“La richiesta della Procura di rito abbreviato e una pena di 17 anni di reclusione per Canò, imputato di avere ucciso la compagna e nascosto il corpo nel freezer, rispetta pienamente la legge. Perché questo prevede l’attuale normativa, ossia la possibilità di accedere a questo rito anche per chi è accusato di uno dei delitti più gravi previsto dal nostro codice penale e dalla nostra morale, ossia l’omicidio. Eppure, resta il tarlo che Giustizia non sia stata fatta'.
Così interviene l'avvocato Elisabetta Aldrovandi, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime,, presentato alla Camera dei Deputati lo scorso 7 marzo, e che si impegna nella presentazione di progetti di legge vòlti a eliminare le troppo evidenti sperequazioni tra Vittime e carnefici.
Il 52enne di origini napoletane nel giugno del 2016 uccise, strangolandola, la compagna Bernardetta Fella di 55 anni, per poi nascondere il corpo all’interno di un frigorifero, staccato dalla corrente, che si trovava nelle cantine dell’abitazione della donna in strada Nazionale per Carpi, a Modena.
Il corpo fu ritrovato in avanzato stato di decomposizione e scosse l'intera città, soprattutto per quel grido d'aiuto inascoltato che la vittima lanciò al mondo ed alle istituzioni, consapevole della pericolosità del compagno.
'Resta il tarlo che Giustizia non sia stata fatta' - afferma l'Avvocato Aldrovandi. 'Perché 17 anni per un omicidio volontario sembrano pochi. Perché in Italia il principio di certezza della pena è una chimera, e nel momento stesso in cui si darà lettura della Sentenza, qualora sia di condanna, l’autore del fatto di reato sa già che di quella pena, se detentiva, ne sconterà in carcere poco più della metà. E così, non vi sarà Giustizia. Né per Bernardetta, né per tutte le altre Vittime, fino a quando i loro carnefici potranno accedere a benefici e sconti di pena assolutamente incompatibili con la gravità del delitto commesso.
Dal 2015 è stato depositato alla Camera dei Deputati un disegno di legge per impedire l’accesso a detto rito abbreviato a chi è imputato di omicidio volontario. Auspico, in nome e difesa di chi ha perso la vita per mano altrui, che sia quanto prima discusso e approvato”.