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Obiettivo verità e giustizia. Quella che chiedono i familiari di Claudia Lepore, la donna originaria di Carpi barbaramente uccisa a Santo Domingo, e che oggi hanno conferito formale mandato difensivo a rappresentarli nella delicata vicenda penale per il reato di omicidio volontario pluriaggravato gli avvocati modenesi Enrico Aimi e Giulia Giusti.
'La madre, signora Pellecchia Mariangiola, ed i fratelli Lepore Anna e Tonino, vivono terribili ore di angoscia ed hanno chiesto, non solo di fare piena luce in ordine alla dinamica dei fatti e alle possibili complicità nella commissione dell’omicidio, ma di procedere senza indugi e fino in fondo, affinché gli autori dell’agghiacciante crimine subiscano la condanna che meritano' - si legge in una nota dello studio legale che seguirà il caso.
'L’efferatezza del delitto, che per quanto si è potuto apprendere sarebbe avvenuto con le modalità dello strangolamento, unito alle condizioni del cadavere, ritrovato in un pozzetto freezer legato e imbavagliato, potrebbero legittimare addirittura l’inflazione della pena dell’ergastolo. Dalle prime indiscrezioni trapelate, parrebbe essere più probabile l’ipotesi di un delitto maturato per ragioni economiche. D’Altra parte, Claudia Lepore, per gli standard locali, appariva persona più che benestante, che aveva investito la più parte dei Suoi averi proprio nell’isola caraibica. Un posto speciale, per mare e natura, ma in cui il valore della vita non è propriamente quello che conosciamo dalle nostre parti. Siamo costantemente in contatto con l’Ambasciata italiana per ottenere le prime utili informazioni. Nelle prossime ore invieremo denuncia anche alla Procura della Repubblica di Roma cui chiederemo, una volta rientrata la salma in Italia, di procedere a nuovo esame autoptico. Per ora è difficile fare una valutazione in merito alle tempistiche. La nostra preoccupazione è ora anche quella di difendere l’immagine della povera Claudia Lepore, persona generosa, buona nell’animo e purtroppo anche molto ingenua, infangata da faziose quanto bizzarre tesi difensive, finalizzate alla mitigazione del fatto, in particolare da parte del principale indiziato, Antonio Lantigua detto “El Cino”, che ha confessato l’omicidio'
Redazione Pressa
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