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Dopo anni di minacce, violenze e vessazioni, perpetrate quasi sempre alla presenza dei figli, e che negli ultimi anni l'avevano portata ad un progessivo isolamento e ad interrompere (nonostante il lavoro come addetta alle pulizie che la obbligava ad uscire ogni giorno), ogni tipo di vita sociale, lei, 38 anni, di origine marocchina, aveva deciso di lasciare il suo convivente, padre del più piccolo dei suoi tre figli.. Decisione che lui, coetaneo, di origine tunisina, non accettava. Negli ultimi anni per lei, già madre di due figli di 14 e 17 anni avuti da un precedente matrimonio, la vita era diventata impossibile.
Nel 2018, incinta di 6 mesi l'uomo l'aveva pedinata all'uscita di casa fino al consultorio dove aveva un appuntamento con lo psicologo. Raggiunta in ascensore, era stata percossa con pugni alla testa. Dopo due giorni lei denunciò tutto ma poco dopo ritirò la querela.
Non seguirono altre denunce, fino a ieri. Quando uno dei due figli chiama la Polizia a seguito dell'ennesima violenta lite. Giunti sul posto gli agenti si accorgono che la porta dell'appartamento della casa popolare affidata alla donna e dove la famiglia vive da tempo, è stata scardinata dall'uomo. Gli agenti capiscono la situazione quando vedono le valigie. L'uomo stava per essere cacciato di casa e aveva reagito sfondando la porta e minacciando la donna. Minacce che sono continuate anche all'arrivo degli agenti. A quel punto l'uomo prende le valigie e le scaraventa giù per le scale. Ultimo atto del suo stato confusionale. Mentre alcuni agenti lo portano in questura per gli accertamenti, la donna viene ascoltata, come previsto dalle procedure disposte dal codice rosso, e racconta anni di maltrattementi, vessazioni e minacce. Che subito fanno scattare l'arresto per l'uomo ora in carcere al S.Anna di Modena
Redazione Pressa
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