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Di una sera di occupazione, questa mattina, al cinema Cavour rimanevano solo pochi segni. Anzi, se non fosse per i 4 catenacci nuovi che hanno sostituito quelli divelti ieri sera, l'accesso allo stabile che si affaccia sull'omonima via Cavour, oggetto dell'incursione dei manifestanti sotto la bandiera del Guernica, questa mattina appariva così come sempre stato: chiuso e abbandonato al degrado. Fuori e dentro, almeno fino all'ingresso dove lo sguardo, dalla porta aperta, ancora nei limiti della legalità, permette di arrivare.
Dove sono visibili ancora alcuni segni della presenza degli occupanti. Bottiglie, catenacci divelti, un tavolino di fortuna ricavato dalle ante tolte da alcuni armadietti di metallo, lattine, cavi elettrici. Chiediamo a voce alta se all'interno c'è qualcuno ma tra quelle mura riecheggia solo la nostra voce. Nessuna risposta. Le uniche che ora sono arrivate, ma rivolte ai manifestanti, sono quelle del Questore, che non si sono fatte attendere.
Con la denuncia per interruzione di pubblico servizio arrivata un ora dopo il termine del presidio in centro, in piazza Matteotti e poi in via Emilia, sfociato, appunto, nell'occupazione del cinema Cavour. Dove il Guernica vorrebbe continuare in quell'azione interrotta pochi giorni fa all'Olympia. Attività, proiezioni, assemblee pubbliche, almeno per richiamare l'attenzione sul problema dei tanti spazi culturali abbandonati al degrado presenti in città. Ora in uno spazio abbandonato da anni, quale l'ex cinema Cavour. Stabile privato, che ancora appartiene ad un istituto religioso i cui rappresentanti, a quanto appreso, erano questa mattina in Questura per confrontarsi sulle azioni eventualmente da intraprendere. Perché è il proprietario, ancora prima della forza pubblica, a decidere sul come muoversi, anche in questo caso sul piano della legge.
Una cosa è certa. L'ultima riunione in Comune, tra i rappresentanti del Guernica e l'Amministrazione, il giorno stesso dell'intervento delle forze dell'ordine che hanno posto fine all'occupazione dell'Olympia, non è servita a colmare la distanze.
Redazione Pressa
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