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Certificati di lingua Italiana 'facili' per stranieri, sgominata organizzazione criminale

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Tre italiani, un marocchino ed un tunisino (questi ultimi operanti a Modena), bloccati dalla Squadra Mobile. Sistema corruttivo per superare gli esami di lingua per ottenere permessi di soggiorno di lungo periodo


Certificati di lingua Italiana 'facili' per stranieri, sgominata organizzazione criminale
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Avevano organizzato, con base operativa anche a Modena, un diffuso sistema corruttivo esteso in diversi centri del nord Italia che facendo  capo ad un “Centro di Formazione Linguistico” accreditato presso l’Università per Stranieri di Perugia (ignara e non coinvolta nei fatti), consentiva a cittadini stranieri il superamento degli esami per ottenere l’attestato di conoscenza della lingua italiana di tipo A2, ai fini del rilascio del permesso di soggiorno di lungo periodo.

Un sistema che in due anni aveva portato un giro di affari da 2 milioni di euro che finivano principalmente nelle tasche delle menti dell'organizzazione: marito e moglie residenti a Venezia, di 41 anni lui, originario di Roma, e di 47 anni lei, originaria di Padova. 

Anziché 35 euro, costo fisso stabilito dal Ministero per iscriversi e sostenere l’esame per ottenere il certificato di lingua italiana (CELI), l'organizzazione chiedeva agli stranieri dai 450 ai 700 euro. Perché nel costo c’era anche la garanzia di superare l’esame attraverso l’ottenimento di risposte già scritte, aiuti durante le prove da parte della commissione, o addirittura schede d’esame già compilate con le risposte. Circa 150 su Modena, divisi in almeno 3 sessioni di esame sotto la lente della Squadra Mobile, e circa 6000 in diversi centri del nord Italia dove l’organizzazione agiva, gli stranieri che in circa due anni avrebbero superato l’esame di lingua pur non conoscendo l’Italiano.

Le indagini partite dalla Questura di Modena

I particolari delle indagini sono stati resi noti questa mattina dal Dirigente Capo della Squadra Mobile di Modena Salvatore Blasco, dal Vicquestore aggiunto Raffaele Gargiulo e da Michele Morrza Capo di Gabinetto della Questura di Modena dove le indagini sono scattate la scorsa estate, generata da alcuni sospetti.

I poliziotti dell'ufficio stanieri non capivano come gli stranieri (di diverse etnie, africani, cinesi, pakistani), che consegnavano la richiesta per il permesso di soggiorno di lungo periodo, con la documentazione attestante la conoscenza della lingua in realtà dell'italiano non conoscevano nemmeno le basi. Diversi non riuscivano a fornire nemmeno le loro generalità

Da qui le indagini coordinate dal P.M. Graziano della procura di Modena sul come e dove gli stranieri avevano ricevuto l'attestato di conoscenza della lingua Italiana, hanno fatto risalire il personale della squadra Mobile di Modena ad una società con sede a Venezia (Diffusion Word), gestita dalla coppia di italiani percettori di gran parte dei proventi dell'organizzazione. Con tre figli, facevano una vita da nababbi, tra viaggi per diversi mesi all'anno e e case mano a mano acquistate. Lui è in carcere, a lei sono stati concessi gli arresti domiciliare in quanto madre di tre figli minori. Insieme a loro è finita in carcere anche una 50 enne di Piacenza).

L'attività dell'organizzazione e gli arresti a Modena 

A Modena l’organizzazione agiva attraverso un 59 enne marocchino, titolare di un Phone Center in via Canaletto sud a Modena, ed un tunisino di 49 anni titolare di un negozio di alimentari a Carpi. Ai due spettava il compito di reclutare, utilizzando anche volantini che promuovevano la preparazione degli esami in lingua, scritti in italiano ed in arabo, con i numeri di cellulare dei due, gli stranieri che avevano bisogno di superare l'esame per poi sottoporli, previo pagamento della somma pattuita agli esami pilotati. Che su Modena avvenivano in sessioni di circa 40 persone in sale prese in affitto in due hotel di Carpi e Campogallaino, dove i gestori, ignari dell’irregolarità delle prove, hanno contribuito alle indagini ambientali della Squadra Mobile che hanno documentato truffa, falsificazione e corruzione. I filmati documentano la distribuzione di schede compilate, o gli aiuti della commissione anche per le prove orali. Un inganno anche plateale dato dal fatto che in alcuni casi la risposta esatta da parte dei candidati veniva pronunciata prima che venisse formulata la domanda. 
In alcuni casi le commissioni compiacenti aiutavano direttamente nella compilazione delle schede e addirittura accettavano che parenti degli stranieri  fossero fatti entrare in sala per aiutare i loro congiunti. 

Altra prova del nove sulla falsificazione delle prove d'esame è stata data dal confronto tra due di queste avvenute rispettivamente a luglio e a settembre del 2018 (che avevano portato al 100% dei promossi), ed una svolta nel mese di novembre, quando l'Ateneo Perugino, ente accreditato presso il ministero, in accordo con gli organi competenti, ha sostituito il giorno stesso i fascicoli d'esame, generando la quasi totalità dei bocciati. 

A Modena i due referenti avevano anche somministrato agli stranieri gli esami di lingua direttamente all'interno dei loro negozi, luoghi non certo idonei per tali funzioni 

Il video con la prova delle falsificazione nel corso dell'esame




Nel corso dell'operazione, oltre ai 5 destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare, sono state indagate 25 persone coinvolte a vario titolo nel sistema corruttivo messo in campo attraverso sedi d'esame diffuse anche in Lombardia, Veneto, e Trentino Alto Adige. 

Cinzia Franchini


Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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