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La Corte dei Conti del Friuli Venezia Giulia ha condannato una assistente sanitaria, Emanuela Petrillo al pagamento di oltre mezzo milione di euro per risarcire l'azienda sanitaria friulana. La donna è accusata di non aver somministrato centinaia di dosi di vaccino contro le più comuni malattie infantili nel periodo in cui ha svolto servizio a Codroipo, dal 2009 al 2015, reiterando il comportamento anche successivamente, operando nel Trevigiano.
L'incognita sull'effettiva immunizzazione aveva interessato 20 mila dosi: 7.500 di esavalente, 4 mila di Mmrv, 2mila per il meningococco, 4.700 per lo pneumococco, 350 Tbe e 1.800 Hpv). La sentenza dei giudici contabili, quindi, punta a compensare da una parte l'acquisto di 6.739 dosi di vaccino e, dall'altra, le ore straordinarie di medici e infermieri coinvolti nell'operazione, tra apertura extra degli ambulatori e numero verde e casella di posta elettronica dedicati al progetto.
'E' un esempio di 'giustizia celere' che, a differenza di quanto avviene in Veneto, noto spesso nella magistratura del Friuli Venezia Giulia'. Così Paolo Salandin, avvocato difensore di Emanuela Petrillo. 'Ma ad una sentenza di primo grado in sede penale arriveremo l'8 febbraio prossimo, a Udine - aggiunge Salandin - e se sarà di colpevolezza ci appelleremo andando, se necessario, fino in Cassazione'.
Salandin sostiene di trovare inspiegabile la ragione per cui i giudici amministrativi veneti abbiano sospeso il pronunciamento in attesa della decisione della magistratura penale mentre quella della regione accanto l'abbia anticipata, pur non potendo la stessa avere effetto almeno fino al verdetto del Tribunale di Udine. A maggior ragione, prosegue il legale, se si tiene conto che 'alcune fra le contestazioni potrebbero essere prescritte prima di un giudizio definitivo' e che in Friuli, a differenza di quanto avvenuto in provincia di Treviso, 'tutti i bambini che si sospettava non essere stati sottoposti a profilassi sono stati rivaccinati d'ufficio, senza verificare la presenza o meno di anticorpi e dunque senza poter sostenere con certezza che Petrillo non avrebbe somministrato loro le dosi'.
Redazione Pressa
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