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E' accaduto durante la notte tra il 13 ed il 14 dicembre scorso, a Carpi, in un condominio di Via Martiri di Belfiore. Un ventitreenne lettone, residente in città, è stato costretto da tre coetanei a raggiungere uno scantinato sotterraneo, luogo di bivacco e di rifugio di fortuna. I tre gli hanno legato mani e piedi con fili metallici e corde, lo hanno fatto sedere ed uno di loro, mentre gli altri due assistevano, ha iniziato a picchiarlo con calci e pugni. La scena è andata avanti per almeno tre ore, buona parte delle quali è stata ripresa da uno degli aguzzini col telefonino.
Sul posto i carabinieri di Carpi hanno raccolto la prima ricostruzione dei fatti ed accompagnato il giovane in ospedale, da dove è stato dimesso con una prognosi di venti giorni.
Dalla sommaria descrizione che la vittima ha fornito, i militari, coordinati dalla dottoressa Angela Sighicelli della Procura della Repubblica, hanno individuato uno dei tre, un tunisino di ventuno anni del posto, già noto alle forze di polizia, a casa del quale è stato rinvenuto il cellulare della vittima, rapinatogli poco prima della fuga. Sul suo telefono, invece, sono stati rilevati alcuni filmati che ritraevano le sevizie. Gli altri due, un algerino senza fissa dimora di ventiquattro anni ed un italiano del posto di ventitré, sono stati rintracciati in un appartamento abbandonato nei pressi del luogo del sequestro, qualche ora più tardi. Sia il primo - arrestato in flagranza - che gli altri due - sottoposti a fermo poichè, nonostante per loro fosse trascorsa la flagranza del reato, sussiste il pericolo di fuga - sono stati tradotti in carcere con le accuse di sequestro di persona, rapina e lesioni personali aggravate.
Stamattina, all’esito dell’udienza di convalida, il Giudice del Tribunale di Modena ha accolto le richieste del pubblico ministero, convalidando i provvedimenti assunti dai carabinieri e disponendo nei confronti dei tre la misura cautelare della custodia in carcere.
Redazione Pressa
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