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La bella vita del 55enne di Reggio Emilia L.P., ben oltre le sue possibilita', non e' sfuggita alla Guardia di finanza di Modena nell'ambito dell'inchiesta 'Last drink', illustrata oggi in conferenza stampa al Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Modena.
Occultata dietro una fitta rete di prestanome, attorno all'uomo le Fiamme gialle hanno scoperto l'esistenza di un'articolata 'associazione a delinquere specializzata nell'acquisizione di realta' imprenditoriali operanti a livello locale e nazionale, e nella successiva distrazione del patrimonio a danno dei creditori'.
Il capitolo conclusivo di questa prima fase investigativa e' stato scritto all'alba di oggi, quando i finanzieri modenesi hanno eseguito 12 ordinanze di misure cautelari nei confronti dello stesso L.P., ora in carcere, e dei suoi collaboratori, tra i quali M.
R.
, 70enne di Casalecchio di Reno (Bologna), M.V.P., 50enne di Nonantola (Modena), S.C., 75enne di Casina (Reggio Emilia): questi ultimi sono finiti agli arresti domiciliari e, insieme ad altre quattro persone, sono stati colpiti una misura interdittiva (divieto temporaneo ad assumere cariche societarie), anche alla luce di 15 perquisizioni condotte ad hoc in diverse province del nord Italia. Il provvedimento e' stato disposto dal gip di Modena su richiesta della Procura, che col procuratore capo Lucia Musti e il pm Marco Imperato ha lavorato un anno all'inchiesta indagando a vario titolo 13 persone.
L.P., in tutto questo, tra l'altro aveva fissato la propria residenza in Portogallo, dove aveva anche provveduto a trasferire le aziende, ormai completamente prosciugate perché utilizzate di fatto come bancomat per i suoi interessi personali.
Molto remunerativo, in particolare, si era mostrato uno degli schemi illeciti piu' impiegato, ossia il sistematico fallimento di societa' tramite le quali gli indagati hanno ottenuto crediti commerciali e finanziamenti bancari, utilizzati anche per l'acquisto di macchinari e know-how che venivano poi ceduti, a prezzi irrisori, ad imprese 'vicine'.
Nel modenese, ad esempio, sono state individuate due societa' di cui L.P., attraverso il ricorso al massiccio uso di fatture per operazioni inesistenti e cessioni simulate, e' riuscito a distrarre l'intero patrimonio con passivi fino a quasi 100 milioni di euro, di cui gran parte sotto forma di imposte evase.
Cosi', il gip ha accolto i provvedimenti di custodia cautelare, uno in carcere e tre ai domiciliari, nei confronti del promotore dell'associazione e dei suoi collaboratori cosi' come le otto misure interdittive nei confronti dei vari prestanome. In tutto, 15 perquisizioni sono state eseguite nell'ambito di 'Last drink' tra le province di Modena, Reggio Emilia, Bologna e Milano, grazie al lavoro di 60 militari e dell'unita' cinofila 'antivaluta' (i 'cash dog') del gruppo di Bologna.