'interno del furgone e sequestrato
Ma non sarebbe finito in carcere se non fosse per un altro grave atto compiuto la stessa sera del 30 aprile ai danni di una ragazza nel parco di viale della Cittadella a Modena. Per futili motivi l'uomo avrebbe avvicinato la donna colpendola con un macete, utilizzando però la parte piatta provocandole una ferita non grave. Le indagini della Polizia di Stato su quel fatto hanno consentito di registrare nelle vicinanze del luogo dell'aggressione il furgone dell'uomo. Il riconoscimento del volto e del suo mezzo, avvenuto da parte della donna aggredita, ha contribuito a chiudere il cerchio nei suoi confronti.
Il 4 maggio l'uomo viene individuato all'interno del furgone sempre nelle vicinanze di Piazzale Redecocca, e sottoposto a fermo di polizia. All'interno del mezzo gli agenti trovano anche gli indumenti riconoscibili dalle telecamere di videosorveglianza che hanno ripreso i danneggiamenti. Prove schiaccianti. Ma le accuse nei suoi confronti non sono ritenute sufficienti a convalidare l'arresto in carcere. L'uomo viene rilasciato e dopo poche ore, a conferma della sua spregiudicatezza, si reca in Viale Monte Kosica al bar Stadio entra e dichiara di stare cercando una donna mulatta, la stessa che aveva incontrato la sera del 30, 'per ammazzarla e per strapparle le vene' . Scatta nuovamente la ricerca dell'uomo che gli agenti individuano e arrestano su disposizione di ordinanza di custodia cautelare del pubblico ministero Graziano.
Redazione Pressa
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