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E' una vicenda umana dai dettagli molto toccanti, quella che ha spinto il 30 enne italiano a dare fuoco, il 3 giugno scorso, a due auto Fiat Panda, in uso ai servizi sociali del Comune di Modena, posteggiate nell'area di via Morandi, in città. Così l'ha definita il questore di Modena Paolo Fassari introducendo la conferenza stampa della dirigente Digos Valeria Cerasale (video intervista), che in Questura ha fornito i particolari dell'arresto avvenuto questa mattina nell'abitazione di un uomo, residente in città. La storia raccontata dai servizi sociali del comune, le immagini delle telecamere della zona di via Divisione Acqui ed i vestiti sequestrati dagli agenti nel suo appartamento portano a lui. Senza ombra di dubbio.
Un incensurato italiano che nel suo appartamento di Modena conviveva con una coetanea rumena, ex prostituta, madre di una bambina di due anni.
Alla quale è stata sospesa la potesta genitoriale. La colpa della donna, se così possiamo chiamare quello che dai dati acquisiti appare a tutti gli effetti il fatto scatenante che ha portato alla segnalazione agli assistenti sociali ed all'allontanamento forzato suo e delle figlia dall'appartamento dell'uomo, quella di avere abbandonato il percorso di recupero e di uscita dalla prostituzione, gestito nell'ambito del progetto 'Oltre la strada'. Da qui la segnalazione ai servizi sociali, la decisione di sospendere la potesta genitoriale e disporre l'allontanamento dalla casa dell'uomo, deciso a prendersi cura di lei e della figlia.
Il 1° giugno le assistenti sociali si sono presentate a casa dell'uomo e hanno prelevato, contro la sua volontà, la donna e sua figlia, per trasportarle in una struttura protetta.
Un colpo al cuore ed evidentemente alla stabilità emotiva dell'uomo che aveva dichiarato, pur non avendola ancora riconosciuta legalmente, di considerarsi padre per la bambina e di volersi prendere cura della donna. Ma la decisione era stata presa. Da qui la scelta disperata dell'uomo di rivalersi sulle assistenti sociali. Prima con minacce e poi col gesto folle.
Il 3 giugno, dopo due giorni dall'allontanamento forzato della donna e di sua figlia, le telecamere di due distributori di benzina di via Divisione Acqui e via Bonacini, riprendono l'uomo, a piedi, prelevare 5 euro di benzina (avendo trovato la pompa fuori uso nel primo, l'uomo si era diretto al secondo distributore), passando davanti, e facendo prima una sorta di sopralluogo nel parcheggio dove erano in sosta le auto dei servizi sociali, una delle quali la stessa con la quale era stata prelevata la compana e la bambina.
Il resto è cronaca di un atto doloso. L'uomo ha gettato la benzina sulle due auto e ha appiccato il fuoco. Il rogo ha poi distrutto una terza auto posteggiata nelle vicinanze, di proprietà di una cooperativa.
Su disposizione del Pubblico Ministero De Santis gli agenti hanno raggiunto ed arrestato l'uomo all'alba nella sua abitazione. Una disposizione, quella dell'arresto, motivata anche dal pericolo che l'uomo, secondo gli inquirenti, avrebbe potuto ancora rappresentare nei confronti delle assistenti sociali che una settimana fa aveva contattato con una telefonata dai contenuti minacciosi e con la quale aveva chiesto di riavere con sé la donna e la bambina.