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Un giallo che si intreccia con una storia di solitudine e di emarginazione sociale. Venerdì mattina a Spilamberto una signora di 74 anni è stata trovata in casa, distesa nel suo letto, senza vita. Il giorno seguente, in una nota, i carabinieri avevano spiegato come fossero in corso indagini e accertamenti, in coordinamento con la Procura che aveva disposto l'autopsia. Un giallo sul quale le cronache non si erano soffermate.
Ma l'episodio col passare delle ore ha assunto contorni più dettagliati, drammatici e dalla genesi ancora tutta da chiarire.
Ecco i fatti.
La donna, L.B., viveva in un alloggio popolare in via Castellaro. La 74enne, con problemi di salute, da qualche tempo conviveva col figlio, J.M., un 50enne molto conosciuto in Paese. L'uomo, uscito dal carcere, doveva scontare il resto della pena agli arresti domiciliari. Aveva indicato la casa della anziana madre come luogo di detenzione.
La famiglia, senza parenti stretti, era seguita dai servizi sociali di Spilamberto. Nessuno, al di là dei servizi sociali, faceva loro visita.
Venerdì mattina sono stati propri i servizi sociali ad entrare in casa e a fare la tragica scoperta. La donna morta nel suo letto e il figlio in casa in evidente stato confusionale. Impossibile al momento dire cosa sia successo. Sulla donna non erano presenti segni di violenza, ogni ipotesi ora è al vaglio della Procura.
Immediatamente è scattato l'allarme al 118 e alle forze dell'ordine. Il figlio è stato subito ricoverato in ospedale, ma domenica è deceduto senza poter dare spiegazioni chiare su quanto avvenuto nella abitazione. La casa ora è stata posta sotto sequestro e l'autopsia dirà cosa realmente è accaduto in via Castellaro. Un giallo, come detto, davanti al quale ora il Paese si interroga.
Una storia di disperazione e marginalità sociale che ferisce e sul quale occorre fare piena luce. Una luce che, in ogni caso, non potrà cancellare un dramma silenzioso maturato in un piccolo Paese dove tutti si conoscono e dove tutti - come troppo spesso e ovunque accade - rischiano di essere ugualmente soli e vittime di se stessi.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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